LA GUERRA DELLO SPORT - "NON È VERO CHE MALAGÒ HA CHIESTO DI PUNIRE L'ITALIA", UN PORTAVOCE DEL CIO NEGA CHE IL PRESIDENTE DEL CONI ABBIA SOLLECITATO, IN UNA DELLE DUE LETTERE INVIATE SUI RAPPORTI CON IL PRECEDENTE GOVERNO, UNA PUNIZIONE PER IL PROPRIO PAESE - "MEGALO’": “NELL’AMBITO DEI DECRETI ATTUATIVI DELLA LEGGE DELEGA DOBBIAMO SISTEMARE ALCUNI ASPETTI IN PALESE CONTRADDIZIONE CON LA CARTA OLIMPICA”- LO SCONTRO CON BINAGHI (FEDERTENNIS)– VIDEO

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Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia

Da ansa.it

Giovanni Malagò Foto Mezzelani GMT05 Giovanni Malagò Foto Mezzelani GMT05

"Non è vero che Malagò ha chiesto di punire l'Italia". Un portavoce del Cio nega all'ANSA che il presidente del Coni abbia sollecitato, in una delle due lettere inviate sui rapporti con il governo, una punizione per il proprio Paese come denuncia in prima pagina il quotidiano 'La Repubblica". Alla domanda su cosa pensi il Cio della controversia tra il passato governo e il Coni in Italia, il portavoce ha replicato "la nostra posizione è molto chiara ed è stata spiegata in una lettera che è già stata resa pubblica".

 

 

MALAGO’

Elisabetta Esposito per gazzetta.it

lettera cio malagò lettera cio malagò

 

Il presidente del Coni Giovanni Malagò mostra serenità sul caso delle lettere inviate al Cio a proposito della legge delega approvata al Senato ad agosto che andrebbe contro i principi della Carta olimpica sull’autonomia dello sport: “È un atto dovuto. Se non avessi evidenziato situazioni normative che sono sotto gli occhi di tutti, da membro Cio, che non è un rappresentante dell’Italia, sarei stato sanzionato — ha detto a margine della presentazione della Roma Canoe Marathon e Tevere Day al Coni —. Ma tutto questo non è mai stato un segreto e ad essere sinceri, non capisco la motivazione e il clamore di tutto questo, è un atto scontato”.

Giovanni Malagò Foto Mezzelani GMT02 Giovanni Malagò Foto Mezzelani GMT02

 

Il clamore di cui parla è dovuto alla pubblicazione delle lettere oggi su La Repubblica, che stanno sollevando un bel polverone e che il presidente della Fit Binaghi, con cui Malagò è in dichiarato conflitto, ha definito “sconvolgenti”. Il numero uno del Coni ribadisce: “Nell’ambito dei decreti attuativi della legge delega dobbiamo sistemare alcuni aspetti che sono in palese contraddizione con la Carta olimpica.

 

Quello che è chiaro è che qui ci sono un aggressore e un aggredito. E quando si vieni aggrediti è normale difendersi. Avete sentito l’appello della Pellegrini che ha chiesto protezione a Mattarella, anche gli atleti sono preoccupati perché è stata fatta confusione e loro si sentono nel limbo, mentre vogliono solo tranquillità”.

 

giovanni malagò e angelo binaghi foto mezzelani gmt 04 giovanni malagò e angelo binaghi foto mezzelani gmt 04

SCONTRO CON BINAGHI—   Quindi il discorso si sposta su Binaghi e si aggiunge un nuovo tassello alla polemica: “Mi auguro che la Sport e Salute che sta parlando ora con Angelo Binaghi per le fideiussioni alla Fit per gli Atp Finals di Torino non sia la stessa che adesso si sta occupando dei contributi pubblici alle federazioni. Altrimenti sarebbe il primo grave conflitto di interesse”.

 

E ancora: “La legge prevede che, per il finanziamento alle Federazioni, la Sport e Salute sia obbligata a sentire il Coni, ma Carlo Mornati (segretario generale del comitato olimpico, ndr.) non è mai stato convocato, mentre avrebbero dovuto chiamarlo per primo. Questo non è corretto e non rispetta le norme, una cosa che verrà segnalata al nuovo Governo”.

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