“LA POLITICA LA SMETTA DI PENSARE AL CONI” – PARLA IL CAPO DELLO SPORT ITALIANO GIOVANNINO MALAGÒ: “SONO ANGOSCIATO. ABBIAMO ALLONTANATO UNA O DUE GENERAZIONI DALLO SPORT. IL CONI È RIDIMENSIONATO. "SPORT & SALUTE"? SONO SEMPRE STATO A FAVORE DI UN DIPARTIMENTO MINISTERIALE PER LO SPORT, NON A UN'AGENZIA CHE TOLGA INDIPENDENZA AL CONI - SPADAFORA? RAPPORTI BUONI SU UN PIANO FORMALE E ISTITUZIONALE..." - E POI I GIOCHI DI TOKYO E LE PARTITELLE CON MARADONA SUL LUNGOTEVERE

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Daniele Dallera e Marco Bonarrigo per il "Corriere della Sera"

 

«Soffro per voi quando dovete spiegare ai lettori cosa sta succedendo a livello politico nello sport italiano: chi fa cosa, chi è contro chi e, soprattutto, come andrà a finire.

giuseppe conte giovanni malago giuseppe conte giovanni malago

Con mio padre e le mie figlie che mi chiedono aggiornamenti ho glissato, ai colleghi del Cio ho regalato un bignamino di qualche decina di pagine. Ma non so se sono riuscito nell' intento».

 

Ci aiuti allora Malagò, da capo del Coni e da uomo di sport.

«Dopo il Consiglio dei Ministri di martedì scorso, siamo tornati indietro, addirittura al 31 dicembre 2018, a quelle poche righe di una legge che trasformavano Coni Servizi, inhouse del Coni, in Sport & Salute, società terza e indipendente. Da quel giorno, improvvisamente, il Coni, ente pubblico cui la Legge Melandri, oggi in vigore più che mai, ha dato precise prerogative e si è trovato senza più nulla in mano».

 

A quel nulla si sarebbe dovuto rimediare subito.

malagò maradona malagò maradona

«Certo. Consapevole del vuoto di potere che si creava, il primo governo Conte fece partire l' iter per una legge delega che permettesse al Coni di rispettare l' autonomia prevista dalla Carta Olimpica mettendo come pezza temporanea un contratto di servizio.

Due anni dopo, oggi, la legge delega non è stata approvata, il contratto di servizio è scaduto.

 

Gli impegni del Cio con i due governi che si sono succeduti sono stati disattesi, sulla governance siamo punto e a capo. Il contratto di servizio non è applicabile o replicabile perché quella che era una soluzione sbagliata oggi è una soluzione impossibile».

 

E il Coni come sta in questa situazione?

malagò bach malagò bach

È un Coni ridimensionato, inutile negarlo, ma più compatto che mai: lavoriamo in unità per portare avanti battaglie sui diritti che definirei sacrosante. Ma mentirei se non aggiungessi che la situazione di quadro normativo è estremamente difficile».

 

Il ministro Spadafora rivendica una potente legge sullo sport, guai a chiamarla «riformina», approvata grazie ai 5 decreti sui 6 passati in Consiglio dei ministri.

«Devo dare atto a Spadafora e al suo staff di aver lavorato con abnegazione. Sulla mancata approvazione del Decreto 1, quello sulla governance, lui è stato chiaro: la riforma non è andata in porto per una forte non condivisione della maggioranza, del Coni e fortissima di Sport & Salute. Ha concluso dicendo che ora, se vuole, della riforma se ne deve occupare il Parlamento.Giusto: il Coni gioca tanti ruoli, non quello del legislatore».

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Spadafora dice anche: guardiamo alle norme approvate, sono ottime.

«Dal punto 2 al punto 6 ci sono tante cose belle, utili e importanti che condivido: sulla governance c' era e resta confusione».

 

Le federazioni sono preoccupatissime per i versamenti contributivi obbligatori per i loro lavoratori.

«Temono che i fondi non bastino: le capisco. Il progetto è interessante ma se costringi società agonizzanti a mettere mano al portafoglio le uccidi.

Vivono su un associazionismo sportivo allo stremo».

 

Come sono i rapporti con Spadafora?

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«Ottimi con il suo staff, con lui buoni ma su un piano direi formale e istituzionale».

 

Il tema del dissenso tra sport e Spadafora è stata la feroce battaglia del ministro sui mandati, il suo e quello dei presidenti federali.

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«Posso condividere l' allarme sullo scarso ricambio a livello dirigenziale. Ma aver cambiato le regole in corsa e con la legge che già metteva il limite dei tre mandati, durata giusta per governare e guadagnarsi credibilità internazionale, è stato controproducente. Chi ha alle spalle una lunga militanza o pochi avversari si è fatto eleggere subito per evitare sorprese. Ma vedrete che nelle prossime tornate ci saranno tante novità».

vito cozzoli foto di bacco. vito cozzoli foto di bacco.

 

Resta il nodo di Sport & Salute. Fino a quando l' agenzia avrà in mano le chiavi operative del Coni l' Italia rischierà di perdere i Giochi di Tokyo? O no?

«Non risponderò a questa domanda. L' ha già fatto il mio presidente Thomas Bach. La Carta Olimpica sottoscritta da Conte a Losanna quando abbiamo vinto con Milano-Cortina è chiarissima».

 

Cozzoli, ad dell' Agenzia, le ha scritto una lettera.

«Ricevuta. Guardi che non ho problemi con Sport & Salute, è l' agenzia che ne ha col dipartimento dello sport. Sono sempre stato a favore di un dipartimento ministeriale per lo sport, non a un' agenzia che tolga indipendenza al Coni».

 

Presidente, stiamo parlando di sport olimpico. Ma milioni di ragazzi italiani da nove mesi non toccano palla o entrano in palestra.

«Sono angosciato. Abbiamo allontanato una o due generazioni dallo sport, per Covid e altro. Provo profonda amarezza nel vedere che la politica invece di sistemare l' enorme problema di palestre chiuse, insegnanti assenti, dell' assoluta mancanza di sport a scuola si occupa di altro. Lo sport a scuola è una barca abbandonata in mezzo al mare e noi pagheremo conseguenze immense».

 

I Giochi Olimpici di Tokyo si faranno?

spadafora malagò spadafora malagò

«Assolutamente sì, ne siamo convinti noi e ne è convinto il Giappone. La questione non è se si faranno o meno ma di quale livello sarà la bolla che li circonderà. Su questo il lavoro del Cio è incessante».

 

In giorni già difficili per lo sport, è morto Maradona

VINCENZO SPADAFORA GIOVANNI MALAGO' VINCENZO SPADAFORA GIOVANNI MALAGO'

«Fenomeno assoluto in campo. Uomo fragile ma generosissimo fuori. Che mi lascia un ricordo personale struggente».

 

Quale?

«Ogni lunedì, quando era al Napoli, Diego veniva all' Istituto di Scienza dello Sport del Coni a fare fisioterapia con quel genio del professor Dal Monte che lo convinse a giocare a calcetto con noi al Circolo Aniene. E lui venne, regolarmente, divertendosi come un bambino sui campetti di terra battuta del Lungotevere. Nessun altro campione, mi creda, avrebbe mai fatto una cosa del genere».

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