GOLDEN GALA? NO, GOLDEN SOLA! LA SERATA NO DI TAMBERI E JACOBS. IL CAMPIONE DELL’ALTO CHIUDE TERZO E CHIEDE SCUSA: “NON SONO STATO ALL’ALTEZZA DEL PUBBLICO. IL FUTURO? NON HO ANCORA DIGERITO PARIGI. È UN PERIODO TROPPO PESANTE PER PRENDERE DECISIONI” – JACOBS MOLLA NEL FINALE DEI 100 METRI PER PROBLEMI AI BICIPITI – “E’ STATA UNA GIORNATA DEL CAVOLO, DA QUANDO MI SONO SVEGLIATO HO CAPITO CHE ERA UNA GIORNATA NO, NON SOLO PER COLPA MIA. ERA INUTILE FARSI DEL MALE PER NIENTE..”

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Mattia Chiusano per repubblica.it

 

 

jacobs tamberi jacobs tamberi

La serata no dei “gemelli d’oro” di Tokyo. Gianmarco Tamberi terzo nell’alto con 2,27 e pronto a scusarsi di fronte alla Curva Sud piena per lui come agli Europei di giugno. Marcell Jacobs in ritardo da metà gara in poi, addirittura rinunciatario nell’ultimo tratto dei 100 metri. Il Golden Gala non è stato la festa che ci si aspettava per i due gioielli dell’atletica italiana, in una sera in cui a vincere per gli azzurri è stato l’ultimo arrivato Andy Diaz Hernandez, bronzo olimpico a Parigi che dopo il successo a Firenze un anno fa ha saltato 17,32 nel salto triplo.

 

Stanco Lorenzo Simonelli, sesto nei 110 ostacoli in 13’’34 nello stadio in cui vinse gli Europei con record italiano, in crescita Nadia Battocletti, argento nei 10000 a Parigi, in una distanza inedita come i 1500, per la prima volta sotto i quattro minuti (3’59’’19, undicesima). La serata è stata piena di gare di altissimo livello, compresi i 3000 siepi in cui Winfred Yavi del Bahrein ha sfiora il record del mondo di appena 7 centesimi (8’44’’39), e i 100 ostacoli in cui la giamaicana Ackera Nugent ha ottenuto la quarta prestazione di sempre in 12’’24. Ma appunto, sotto tono sono stati soprattutto i due più attesi, stretti dall’indimenticabile abbraccio di Tokyo.

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Dieci centimetri in meno, per Tamberi, rispetto alla serata trionfale degli Europei di Roma. Il ritorno all’Olimpico non è stata brillante come voleva Gimbo, la condizione fisica e mentale non è paragonabile a quella di giugno, il 2,27 finale che gli è valso il terzo posto dietro il coreano Woo, il giamaicano Beckford e a pari merito con l’ucraino Doroshchuk dice tanto del momento dell’ex campione olimpico dopo la delusione di Parigi. “Mi spiace tanto, la curva Sud era come agli Europei.

 

Fantastico vedere la gente così carica, sono io che non sono stato all’altezza del pubblico. Non sentivo le sensazioni giuste, evidentemente ha pesato la stanchezza della gara in Polonia (2.31), è tutto un up and down in questo periodo. Chiedo scusa a quelli che sono venuti. A un certo punto ho visto mia moglie e mi è venuto da dire “ora smetto”. è questo il motivo per cui dovrei staccare adesso, anche se mi sono impegnato per alcune gare. Non ho ancora digerito Parigi, non mi aspettavo una gara così. È un periodo troppo pesante per prendere decisioni”.

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Marcell Jacobs non sorrideva come al solito alla partenza, al via è rimasto sulla linea dei migliori, per poi spegnersi a metà gara, e addirittura mollare a venti metri dalla fine, quasi seccato (e chiudere comunque in 10’’20). A vincere Tebogo del Botswana in 9’’87, sotto i dieci anche gli americani Coleman (9’’92) e Kerley (9’’95). “L’Olimpico è magnifico sempre, nient’altro da aggiungere. E’ stata una giornata del cavolo, da quando mi sono svegliato ho capito che era una giornata no, non solo per colpa mia… i bicipiti erano duri, non sono riuscito a gestire il riscaldamento come avrei voluto, era inutile farsi del male per niente".

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