panatta

“MOURINHO PARAGURU, ALCARAZ DIVENTERA’ IL NUMERO 1 DEL MONDO, IL MIO RIMPIANTO? I QUARTI DI WIMBLEDON DEL 1979, CONTRO LO STATUNITENSE DUPRÉ” – DRITTI E ROVESCI DI ADRIANO PANATTA: "FEDERER STAREBBE BENE ANCHE NEGLI ANNI ’30. L’ELIMINAZIONE DELL’ITALIA? LO SPORT È FATTO PURE DI EPISODI: UN RIGORE SBAGLIATO COME È CAPITATO A JORGINHO. IL TIKI-TAKA MI ANNOIAVA. LO TROVAVO MONOTONO. PREFERISCO IL CALCIO DI KLOPP…"

Stefano Boldrini per “il Messaggero”

 

adriano panatta

Se Francesco De Gregori avesse deciso di scrivere La Leva tennistica del '68, il giocatore che si vede dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia sarebbe stato Adriano Panatta, uno dei più grandi di sempre in Italia, magnifico interprete degli anni Settanta, non solo nello sport. Oggi Adriano, romano puro e quindi cultore della doppia arte del disincanto e dell'ironia, vive a Treviso. Ha messo le tende nella zona del Prosecco, per amore di una donna che ha sposato. Dal suo osservatorio continua a guardare il mondo come ha sempre fatto: con intelligenza e curiosità.

 

Un argomento di dibattito, dopo l'enorme delusione della mancata partecipazione al mondiale della nazionale di Roberto Mancini, è la crisi dei talenti. Basta tutto questo per spiegare i problemi del calcio?

«Il talento è importante, ma da solo non può dare grandezza a un movimento sportivo. Servono altre qualità di base: il coraggio, la costanza, l'allenamento. Il talento è il valore aggiunto, ma senza il resto non vai da nessuna parte. Ho visto diversi tennisti arrivare lontano, pur senza possedere un estro particolare: si allenavano in maniera feroce, lottavano, avevano coraggio».

 

BERTOLUCCI PANATTA

Un tema italiano, oltre i confini dello sport, è la fuga dei cervelli.

«Il problema del nostro paese è che spesso non si è tenuto conto della meritocrazia. Sotto questo aspetto lo sport è più onesto, direi più democratico: premia i migliori».

 

C'è qualche speranza di dare maggior voce ai meriti?

«Penso che con le nuove tecnologie e i nuovi lavori la situazione possa cambiare. Un tempo la logica era quella del pezzo di carta e del posto sicuro. Il mondo sta mutando e forse in questa evoluzione ci sarà più spazio per la meritocrazia. Aggiungerei però una cosa: in alcuni casi nei giovani italiani manca un po' di coraggio».

 

BERTOLUCCI PANATTA

Il coraggio è un valore importante?

«L'uomo senza coraggio è un mediocre».

 

Che cosa è mancato alla nazionale di calcio, campione d'Europa appena nove mesi fa, per andare al mondiale?

«Queste cadute impreviste appartengono alla storia dello sport. Nel successo c'è sempre una componente magica e l'Italia che vinse gli europei la scorsa estate mostrò qualcosa di particolare. La sconfitta è un evento magico al contrario. Lo sport è fatto pure di episodi: un pallone che colpisce il palo, un rigore sbagliato come è capitato a Jorginho. Contro la Macedonia del Nord, quella sera la magia ha toccato i nostri avversari. Nella Macedonia parleranno della vittoria in casa dell'Italia per cento anni».

CARLOS ALCARAZ AS

 

Qual è stato il rigore di Jorginho nella carriera di Adriano Panatta?

«Io ho avuto una bella storia professionale e non posso proprio lamentarmi, ma se devo citare un episodio in negativo, mi vengono in mente i quarti di Wimbledon del 1979, contro lo statunitense Dupré».

 

Perché non ci fu mai feeling con Wimbledon?

«Sono un figlio della terra rossa e l'erba non mi è mai piaciuta. Ho sempre rispettato la grandezza e la nobiltà di Wimbledon, ma per me il top resta il Roland Garros».

 

CARLOS ALCARAZ

Dopo un lungo periodo oscuro, l'Italtennis è tornata protagonista, ma rimane un senso di irripetibile legato alla generazione degli anni Settanta: Panatta, Bertolucci, Barazzutti, Zugarelli come Zoff, Gentile, Cabrini eccetera.

«Gli anni Settanta furono particolari, nello sport e nelle arti. Pensi alla musica, alla cultura generale di quel periodo. Nel calcio ci fu l'Olanda. E ci fu il tennis italiano, in un panorama di fuoriclasse internazionali del nostro sport».

 

Federer ci starebbe bene in quegli anni Settanta?

«Federer starebbe bene anche negli anni Trenta».

 

roger federer

Lo spagnolo Alcaraz vincitore a Miami appena diciottenne?

«Un fenomeno. Se non diventerà il numero uno al mondo, sarà difficile da spiegare».

 

Il calcio di oggi è impantanato nell'eterno dibattito giochisti e risultatisti.

«Amo il bello, ma il tiki-taka mi annoiava. Lo trovavo monotono. Preferisco un calcio più veloce, capace di emozionare. Mi riferisco alla Premier, alla velocità del Liverpool. L'Olanda di un tempo, che pure fu rivoluzionaria, rispetto al football che vediamo in Inghilterra, sembra di una categoria inferiore».

 

PANATTA GALEAZZI

Il Liverpool è Jurgen Klopp.

«Mi piace molto. Un uomo intelligente, sveglio, furbo. Non gli ho mai sentito dire una stupidaggine».

 

La sua Roma è nelle mani di José Mourinho.

«Non lo conosco di persona, ma è simpatico e lo trovo personaggio di spessore. Lo definiscono un guru, ma per me è un grande paraguru. Anche lui mostra grande intelligenza».

 

La sua Roma è sempre sospesa tra gloria e polvere.

«Siamo lì, aggrappati al treno delle migliori. Qualche volta abbiamo buoni exploit. Manca il grande successo, ma ci siamo arrivati vicino. E' la nostra storia: sfiorare spesso il trionfo».

 

PANATTA NASTASE

La Roma più bella?

«Quella di Liedholm, Conti, Di Bartolomei, Falcao. Liedholm fu un eccezionale direttore d'orchestra. Sono amico di diversi calciatori di quella squadra e non ho mai sentito una parola fuori posto nei suoi confronti».

 

Come ha vissuto i due anni della pandemia?

«A livello personale, ho avuto la fortuna di trascorrere il lockdown in una situazione non scomoda e le persone più care sono state in condizioni di sicurezza, ma è stato un tempo cupo della nostra esistenza. Non voglio più parlare di Vax e No Vax: dico solo che se serve, farò la quarta e anche la quinta dose».

mourinho

 

Dalla guerra in Ucraina arrivano immagini terribili.

«Viviamo questa tragedia in diretta tv. E' atroce quello che sta accadendo. Non riesco a capire come l'uomo possa raggiungere quei picchi di crudeltà».

GALEAZZI PANATTA 17ADRIANO PANATTAADRIANO PANATTAADRIANO PANATTAadriano panattaadriano panattaADRIANO PANATTA AMATO LETTA RIVERA

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...