“NON VOGLIAMO UN CALCIO PATINATO, IL NOSTRO E’ CRUDO, SENZA FRONZOLI, ALL YOU CAN EAT” – VERONICA DIQUATTRO, VICEPRESIDENTE ESECUTIVO 'DAZN', TRA LE 50 DONNE PIU’ INFLUENTI D’ITALIA - "IL CALCIO STA CAMBIANDO MA RESTA ANCORA UN MONDO MASCHILISTA. QUANDO ENTRO NELLE ASSEMBLEE DI LEGA, VEDO PUNTI INTERROGATIVI DISEGNATI IN FACCIA. DI ME PENSAVANO..." - DILETTA LEOTTA? IL MERCATO NON ERA PRONTO E NEANCHE NOI. SI È MESSA MOLTO IN GIOCO. LO APPREZZIAMO”

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GIULIA ZONCA per la Stampa

 

veronica diquattro veronica diquattro

Nell' ufficio under 35 che studia contenuti per un pubblico sotto i 35 c' è una manager che i 35 non li ha passati da molto e lavora per «un calcio più crudo». Possibilmente senza essere chiamata Lady Dazn, perché Veronica Diquattro non è nata nel Settecento, è una manager contemporanea: vicepresidente esecutivo di Italia e Spagna. Ruolo che regge bene anche senza etichette rosa.

 

Il calcio italiano non si sente abbastanza considerato e pagato. Gli manca qualcosa o si vende male?

«Serve un percorso comune, un sistema. Se vogliono far salire il valore del diritto la qualità deve crescere».

 

diletta leotta dazn diletta leotta dazn

E il sistema che cosa può fare?

«A Dazn proviamo a svecchiare l' offerta. Il nostro pubblico non è interessato alle megaproduzioni. Si può spendere meno, in modo diverso e lavorare su un prodotto più snello, fresco, vivo».

 

Sono fresche le frasi dei calciatori prima dell' intervallo?

«Lo sono i loro sguardi, i gesti. Cerchiamo un linguaggio diretto: l' audio del campo, anche un po' sporco. Non è una rivoluzione, piuttosto un accento preciso. Non vogliamo il calcio patinato, il nostro è raw, crudo: senza fronzoli e ora che i problemi tecnici sono stati risolti ci dedichiamo a questo».

 

Quanto pesa ancora la pirateria?

«È il nostro principale concorrente, 5 milioni di utenti sono pirati, bisogna far capire al pubblico che gli appassionati non sbirciano, si godono uno spettacolo. Due italiani su cinque fruiscono dello sport in modo illegale».

 

Non si era detto che i giovani sono pronti a pagare ciò che consumano on line?

«Sì, hanno bisogno di alternative legali con prezzi accessibili.

Vanno educati, come per la musica, l' ho visto succedere quando ero a Spotify. Per iniziare si punterà sempre più ai giovanissimi».

 

Quelli che non guardano la tv?

veronica diquattro veronica diquattro

«Non esiste più il televisore, solo lo schermo: ognuno ha il controllo dei contenuti. Non ha più senso di parlare di palinsesto, così come non ne aveva più parlare di album, ci sono le playlist. Una modalità alla "all you can eat" in cui noi dovremmo essere bravi a proporre menù personalizzate».

 

Senza violare la privacy?

«Esatto e quindi si deve lavorare sui valori etici, sulle conseguenze alla tecnologia. Terreno che resta una giungla».

 

Il calcio traina, quale sport nascosto ha appeal per Dazn?

«La boxe è stata una nostra scommessa».

Avete trasmesso l' incontro per il titolo dei pesi massimi in Arabia Saudita, così come la Rai darà la Supercoppa italiana.

«C' è stato un dibattito, non volevamo privare il tifoso del contenuto ed è passata questa linea».

Avete scelto una figura televisiva molto tradizionale come padrona di casa, Diletta Leotta.

VERONICA DIQUATTRO VERONICA DIQUATTRO

«Dovevamo portare avanti elementi consolidati all' inizio. Ci stiamo piano piano muovendo verso volti e voci emergenti, in linea con il nostro marchio dinamico e innovativo».

 

Leotta l' avete presa da Sky, era la faccia di un' altra rete.

«Il mercato non era pronto per una figura inedita in quel posto. E neanche noi. Lei si è messa molto in gioco. Lo apprezziamo».

 

 

Avete fatto accordi con Sky, Mediaset, Discovery. Si può stare in piedi per conto proprio con proposte originali?

«Sono accordi di distribuzione, scelte strategiche per accelerare la riconoscibilità di cui non ci vergognamo di certo».

L' abbonato Sky ha vissuto l' accordo come una presa in giro.

«Le offerte Sky sono decisioni loro, la nostra proposta è chiara».

veronica diquattro veronica diquattro

Avete avuto altri problemi.

«Sì, tecnologici: sarebbe servito del tempo e noi ci siamo dovuti buttare in una finestra obbligata per via dei diritti appena acquisiti. In Spagna, dove a livello di infrastrutture sono molto più avanti, nessun trauma di ingresso. Il loro sistema Paese ha sostenuto la novità».

 

È stata a Google e Spotify, due colossi: perché ha cambiato dimensione con Dazn?

«Ero a Spotify nel 2012 e allora non era un gigante, in Italia non si conosceva. A Google stavo al primo mercato delle app.

Mi ha dato le basi. Sono a Dazn per spingere lo sport allo stesso cambiamento visto nella musica».

 

Quale è la prossima frontiera tecnologica?

«Forse la realtà aumentata, la visione immersiva dell' evento live».

 

Vedremo le partite con la maschera per il 3D?

«Perché no? A molti piacerebbe scegliersi l' inquadratura».

 

veronica diquattro veronica diquattro

Il 2019 è stato davvero l' anno della donna?

«Un inizio, non starei a fare grandi applausi per barriere che dovevano già essere state abbattute. Andiamo avanti così».

 

Vi interessa il calcio femminile?

«Tutto lo sport femminile, perché è seguito da donne e uomini. Servono modelli, noi nel 2020 collaboreremo con Angels4women su startup legate al mondo sportivo. Diamo un esempio».

 

Lei, donna al comando in un mondo maschile, si sente un esempio?

«Mi ricordo di quando entravo alle riunioni e mi chiedevano: "Ma è sola?". Mi prendevano per la tizia che apriva la porta al capo».

 

Succede ancora?

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«Meno, c' è il fattore età adesso. Giovanissima e donna era troppo, evidentemente. Quando entro nelle assemblee di Lega vedo diversi punti interrogativi disegnati in faccia, se si passa al pratico però mi prendono sul serio».

 

Ed è normale?

«No, però bisogna essere pragmatici. Il calcio resta un mondo maschilista. Sta cambiando e dovrà farlo sempre più in fretta».

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