mancini

FIATO ALLE POMPE PER L’ITALIA DI MANCINI. MA I GIORNALONI CHE MENANO LA GRANCASSA DIMENTICANO CHE DA DUE ANNI E MEZZO L’UNICA BIG CHE LA NAZIONALE HA INCONTRATO E’ STATA L’OLANDA. GLI AZZURRI NON HANNO GRANDE ESPERIENZA NELLA MANIFESTAZIONE. I DEBUTTANTI SONO 19 E SOLO IN 7 HANNO GIÀ GIOCATO IL TORNEO. DONNARUMMA, LOCATELLI E BERARDI (IN CAMPO CONTRO LA TURCHIA) NON HANNO MAI SENTITO LA MUSICHETTA DELLA CHAMPIONS...

Claudio Savelli per "Libero Quotidiano"

 

roberto mancini ct

L' Italia non sembra avere difetti. Anche José Mourinho é d' accordo: «È difficile trovargliene», ha spiegato in uno dei suoi impegni da commentatore prima dello sbarco a Roma, ma qualcuno lo dovrà pur fare.

 

Perché tenere i piedi per terra prima dell' Europeo é utile per giocarlo al meglio, soprattutto se sei l' Italia e storicamente non hai mai vinto quando eri tra le favorite. E poi perché questa Nazionale arriva da 27 risultati utili consecutivi (22 vittorie e 5 pareggi)- la seconda miglior striscia nella storia dopo quella tra il 1935 e il 1939 con Vittorio Pozzo (30 di fila) - che potrebbero illudere, visto che da due anni e mezzo il massimo avversario é stato l' Olanda reduce da un fallimento tanto quanto l' Italia e ora é 16esima nel ranking, dietro agli azzurri (settimi).

mancini

 

Dunque un difetto é utile trovarlo, non per sfoderare un «l' avevo detto» al bar sport in caso di fallimento ma per un sano bagno di umiltà pre -Europeo. All' Italia manca esperienza nella competizione. Solo 7 azzurri sui 26 convocati hanno già disputato un Europeo: Sirigu, Chiellini, Bonucci, Florenzi, Insigne, Bernardeschi e Immobile. E di questi, solo i due centrali della Juventus e l' ex capitano della Roma hanno giocato da titolari (con Conte nel 2016, soprattutto), gli altri sono stati utilizzati come rimpiazzi, in partite irrilevanti (come la terza del girone con l' Irlanda nell' ultima rassegna) o negli ultimi minuti.

roberto mancini man city

 

È un deficit apparente, in realtà, dovuto alla nuova forte presenza della nuova generazione di azzurri, per fortuna più talentuosa di quella precedente: quando il debutto é massivo, e si é per altro reduci da una tabula rasa come quella post -Svezia, é ovvio che manchi esperienza. L' importante é abituarsi subito e, se possibile, rintracciarla altrove.

 

mancini vialli

In questo senso, l' Italia può consolarsi con le campagne continentali firmate Allegri di Bonucci e Chiellini, l' ascesa europea di Jorginho e Emerson, che nel giro di tre stagioni al Chelsea hanno vinto l' Europa League e la Champions, e l' ormai abitudine ai grandi palcoscenici di Verratti e Florenzi (tra l' exploit con la Roma e il Psg), soprattutto perché tutti i menzionati sono considerati titolari dal ct. Sono il contraltare di Donnarumma, Locatelli e Berardi, gli unici dell' undici d' esordio contro la Turchia (domani alle 21, diretta Sky Sport e Rai Uno) che non hanno mai giocato in Champions, tabù che probabilmente sfateranno nella prossima stagione.

gigio donnarumma foto mezzelani gmt 035

 

La formazione é fatta. Mancini ha deciso di non utilizzare l' arma della pretattica ma di presentare la squadra ideale. L' unico assente sarà Verratti, che nel frattempo ha ricominciato ad allenarsi con il pallone: Locatelli, appunto, é l' erede designato («Deciderò dopo l' Europeo il futuro ma ne ho già parlato col Sassuolo», spiega il centrocampista, lasciando intendere le sue ambizioni) nella mediana con Jorginho e Barella, dietro al tridente Insigne -Immobile -Berardi e davanti a Donnarumma più Florenzi, Bonucci, Chiellini e Spinazzola. È noto anche l' arbitro, Danny Makkelie, olandese nato nell' isola caraibica di Curacao, nazione costitutiva dei Paesi Bassi, considerato da Rosetti, designato re Uefa, uno dei tre top fischietti europei. Una garanzia in campo continentale, quindi. L' Italia dovrà diventarlo fin dal debutto.

mancini sampdoriamancini nazionalemancini in nazionalemancini leicestermancini liam gallaghermancini inter 1mancini inter 2mancini inter 3mancini laziomancini man citymancini sampdoria2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…