allegri danilo guardiola

“ALLEGRI? VALE GUARDIOLA” – DANILO, IL PRIMO CAPITANO (FISSO) BRASILIANO DELLA STORIA DELLA JUVENTUS ESALTA "ACCIUGA": "GUARDIOLA È PER UN CALCIO PIÙ POSIZIONALE, ALLEGRI TI DICE: SE CON TRE PASSAGGI RIESCO AD ARRIVARE IN PORTA, PERCHÉ DEVO IMPIEGARNE 50? LUI VUOLE SOPRATTUTTO VINCERE. È PRATICO, CONCRETO. SE SONO ARRIVATO A QUESTI LIVELLI LO DEVO AGLI ULTIMI DUE ANNI CON LUI” – E POI PIRLO, POGBA, L’ADDIO DI BONUCCI E CHIESA...

Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport

 

 

 

DANILO

Danilo risponde su tutto, non evita un solo tema, un solo argomento. Si esprime su tattica, allenatori, compagni, psicologia (la sua passione), razzismo, Bonucci, Pogba, Ancelotti, Ronaldo. Lo fa in un ottimo italiano: possiede un vocabolario ricco, di molte letture.

 

Ha i caratteri del leader naturale, peraltro immediatamente individuati: a 22 anni era già il capitano del Porto. «Abbiamo l’obbligo morale di essere responsabili delle nostre azioni e anche delle nostre parole e persino dei nostri silenzi»: se non l’avesse preceduto lo scrittore e saggista cileno Roberto Bolaño , lo stesso concetto l’avrebbe certamente sviluppato lui, che è anche il primo capitano (fisso) brasiliano della storia juventina: Alex Sandro lo fu occasionalmente in coppa, a Vila-real 

 

 

 

MASSIMILIANO ALLEGRI

Danilo, sei stato allenato, in ordine d’importanza - graduatoria strettamente personale -, d a Guardiola, Allegri, Zidane, Sarri, Benitez, Lopetegui, Fonseca, Muricy Ramalho, un’istituzione in Brasile, Vitor Pereira e Pirlo. Andrea lo metto per ultimo soltanto perché ha appena cominciato.  

«Ad Andrea farei scalare qualche posizione. Con lui ho vissuto una stagione formativa, per me è stato molto importante. Mi ha fatto crescere dandomi un ruolo che era tanti ruoli e insegnandomi a trovare sempre la posizione giusta in rapporto ai vari momenti della partita. Guardiola e Max, per me, sono primi a pari punti». 

 

Pur se molto diversi. 

«Guardiola è per un calcio più posizionale, anche con lui ho giocato in più ruoli. A destra, al centro, a sinistra, in mezzo al campo. Dalla squadra pretende il controllo della partita in ogni momento, dà indicazioni precise, concede qualche libertà esclusivamente agli attaccanti». 

 

Tanti ruoli li ricopri anche con Allegri. 

«Sono un centrocampista prestato alla difesa, in origine lo ero a tutti gli effetti. Con Max condivido moltissime cose, è leale, diretto, pochi giri di parole, e sa anche tornare sui suoi passi. Il nostro è un rapporto talmente franco da sfiorare la complicità». 

 

È un semplificatore dichiarato. 

DANILO

«Ti dice: se con tre passaggi riesco ad arrivare in porta, perché devo impiegarne cinquanta? Max vuole soprattutto vincere. Se nel calcio non vinci non ti diverti e non diverti. È pratico, concreto. Se sono arrivato a questi livelli lo devo agli ultimi due anni con lui. Insiste molto sull’aspetto mentale, sulla libertà di espressione nel rispetto di certi codici tattici, e punta sui movimenti... Anch’io cerco ogni giorno di trasferire ai compagni quelle che sono le basi della mentalità vincente». 

 

 

 

Porto, Real, City, Juventus: non ti sei fatto mancare niente, sul piano delle pressioni e degli obblighi. Giorni fa Ettore Messina, 33 titoli nel basket, mi ha ricordato una frase di Jorge Valdano relativa proprio all’esperienza al Real: «Al Madrid ganar es un alivio, vincere è un sollievo».  

(Sorride) «È così. Considero un privilegio il fatto di essere sempre stato sottoposto a quest o genere di pressioni». 

 

Messina ha anche smontato un luogo comune, quello che vuole gli allenamenti più importanti della partita. 

bonucci il cognato e allegri

«Ci sono giorni in cui in allenamento non vinco un contrasto. Posso essere stanco di testa, o di gambe, non so. Ma quando vedo quella maglia qualcosa dentro di me succede. Provo sensazioni fortissime. Il motore si accende all’istante. È una questione di responsabilità individuali e collettive. Ci sono momenti in cui guardo la fascia al mio braccio e avverto uno stimolo in più. La partita è il mio vizio». 

 

Nelle prime tre giornate hai messo insieme numeri impressionanti, come difensore: 215 passaggi riusciti e 50 passaggi progressivi, il migliore del campionato. 

«Anche la ricerca della precisione è una responsabilità». 

 

Come ti poni di fronte al caso Bonucci? Chiudere dopo esperienze così intense e lunghe è sempre complicato: ho portato gli esempi facili di Maldini al Milan e Totti alla Roma. 

«Solo casualità, non si possono fare paragoni. Sono storie, caratteri e realtà differenti. Io...» . 

 

Tu?  

DANILO

«Io voglio che la decisione di smettere sia mia e soltanto mia, spero di poterlo fare tanto con il club quanto con la Nazionale. So che nel calcio possono intervenire altri fattori, gli imprevisti, ma so anche che farò il possibile per avere il pieno controllo di quel momento, anticipandolo». 

 

Giocare insieme a Ronaldo com’è stato? 

«Cristiano è uno che studia, non si concentra soltanto sulla tecnica. Si interessa dell’aspetto mentale, dell’alimentazione. L’obiettivo finale è certamente la prestazione, la cura che lui mette in tutte le cose e nella preparazione è formidabile». 

 

Da tempo la società e la squadra non conoscono la serenità. L’ultim o incidente, in ordine di tempo, la positività di Pogba. 

mano di danilo verona juve

«Sono dispiaciuto per quello che sta capitando a Paul. L’avevo visto molto più presente, la testa giusta. Gli sono sempre stato vicino, tante volte l’ho invitato a non mollare, a spingere e spingersi oltre. Non lo abbandono proprio adesso... Devo dire che qui alla Juve non mi sono fatto mancare nulla, dopo sei mesi il Covid, poi i problemi societari, adesso i guai di Paul. S peravo in una stagione più lineare». (Chiude la frase con un sorriso). 

 

Per Vlahovic è un anno importante: dopo un’estate per lui particolare, ora deve riprendersi anche il posto in nazionale, Mitrovic l’ha sorpassato. 

«È molto giovane, ha avuto alti e bassi, ma fa parte del giusto percorso di crescita. Si mette addosso molte pressioni, deve imparare a gestirle. Se ci riuscirà diventerà uno dei migliori centravanti europei». 

 

pep guardiola

 

E Chiesa? 

«Uno dei talenti più importanti dell’Italia, ha bisogno di essere coccolato, si può dire coccolato?». 

 

Certo. 

«Ha grande tecnica, ma deve imparare a competere in ogni istante. Ti porto l’esempio di Foden, altro talento, lui è uno che non si concede pause, è sempre in tiro. Federico deve arrivare al suo livello con la testa». 

 

Del Brasile sei un titolare irremovibile, presto conoscerai Ancelotti. 

«In Brasile conta l’immediato. Diniz è giovane, lasciamolo tranquillo, davanti a noi ci sono le partite di qualificazione al Mondiale, e non sono semplici». 

 

ivan zazzaroni

Il razzismo si combatte con la cultura: è una delle tue certezze. 

«Con la cultura, la responsabilità e la chiarezza. I giri di parole e l’indignazione di un momento non servono. Quando la scorsa stagione ci fu il caso Lukaku, pubblicai un post del quale ancora mi pento. Generico, solo riferimenti banali, niente nomi. Mi sarei dovuto esprimere diversamente». 

La tua fondazione si chiama “A voz futura” e si occupa di garantire un percoso di studi ai bambini del Paese. 

«Molti giovanissimi non hanno nemmeno la possibilità di avvicinarsi alla scuola. Solo la cultura li può rendere davvero liberi». 

 

 

 

 

massimiliano allegriverona juve danilo

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”