edi rama

ITALIA-ALBANIA: PARDO APPARECCHIA IL DERBY DELL’AMICIZIA SU INSTAGRAM - IL PREMIER EDI RAMA SPIEGA A "TIKI CASA" LA DECISIONE DI INVIARE 'UN ESERCITO BIANCO' NEL NOSTRO PAESE E INVITA L’EUROPA A FARE COME "IL MILAN DI SACCHI" - GIULIANO SANGIORGI RICORDA GLI SBARCHI DEGLI ALBANESI IN PUGLIA. E RIVELA... - EX GIOCATORE DI BASKET, EDI RAMA PARLA DELLA NAZIONALE, DELLA JUVE, DI ZOFF E DI MOURINHO - IL TWEET DI LAPO - LA STORIA DELL'AMICIZIA CON IL "VATE" BIANCHINI - VIDEO

Francesco Persili per Dagospia

 

edi rama

"Siamo in una guerra mondiale contro il coronavirus. Non si può vincere solo giocando in difesa, con il catenaccio. Qui ci vuole un’Europa che faccia come il Milan di Sacchi. Gli Stati campioni si mettano a disposizione della squadra”. Il premier albanese Edi Rama interviene a “Tiki casa”, la versione social di “Tiki Taka”, e torna sulla decisione di inviare in Italia ‘l’esercito bianco’ di 30 medici e infermieri per l’emergenza coronavirus. “Non possiamo combattere divisi all’interno delle proprie frontiere, senza reagire insieme”.

 

sacchi berlusconi

“Non siamo privi di memoria e non abbandoniamo mai l’amico in difficoltà”, aveva detto il primo ministro di Tirana in un discorso che ha raccolto tantissimi consensi (non solo) sui social. Gratitudine e senso di una memoria comune. “Mi ricordo gli sbarchi in Puglia negli anni ’90”, rivela Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. “Con mio padre andammo a fare la spesa e portammo generi alimentari al porto di Brindisi. Provai un dolore fortissimo. Credo che l’Albania ricordi la nostra accoglienza…”. Due popoli che si danno la mano e condividono la sofferenza di questo tempo.

GIULIANO SANGIORGI

 

“La conta dei morti ogni sera suscita una enorme tristezza – prosegue Edi Rama - Siamo in una guerra in cui l’onnipotente esercito americano e il modestissimo esercito albanese valgono lo stesso, cioè zero. Parliamo di intelligenza artificiale ma quando il nemico arriva nel nostro mondo non ci sono mascherine, non si trovano respiratori. L’Europa è la nostra casa comune. Se minaccia di bruciare non si può restare appartati e aspettare che il virus vada via. Spero che questa crisi si trasformi in opportunità per approfondire come vogliamo vivere e cosa vogliamo essere”.

 

edi rama

Ex giocatore di basket, Edi Rama ha l’Italia nel cuore. Dall’altra parte dell’Adriatico, al tempo della dittatura, l’Italia era l’America. E si tifava per gli azzurri. “Eravamo chiusi in un bunker, la sola finestra erano le partite di calcio della Nazionale italiana”. Il “Vate” Valerio Bianchini lo ricorda studente d’arte nel 1988 al tempo di una trasferta della Scavolini Pesaro in Albania in cui il futuro premier albanese svolgeva il ruolo di interprete. Lapo Elkann si è esaltato davanti alle sue foto con le giacche della Juve: “Adesso mi è tutto più chiaro perché l’Albania è guidata da un grande Uomo”. L’ex sindaco di Tirana rivela a Pardo che le sue simpatie bianconere risalgono al tempo di Dino Zoff la cui foto campeggiava sopra il suo letto. “Prima di spegnere la luce lo guardavo”. “Ho avuto una debolezza solo quando è arrivato Mourinho all’Inter. Ho gioito per i suoi successi. Tutti hanno i loro peccati…”

zoff

 

 

EDI RAMA: UN GIOCATORE DI BASKET CHE HO CONOSCIUTO BENE E DI CUI VOGLIO RACCONTARVI L'AMICIZIA.

 

Dal profilo Facebook di Valerio Bianchini

 

VALERIO BIANCHINI

Nel 1988, allenavo la Scavolini che, avendo vinto il campionato la stagione precedente , partecipava all'Eurolegue. Come già mi era successo con Cantù, le prime qualificazioni ci facevano incontrare il Partizan di Tirana, una competizione che non dava pensieri ma che anzi suscitava in noi grande curiosità per il piccolo Paese blindato da un tetro dittatore che seminava le campagne di fortificazioni militari a difesa della Nazione dall'invasione prossima degli italiani.

BIANCHINI PETERSON

 

I ragazzi scherzavano con i nostri americani, Cook e Daye, ricordando loro che l'Albania era il paese più comunista che si potesse immaginare. Daye, che sospettava di essere preso in giro, venne da me per sapere la verità. Io non potei che confermare quanto aveva sentito dai compagni. L'Albania era effettivamente il paese più comunista conosciuto. Aggiunsi che non avevano rapporti né con la Russia di Breznev, né con la Cina di Mao, perchè entrambi i paesi erano considerati dagli albanesi troppo di destra.

Completai le informazioni dicendo che l'Albania intratteneva relazioni diplomatiche solo coi khmer rossi della Cambogia, che per gli americani erano nient'altro che i temutissimi sterminatori dei loro soldati nella guerra del Vietnam.

valerio bianchini

 

Partimmo da Falconara per un breve volo di mezzora al di là dell'Adriatico. Darren Daye si sedette accanto a me , un po' pallido in volto, nonostante la sua abbronzatura naturale. Mi chiese: “ Coach, quante ore di volo ci sono per Tirana?” “Mezz'ora “ risposi. “ Wow, esclamò Darren, L'Italia è così vicina alla Cambogia?” A ulteriore conferma della scarsa familiarità degli americani col mappamondo.

 

Arrivati a Tirana, ad accoglierci con i funzionari del governo c'era anche un ragazzo alto, distinto e gentile. “Sono un giocatore di basket e poiché parlo la vostra lingua, sarò il vostro interprete”.

 

cino marchese valerio bianchini

La cosa m meravigliò non poco, perchè solitamente i nostri accompagnatori all'Est erano agenti dei servizi segreti con l'aspetto truce dei personaggi di Le Carré. Il ragazzo, oltre che appassionato di basket che sapeva tutto sul campionato italiano, era colto e la sua conversazione brillante. Passò molte ore con me e fu immediata amicizia. Era uno studente di arte e mi condusse a visitare il Museo di Scanderbeg, l'eroe albanese. Mi faceva mille domande e negli occhi aveva un gran desiderio di volare a di là dell'Adriatico, lontano dalla cupa dittatura di Henver Hoxha, che teneva l'Albania in una specie di medioevo comunista.

 

valerio bianchini dan peterson

Venne il momento della nostra partenza e Edi Rama era all'imbarco con noi. Mi regalò un ritratto da lui dipinto di una giovane fanciulla in abiti del suo folclore. E aveva negli occhi una grande tristezza e un desiderio insopprimibile di venire con noi. Lo salutai con calore, convinto di rivederlo a Pesaro, quando il Partizan fosse arrivato per la partita di ritorno. Ma quando giunsero gli albanesi lui no era con loro. Era rimasto in Albania.

 

Una ventina d'anni dopo mi telefona Marzorati e mi dice che Edi Rama il sindaco di Tirana desidera contattarmi. Edi è famoso. Ha appena vinto il premio internazionale di “Sindaco dell'anno” davanti a Veltroni , sindaco di Roma. Edi aveva trasformato la grigia e degradata Tirana di Hoxha in una nuova imprevedibile città, ricca di giardini e con le vecchie case ridipinte in mille colori come un quadro dadaista. Era successo che pocodopo la nostra visita, Edi era riuscito a fuggire a Parigi per studiare arte. Da Parigi coordinava una specie di resistenza albanese con la pubblicazione di fanzine che facevano inviperire il regime.

 

valerio bianchini

Quando Hoxha crollò assieme al comunismo internazionale col muro di Berlino, in Albania si scatenò una sanguinosa guerra di fazioni politiche. Edi tornò per visitare i suoi e una notte gli tesero un'imboscata e lo massacrarono di percosse. Il medico disse che a salvarlo era stata la sua corporatura di giocatore di basket. Trovò ancora rifugio in Francia e intanto le cose in Albania andavano sistemandosi. Morì il padre ed Edi tornò per il funerale e il primo ministro gli offrì il ministero della Cultura. Cominciò così una carriera politica che oggi lo vede Primo Ministro.

 

valerio bianchini

Edi, da sindaco, si ricordò dell'allenatore con cui aveva stretto amicizia da ragazzo e mi invitò con mia moglie per un soggiorno nell'Albania che stava cambiando. Mi fece fare un viaggio lungo le coste incontaminate di quella meravigliosa sponda dell'Adriatico, fino al teatro romano di Butrinto, ai confini con la Grecia. Rinsaldai l'amicizia e capii dall'ampiezza della sua visione politica che Edi non si sarebbe limitato a fare il sindaco della capitale. Ieri il nostro Renzi per chiudere il semestre europeo a guida italiana ha scelto l'Albania recandosi a incontrare Edi Rama.

 

Una scelta dettata dall' esempio di un Paese uscito dalla dittatura verso la modernità sotto la guida geniale ed ispirata di un ragazzo che giocava a basket.

 

 

mourinho

 

edi rama luigi di maiomatteo renzi ed il premier albanese edi rama 1mourinhomatteo renzi ed il premier albanese edi rama 3matteo renzi ed il premier albanese edi rama 2luigi di maio edi rama 2PIERLUIGI PARDO - CIRO FERRARA - BOBO VIERIPIERLUIGI PARDOedi rama

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?