edmundo

EDMUNDO NON SI E’ FERMATO MAI UN MOMENTO - FOLLIE, FUGHE, SCAZZI, AMORAZZI DELL’EX ATTACCANTE BRASILIANO CHE COMPIE 50 ANNI: “ERO ANCHE PIÙ FORTE DI CR7" – SALVÒ RONALDO DALLE CONVULSIONI, SCAPPÒ DA FIRENZE PER TORNARE AL CARNEVALE MENTRE I VIOLA LOTTAVANO PER LO SCUDETTO – LA FAMA DA PLAYBOY (LA PRIMA FU LA CUGINA. AVEVO 13-14 ANNI), IL FIGLIO GAY CHE PORTO’ A FARE SEDUTE D’ESORCISMO PER "GUARIRLO", IL FRATELLO ASSASSINATO, IL SOPRANNOME "'O ANIMAL" - VIDEO

Andrea Sereni per corriere.it

 

edmundo

Follie, fughe, litigi, amori e tanti gol: «Ero anche più forte di Ronaldo. Romario, lui sì, forse era meglio di me». Edmundo oggi 2 aprile compie 50 anni, un giro di boa significativo anche per chi, come lui, è immerso da sempre nel ruolo del cattivo di talento, poca modestia e ego smisurato.

 

In allenamento, una volta, si arrabbiò con i compagni che sbagliavano troppi palloni. L’allenatore andò ad abbracciarlo, lo consolò: gli altri avevano la sola colpa di essere meno bravi di lui. Gli anni alla Fiorentina, il Napoli, il Mondiale sfiorato con il Brasile e gli incidenti dentro e fuori dal campo: una vita sregolata e geniale, quella di «O Animal».

 

Escluso dal Mondiale per una lite con Luxemburgo

Nato il 2 aprile 1971 a Guanabara, scorcio di mare che si affaccia su Rio de Janeiro, madre lavandaia e padre barbiere «che non capiva niente di calcio», Edmundo cresce nel mito di Roberto Dinamite, l’attaccante della sua squadra del cuore, il Vasco da Gama, con cui si fa conoscere e, a 21 anni, vince un campionato Carioca. Nel 1992 debutta con la Nazionale, poi passa al Palmeiras con cui ottiene due titoli.

 

Nel 94, poco prima del Mondiale americano, si prende a pugni con Vanderlei Luxemburgo (il tecnico di quel Palmeiras): il club lo sospende, la Selecao lo fa fuori. Edmundo dirà di aver trattato Luxemburgo «come un padre», ma i due finiranno anche in tribu

edmundo 9

 

Quando salvò Ronaldo

Perso il Mondiale 94, con il Brasile campione ai rigori contro l’Italia, Edmundo torna a segnare e viene chiamato per Francia 98 dal c.t. Zagallo. Ma, nonostante l’infortunio di Romario, in attacco ha davanti a sé Bebeto, Rivaldo e Ronaldo. Gioca due spezzoni, tra cui gli ultimi minuti della finale persa con la Francia, rimpiazzando il Fenomeno a cui dice di aver salvato la vita, in albergo poche ore prima della partita: «Stavamo in stanze attigue.

 

Mi alzai da tavola dopo il pranzo per andare in bagno. In quel momento attraverso la porta aperta vidi Ronaldo con le convulsioni. Era sdraiato e Roberto Carlos era sul letto a fianco con la tv accesa. Aveva le cuffie e non si era accorto di niente — ha raccontato in un’intervista a Playboy —. Ronaldo era viola, con la bava alla bocca e il corpo che si contraeva. Uscii di corsa a cercare il medico, tornai insieme a Cesar Sampaio e riuscii a toglierli la lingua dalla gola per farlo respirare».

 

edmundo 35

Ma la finale, anche se non stava bene, Ronaldo fu costretto a giocarla: «All’ora della merenda apparve, faccia triste e a testa bassa. Non mangiò niente e uscì per parlare al telefono nel giardino dietro la sala ristorante. Un’ora dopo, durante la lezione tattica, ci dissero che era all’ospedale e non avrebbe giocato, e io sarei entrato al suo posto. Andammo allo stadio. Ci cambiammo e al momento di andare a fare il riscaldamento, arrivò Ronaldo, sorridente, dicendo: «Gioco. Dov’è la mia roba? Devo giocare». Zagallo mi fece un segno da lontano: «Mi dispiace, Edmundo, abbi pazienza».

 

La Fiorentina lottava per il titolo, lui scappava al Carnevale

edmundo 31

A Firenze Edmundo arriva nel gennaio del 98. E l’anno successivo sogna con una città intera lo scudetto. Quella Fiorentina, con Toldo, Rui Costa, Batistuta, Trapattoni in panchina, era campione d’inverno e lottava per il titolo. Ma a febbraio Edmundo prese e volò in Brasile, per partecipare al Carnevale di Rio de Janeiro. C’era una clausola ad hoc, fatta inserire dal giocatore, nel contratto firmato con Cecchi Gori: i viola persero qualche punto di troppo e lo scudetto alla fine se lo contesero Lazio e Milan (poi campione). Dopo una breve parentesi nel Napoli pre fallimento, Edmundo sbarca in Giappone, al Tokyo Verdy. Lo pagano in dollari, lui diventa leader e segna 21 gol in 30 presenze. Torna in Brasile, questa volta definitivamente, e chiude il cerchio al Vasco, dove aveva iniziato, a 38 anni.

 

Perché lo chiamavano O Animal?

Il soprannome, «O Animal», glielo affibbiò il giornalista Osmar Santos, quando Edmundo aveva 23 anni: «Non nasce dai miei comportamenti. Santos usò l’espressione l’animale della partita. Siccome io spesso ero il migliore, mi rimase quell’etichetta — ha spiegato poi il brasiliano —. Adriano, una persona a cui voglio bene, è diventato l’Imperatore. Fa le stesse cagate che faccio io, anche peggio, eppure è l’Imperatore. E io sarei l’animale…».

 

edmundo 11

La fama da playboy

Edmundo ha sempre avuto la fama del donnaiolo incallito. «Ho avuto tantissime donne. La prima fu mia cugina Saionara: avevo 13-14 anni, lei 19. Mi prese lei. Era una cosa complicata all’epoca. Ci si baciava tanto, si faceva molto petting, ma non c’erano i soldi per un motel e non c’era una macchina per farci sesso. Era tutto a rischio — ha rivelato qualche anno fa a Playboy —. Posso dire invece con certezza che con Daniela, la mia prima ragazza che abitava a Guadalupe, consumai davvero. E con grande piacere. Avevo 15 o 16 anni».

 

 

Il figlio omosessuale che all’inizio non ha accettato

Due matrimoni e innumerevoli tradimenti («Ma mai un amante fissa, solo scappatelle»), Edmundo ha avuto quattro figli da donne diverse. Con il primogenito Alexandre, omosessuale — a 14 anni la madre lo portò a fare sedute d’esorcismo per guarirlo — non ha avuto contatti per dieci anni prima di un riavvicinamento recente.

edmundo 40

 

Il fratello assassinato

Nel novembre del 2002, quando giocava in Giappone, il fratello Luis Carlos venne assassinato. Il corpo venne ritrovato nel bagagliaio di una Fiat Palio, nella periferia di Rio. In pochi anni morirono anche i genitori. «Non mi riprenderò mai. Scambierei fama, carriera, soldi, tutto, per averli con me — ha detto Edmundo in un’intervista del 2014 a NetVasco —. Posso solo fingere di essere felice».

 

L’incidente stradale e la condanna

EDMUNDO

Edmundo ha litigato con avversari, compagni di squadra, con l’amico Romario, prendendo decine di espulsioni. È anche finito agli arresti domiciliari per aver preso a calci un cameramen. Ma l’episodio che lo ha segnato è del 95, poco prima di Natale, quando causa un gravissimo incidente stradale a Rio. Tre persone morte: una ragazza che viaggiava in macchina con lui e una coppia che era nell’altra auto. Nel 2011 viene condannato a quattro anni e mezzo di semilibertà per omicidio colposo e lesioni, ma dopo innumerevoli ricorsi evita il carcere grazie alla prescrizione.

edmundo carnevale rio

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...