luca lucci arresti capi ultrà inter milan

“MA VAI A FARE IN CULO CHE C’HO UNA SETE DI SANGUE CHE SOLO DIO LO SA!” – COSI’ PARLAVA LUCA LUCCI, CAPO-TIFOSO MILANISTA CHE SI FECE FOTOGRAFARE CON MATTEO SALVINI. C’E’ ANCHE LUI TRA I 19 ULTRAS DI INTER E MILAN ARRESTATI - I PM CONTESTANO L’AGGRAVANTE DEL METODO MAFIOSO AI COMPONENTI DEL TIFO NERAZZURO (IN RIFERIMENTO ALL’OMICIDIO BELLOCCO, RAMPOLLO DELLA ‘NDRANGHETA, AD OPERA DELL’ALTRO CAPO ULTRA’ INTERISTA BERETTA), ASSOCIAZIONE A DELINQUERE SEMPLICE PER I ROSSONERI. L’ACCORDO PER GESTIRE GLI AFFARI DI SAN SIRO, LA GESTIONE DEI PARCHEGGI E L'INFILTRAZIONE NEGLI APPALTI DELLO STADIO – LE MOTIVAZIONI DEL GIP: “IL MEAZZA È INCONTRASTATO DOMINIO DELLE TIFOSERIE ORGANIZZATE VIOLENTE”

Davide Milosa  per ilfattoquotidiano.it - Estratti

 

 

salvini luca lucci

Due curve, quelle di Inter e Milan, due direttivi e però una sola associazione per delinquere giocata dal punto di vista giuridico su due canali. Quella riferibile ai nerazzurri aggravata dal metodo mafioso per il collegamento e la collaborazione diretta con Antonio Bellocco, rampollo della ‘ndrangheta di Rosarno ucciso lo scorso 4 settembre ad opera di Andrea Beretta, altro capo ultrà dell’Inter, anche lui destinatario dell’ordinanza firmata oggi dal giudice per le indagini preliminari di Milano Domenico Santoro.

 

Associazione semplice invece quella che viene contestata a parte del direttivo rossonero con in testa i fratelli Lucci, Luca e Francesco. Secondo il giudice: “Le due associazioni hanno piegato una passione, il tifo per la squadra di calcio, ad occasione di guadagno, occupando il territorio di quella passione, lo stadio, con la violenza, acquisendo la capacità intimidatoria che ha permesso ai relativi accoliti di tenere condotte pervicaci sia al loro interno sia in danno delle attività economiche ivi operanti sia, ancora, nei confronti di soggetti estranei allo stadio”.

luca lucci capo ultras del milan ai funerali di fabrizio piscitelli

 

Non solo “per tutti i soggetti” indagati per i due reati associativi è evidente “la sussistenza di un gravissimo rischio di reiterazione di condotte delittuose dello stesso tipo di quelle per cui si procede e, in specie (ed in elevato grado), di criminalità organizzata e di gravi delitti commessi con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale”.

 

“Indole violenta e sopraffattrice” – Del resto “indagini come quella in esame rivelano l’esistenza di due sodalizi che hanno sostanzialmente reso lo stadio Meazza di Milano territorio sottoposto al loro, incontrastato, dominio. La capacità di intimidazione di cui gli accoliti si sono resi protagonisti nel corso del tempo ha determinato (come accade di osservare nelle associazioni che costituiscono la matrice da cui poi traggono origine i sodalizi mafiosi) una tale fama criminale, una tale e diffusa consapevolezza, all’interno e fra i consociati, della indole violenta e sopraffattrice di cui sono capaci, da generare un diffuso, costante e generalizzato clima di omertà (…). A ciò si aggiunga che i più gravi fatti violenti commessi dagli indagati non sono mai stati spontaneamente denunciati”.

salvini luca lucci

 

Tutti gli arrestati – Oltre ai Lucci risultano indagati Cristian Rosiello e Islam Hagag alias Alex Cologno, volti noti dei social per aver affiancato il cantante Federico Leonardo Lucia in arte Fedez nell’ultimo periodo. Anche nelle ultime ore, tanto che vengono ritratti nelle sue storie su Instagram durante un viaggio a Parigi con il cantante. Anche per loro è contestata l’associazione criminale. Per loro, come per Beretta, ma anche per l’altro leader nerazzurro Marco Ferdico oltre che per il padre Gianfranco il giudice ha disposto l’arresto in carcere. Diciannove i provvedimenti emessi su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano.

 

(...)

 

luca lucci

Gli incontri – Due direttivi, ma in pratica un’unica associazione. Tanto che il gip nelle esigenze cautelari per Beretta scrive: “Non esita a scendere a compromessi con Luca Lucci per la gestione dei comuni interessi economici o per la composizione di potenziali momenti di dissidio, nel contesto del vigente patto di non belligeranza. Le entrate economiche, per sua stessa ammissione, appaiono il solo orizzonte che lo interessa e, non a caso, determinano le plurime condotte estorsive”.

 

Decine le foto che ritraggono Ferdico, Beretta e Bellocco davanti al bar-ufficio di Luca Lucci, Italiana Drink di Cologno Monzese. E altrettanti gli affari condivisi dai direttivi. Tra i tanti il lucrosissimo business dei biglietti per la finale di Instanbul del 2023 tra l’Inter e il Manchestr City. Biglietti che saranno oggetto di pressioni di Ferdico addirittura sull’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, interpellato perché a sua volta convincesse la società a fornire più degli 800 biglietti pattuiti. Numero che alla fine salirà alla cifra di 1.500. A far da regista di questa santa alleanza tra curva Sud e curva Nord, secondo le indagini, è stato lo stesso Luca Lucci che avrebbe in qualche modo coordinato la nascita in curva Nord dello striscione unico come già successo in passato per la Sud.

 

luca lucci

La “fama criminale”- L’indagine, coordinata dalla squadra Mobile diretta da Alfonso Iadevaia e dai pm Paolo Storari e Sara Ombra oltreché dal procuratore Marcello Viola, ha così messo a nudo un vero e proprio sistema associativo nel quale, scrive il gip per la parte dell’Inter, i vari soggetti “costituivano, promuovevano, dirigevano e partecipavano a un sodalizio finalizzato a commettere una pluralità indeterminata di reati di lesioni, percosse, resistenza a pubblico ufficiale, rissa, estorsione, intestazione fittizia”.

 

omicidio antonio bellocco

In particolare, poi, il triumvirato composto da Bellocco, Beretta e Marco Ferdico aveva “il compito di coordinare tutte le attività, illecite e lecite, della curva Nord nonché di programmare gli scontri con le forze dell’ordine e delle tifoserie avversarie, italiane ed estere (…). In particolare, Antonio Bellocco, forte della sua fama criminale derivante dalla sua appartenenza alla famiglia Bellocco, spalleggiava Ferdico e Beretta per riunire il tifo organizzato interista sotto un’unica regia, ‘sopprimendo’ tutti gli altri gruppi del tifo organizzato così garantendosi in esclusiva i guadagni derivanti dalla gestione delle attività illecite facenti capo allo stadio”. Tra questi il lucroso affare del merchandising portato avanti dal negozio We are di Milano diretto da Beretta e capace di fruttare fino a 600mila euro l’anno.

 

antonio bellocco e andrea beretta

Gli interessi per gestire i guadagni dello stadio – Secondo il Tribunale poi “Bellocco aveva il compito di respingere iniziative di altri gruppi criminali interessati a gestire i guadagni dello stadio”. Tra questi emissari dei clan Morabito e Mancuso. Ancora il gip: “Con l’aggravante di aver commesso il fatto anche al fine di favorire l’associazione mafiosa dei Bellocco, a cui Antonio Bellocco, arrivato a Milano grazie a Ferdico, che gli procurava alloggio e occupazione lavorativa fittizia, riversava parte dei guadagni derivanti dalle attività illecite, anche ai fini del mantenimento in carcere dei detenuti”.

 

Dal canto suo Luca Lucci, scrive il giudice, “rimane alla guida della Curva Sud dopo il primo arresto del 2018 e dopo l’ulteriore esperienza giudiziaria del 2021, resistendo ad ogni tentativo di essere deposto da parte di Giancarlo Lombardi alias Sandokan. Come l’omologo di fede nerazzurra, egli pianifica ogni azione del sodalizio, dalle aggressioni interne allo stadio alle condotte violente finalizzate alla tutela delle semplici istanze dei suoi adepti, dalle interlocuzioni con i maggiorenti della curva nord per procacciare occasioni di guadagno alla gestione della contabilità della propria curva e delle spese legali per i sottoposti a procedimenti penali (o Daspo).

 

antonio bellocco

Rivelatrici della sua personalità incline alla violenza ed irrispettosa di ogni prescrizione dell’autorità sono le condotte serbate quando redarguiva il fratello sul modo (a suo dire troppo tenero) in cui egli si rapportava alle forze dell’ordine deputate al controllo dell’ordine pubblico nello stadio o quando derideva il contenuto del provvedimento giudiziario con cui, nella speranza della positività del suo percorso di emenda, era stata finanche autorizzata la sua presenza allo stadio”.

 

Dirà su questo punto Lucci: “Autorizzato dal giudice per riabilitare il mio cervello, capisci? Capisci che stasera mi portano allo stadio per riabilitare il mio cervello!? Allo stadio, fa parte del percorso per chissà cosa mi dicono durante la partita, che mi diranno: ‘Vedi? Devi viverla così’ e io faccio: ‘siii, che bello con la famiglia’, ma vai a fare in culo che c’ho una sete di sangue che solo Dio lo sa!!! Dio (omissis) (…) che schifo!!! vergogna!! Dottoressa puh!!!”

 

andrea beretta

In concorso con l’associazione nerazzurra capeggiata dal boss defunto Antonio Bellocco c’è anche Giuseppe Caminiti, detto Pino, il quale “dal 2018 al 2020 corrispondeva a Beretta e Boiocchi (Ex capo della Nord ucciso il 29 ottobre 2022) una somma di denaro pari a 4.000 euro al mese da destinare, in tutto o in parte, ai bisogni della tifoseria organizzata della Curva Nord. Dopo il 2020 e fino alla attualità corrispondeva a Beretta parte del provento in nero derivante dalla gestione dei parcheggi gestiti dalle società di Zaccagni, finanziando in tal modo l’attività della curva Nord”. Tanto che l’imprenditore milanese ammetterà di averlo preso per la protezione paragonandolo allo Stalliere di Arcore Vittorio Mangano.

 

Infiltrazioni negli appalti dello stadio – Non di meno è risultata l’infiltrazione del direttivo di Lucci negli appalti dello stadio coordinati attraverso affidamenti dalla società Mi-Stadio (non indagata) controllata dalle società di Inter e Milan. Indagati per estorsione risultano, infatti, Luca Lucci e Marianna Tedesco, quest’ultima compagna di Matteo Norrito, membro del direttivo interista e “personaggio cerniera” per i rapporti tra le due curve, nonché socia con Lucci nella società che gestisce in un singolare franchising diversi Barber shop con l’insegna Italian Ink.

 

andrea beretta.

I due, secondo il gip, “mediante minaccia (….) nel convocare il rappresentante della Fit società cooperativa” che ha in subappalto dalla Air Food Stadio srl, a sua volte appaltatrice da Mi Stadio, la distribuzione delle bevande all’interno dei bar del Meazza “proponendogli dapprima di assumere personale segnalato da Lucci per lavorare all’interno della curva del Milan per la somministrazione delle bevande; poi di subentrare con una società nel servizio di distribuzione delle bevande limitatamente al settore della curva del Milan (proposte entrambe rifiutate) e infine di effettuare dei servizi di facchinaggio attraverso la società Mia Milano srl (proposta poi accettata con la costrizione) prestazioni mai effettuata” ma per cui è stata emessa e pagata la fattura di 10mila euro emessa da Mia Milano srl (gestita da Lucci Luca e Tedesco Marianna).

 

In nome, poi, degli affari comuni Lucci e Beretta condividono un’estorsione sempre ai danni della Fit. Inoltre, alcuni ultras del Milano, tra cui Rosiello, guardia del corpo di Fedez, impedivano “ai bar presenti all’interno dello stadio Meazza di vendere, in occasione di una partita del Milan, bevande lamentando un (asserito) incongruo aumento dei prezzi della birra, cagionando un danno patrimoniale dai 12.000 ai 36.000 euro”. Lo stesso Rosiello, assieme ad altri ultras, il 26 agosto 2023 si renderà protagonista di una violenta aggressione a un tifoso comune che assieme al figlio assisteva alla partita al primo anello blu. Picchiato, come mostrano le immagini, sarà costretto ad abbandonare il Meazza assieme al figlio.

andrea beretta e antonio bellocco nella partita di calcetto prima dell'omicidio

 

Le motivazioni del gip – Nelle sue conclusioni, il gip non manca di sottolineare come “sin dall’iniziale richiesta, il pm ha rappresentato l’esistenza di esigenze cautelari connesse al pericolo di reiterazione di gravi reati e a quello di inquinamento probatorio (…) evidenziando i numerosi precedenti penali di cui molti degli indagati sono gravati e, ancora, come, nonostante questi, nonostante periodi di detenzione e misure di prevenzione subiti, continuino a commettere fatti violenti e si impongano con la forza sul territorio, tanto che lo stadio di San Siro è incontrastato dominio delle tifoserie organizzate violente. La Procura rappresenta, poi, come l’attività delittuosa sia ancora in atto, considerato come le principali fattispecie riguardino un fenomeno associativo attuale e come la commissione di alcuni reati sia recente ed attuale, come, ad esempio, l’estorsione in danno dei gestori dei bar siti all’interno dello stadio”.

 

Controllo del territorio, ma anche un “evidente clima di omertà rilevato quale dato costante dell’indagine, in quanto coloro i quali avevano subito atti violenti, spesso non avevano denunciato o, comunque, avevano reso dichiarazioni ampiamente reticenti per timore di ritorsioni”. Tra i vari casi recenti, il pm cita la spedizione armata nel comune di Motta Visconti dello scorso aprile o anche il pestaggio al personal trainer Cristiano Iovino nel quale, la notte in cui l’Inter vinceva il ventesimo scudetto, fu coinvolto anche Fedez.

 

Beretta il successore designato – E se Beretta, secondo le indagini, risulta il successore designato dopo l’omicidio del capo Boiocchi, la figura di Marco Ferdico, secondo il gip, “trova momento di esaltazione quando realizza le condizioni per l’arrivo di Antonio Bellocco a Milano. È Ferdico che assiste e accompagna Bellocco nell’ascesa al comando dell’associazione. È, ancora, chi mette Bellocco in allerta sulla ripartizione degli introiti del sodalizio curata da Beretta, a riprova di come unica sua finalità sia quella di natura economica”.

andrea beretta

 

Su Ferdico, chiosa il giudice, “poi non inganni la sua posizione dichiaratamente defilata emersa dalle più recenti investigazioni: essa appare scelta dettata da strategia in questo particolare momento di assestamenti seguito all’uccisione di Antonio Bellocco, con tutti gli interrogativi che essa pone”. Di “sicuro rilievo nell’associazione” è il padre, Gianfranco Ferdico, “non solo per l’essere costantemente a fianco del proprio figlio Marco ma anche per la palesata (ostentata, verrebbe da dire) prossimità ad Antonio Bellocco”.

 

“Adesione a un sistema di disvalori” – Rispetto all’associazione costituita dal direttivo interista, il giudice scrive: “L’obiettiva gravità dei fatti-reato e l’elevata pericolosità sociale dei prevenuti, quali risultano dall’estremo allarme riconnesso a condotte delittuose poste in essere in modo duraturo e programmato, sono suscettibili di essere maggiormente poste in evidenza se si considera che la commissione dei delitti in contestazione si è rivelata destinata anche a favorire un’articolazione della ‘ndrangheta, la cosca Bellocco”.

 

(...)

 

marco ferdico

“Emersi contatti tra esponenti Curva Sud e criminalità calabrese” – Del resto, le conclusioni per l’associazione a delinquere capeggiata da Lucci non si discostano di molto. Per cui, ad esempio, la loro “elevata pericolosità è rappresentata, in termini che più netti sarebbe difficile immaginare, dalla terribile aggressione ai danni di T.r.g. (in relazione alla quale tre dei sodali hanno riportato sentenza di applicazione concordata della pena appena nel luglio di quest’anno)”.

 

Ma “ancora più preoccupante è la tendenza emersa di recente, con gli uomini della Curva Sud che, oltre ad assurgere al rango di servizio di security per personalità della musica, con questo mondo intessono un legame che appare particolarmente intenso e che si rivela potenzialmente foriero di ulteriori introiti economici”. Inoltre “dalle indagini più recenti, poi, sono emersi contatti tra esponenti della Curva Sud (…) e ambienti della criminalità organizzata calabrese, che rivelano (in maniera che richiama il corso storico recente della curva Nord) un progressivo avvicinamento tra delinquenza da stadio e ‘ndrangheta, che lascia pensare a sviluppi preoccupanti e che ribadisce, qualora occorra, l’estrema pericolosità del sodalizio criminoso”.

 

(...)

marco ferdico

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...