“I PLAYOFF MONDIALI? UN PO' DI PREOCCUPAZIONE CE L'HO. SARA’ MOLTO DIFFICILE PER L’ITALIA” – LO "ZIO" BERGOMI A RADIO 2: “NOI CI SIAMO COMPLICATI LA VITA, MA ANCHE QUESTA FORMULA DI DECIDERE CHE UNA SQUADRA TESTA DI SERIE DEBBA ANDARE A GIOCARE FUORI CASA NON È MOLTO CORRETTA” – IL RICORDO DI PAOLO ROSSI, IL TIFO PER IL MILAN DA BAMBINO, L'OMOSESSUALITA' NEL MONDO DEL CALCIO E SUL SUO RAPPORTO CON CARESSA DICE CHE...

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Da I Lunatici Rai Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici

 

 

BERGOMI BERGOMI

Beppe Bergomi è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte alle sei, in onda anche su Rai 2 tra l'una e un quarto e le due e quaranta circa.

 

Bergomi ha parlato un po' di se: "Da bambino tifavo Milan. Sono nato in una famiglia milanista, in un paese dove l'ottanta percento delle persone tifava Milan. Ho fatto un provino col Milan, mi hanno lasciato a casa per reumatismi nel sangue e poi ho deciso io di andare all'Inter. E lì la mia vita è cambiata. Da bambino sognavo di fare il calciatore, ci sono arrivato con fatica e dedizione e grazie alle scelte fatte dalla società. Avevamo una primavera molto forte, quando decisero di farmi esordire in Coppa Italia ho capito che c'era uno spiraglio".

 

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Sulla prima volta in Nazionale: "Non ci si stanca mai di parlarne. Il prossimo anno saranno quarant'anni dai mondiali del 1982. Ho fatto l'esordio in Germania Est, c'erano ancora i pali quadrati. Perdemmo uno a zero. Ricordo il ritiro sul Lago di Como. C'erano grandi uomini e grandi giocatori. Per un ragazzo giovane come me bastava farsi volere bene. I mondiali del 1982? Si è detto tutto. Non voglio spoilerare nulla ma il prossimo anno usciranno docufilm, miniserie, sia per ricordare Paolo Rossi, che ci manca ormai da un anno, e poi per raccontare quell'avventura".

 

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Su Paolo Rossi, scomparso un anno fa: "Il nostro rapporto? Buonissimo. Paolo era un buono, aveva un sorriso per tutti, era sempre disponibile. Mi ha aiutato molto nell'inserimento. Poi ho avuto la fortuna di lavorare con lui come opinionista sportivo. Era solare, aveva un sorriso incredibile e amava la vita. Abbiamo saputo della sua scomparsa all'improvviso, non ha mai voluto comunicare nulla. Neanche ad Antonio Cabrini, il suo amico, quello con cui divideva la camera. Ha deciso di stare con la sua famiglia, nel suo dolore".

 

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Sull'avversario più forte marcato: "Quando mi fanno questa domanda, rispondo sempre Marco Van Basten. Per fisicità, tecnica, cattiveria agonista. Però ricordo anche un ragazzo del Dukla Praga che si chiamava Bittinger, che non prendevo mai. Se andava sempre. Quella partita col Dukla Praga fu sospesa a metà del secondo tempo per nebbia. Avevo il timore di doverlo affrontare di nuovo".

 

Su Ronaldo, il Fenomeno: "Un giocatore unico, la tecnica in velocità vista in lui non l'ho mai vista in nessuno. Ci siamo allenati insieme l'anno in cui l'Inter vinse la Coppa Uefa. La prima volta che è venuto ad allenarsi, in una delle prime partitelle, giocavamo a campo ridotto. Il portiere gli ha lanciato la palla, io l'ho sfidando dicendomi adesso gliela prendo. Lui mi ha fatto passare la palla sopra alla testa e poi ha fatto il pallonetto a Pagliuca. Lì ho capito che era un fenomeno vero".

 

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Sugli allenatori: "Ho pianto solo per Radice. Esaltava le qualità dei giovani. Poi ho un bellissimo ricordo anche di Gigi Simoni, che mi fece fare una stagione incredibile a 36 anni e mi portò a fare il mio quarto mondiale. Poi li ricordo tutti con affetto".

 

Su Italia 90: "Il rimpianto non si spegne mai, perché sono convinto che eravamo la squadra più forte. E' sempre una ferita aperta".

 

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Sui prossimi mondiali: "Come vedo l'Italia? Un po' di preoccupazione ce l'ho. Noi ci siamo complicati la vita, ma anche questa formula di decidere che una squadra testa di serie debba andare a giocare fuori casa non mi sembra molto corretta. Un po' di preoccupazione ce l'ho. Sarà molto difficile".

 

Sul rapporto con Fabio Caressa: "Siamo amici nella vita ma ci frequentiamo pochissimo perché abbiamo due caratteri diversi. Ci completiamo. Ognuno fa la propria vita, con la propria famiglia e i propri amici. C'è grande stima e un grande rapporto professionale. E una bella amicizia".

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  Sull'omosessualità nel mondo del calcio: "La questione è delicata, io non penso che sia un tabù ma in vent'anni di spogliatoio non ho mai osservato nessun tipo di caso. Nel mondo di oggi si può sicuramente accettare".

 

Sullo scudetto: "Se dovessi puntare un euro direi Napoli. A inizio anno pronosticavo la squadra di Spalletti. Ma attenzione all'Inter. Lotta aperta anche con il Milan. E attenzione all'Atalanta".

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