“LA FERRARI NON RISPONDE COME VORREI” – LA MERCEDES DOMINA E VETTEL GIA’ SI LAMENTA DELLA ROSSA – I DUBBI DI LECLERC SULLA STRATEGIA DEL TEAM NEI SUOI CONFRONTI - IL PRESIDENTE DEL CAVALLINO ELKANN SPARGE OTTIMISMO: “LA MERCEDES È ANCHE PIÙ FORTUNATA, IL GIRO VELOCE OGGI L'ABBIAMO FATTO NOI. IL CAMPIONATO È ANCORA LUNGO” (CIAO CORE)

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Paolo Rossi per la Repubblica

 

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Processo? Ma quale processo, ma che siete matti? Le posizioni Ferrari sono più o meno queste, dopo il 4- 0 della Mercedes realizzato a Baku. Quattro gran premi, e quattro doppiette tedesche in questo 2019: non è mai successo in F1, la Williams 1992 si fermò a tre ( ieri ha vinto Bottas su Hamilton, terzo Vettel e quinto Leclerc). Va riconosciuto che la Ferrari ha subito una certa dose di sfortuna, ça va sans dire: avremmo potuto scrivere pagine di cronaca e storia diverse se in Bahrain un cortocircuito non avesse afflosciato Leclerc in fuga per la vittoria e se sabato lo stesso monegasco non avesse fatto da solo corto circuito sbattendo contro un muretto, giusto prima di «una potenziale pole position che avrebbe cambiato l' inerzia di questo gran premio dell' Azerbaigian» il pilota dixit.

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Respinte le accuse, restano i dati numerici: - 35, per Vettel da Bottas, e in mezzo c' è Hamilton, - 74 nella classifica costruttori. «Ci sono altri diciassette gran premi » ripete Mattia Binotto, il principal e anche responsabile tecnico della Scuderia. E la sua aria sorniona non aiuta a capire se è solo una difesa d' ufficio oppure lui ha un suo piano strategico, delle trappole già pronte nel prosieguo della stagione. Per il momento rintuzza e respinge i dubbi, e magari le prove, che lo avrebbero condotto in tribunale. Ad esempio, a caldo nell' immediato post gara, Charles Leclerc aveva manifestato qualche dubbio sulla strategia del team nei suoi confronti: «Fermarmi prima ai box? Non lo so, l' unico pensiero è che ho perso tanti secondi con Hamilton, Bottas e anche Vettel che poi sono passati. Ci sarà una ragione dietro, ma devo guardare e capire».

 

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Ecco, parole che potevano spargere qualche veleno. « Ma no, ne abbiamo parlato insieme e, per quanto avremmo potuto anticipare il pit stop, il risultato finale sarebbe stato sempre uguale. Non sarebbe cambiato, credetemi » ha risposta a domanda Binotto, con Leclerc che ha annuito senza voler aggiungere null' altro. Allora viene da pensare che la situazione sia disperata e che agli appassionati, di motori e di Ferrari, tocchi assistere a un monologo Mercedes. « No, guardiamo le cose buone: eravamo veloci, il passo c' era » continua Leclerc. Eppure le immagini mostrano un Vettel in difficoltà, quasi in una sorta di combattimento con la macchina, cosa peraltro confermata dal pilota: « Non sto guidando al mio meglio perché la macchina non risponde come vorrei. È un feeling che senti o non senti, qualsiasi pilota può confermarvelo».

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Chissà, forse ha ragione John Elkann, il presidente Ferrari piombato a Baku nel weekend con la famiglia, che bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno: «La Mercedes è più forte e più fortunata, eppure il giro veloce oggi l' abbiamo fatto noi. Ho visto che lo spirito in Ferrari è molto buono, c' è tanta voglia di vincere e il campionato è ancora molto lungo » . Un' opinione ovviamente condivisa da Binotto, che vede «in ogni gran premio un' occasione in più da sfruttare».

 

Il problema, allora, è un altro e risale ad ancor prima dell' inizio del Mondiale: ai test invernali. Forse sono stati quelli a ingenerare delle aspettative al momento disattese: forse bisognerebbe abolirli.

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