roberto mancini

“TIFO PER IL PAPA, PER MATTARELLA, PER IL RE DI GIORDANIA” (PER IL RE DI GIORDANIA?). VI SPIEGO IL MOTIVO – MANCINI A TUTTO CAMPO: “MI SONO DATO DEL PIRLA QUANDO NON HO CHIESTO SCUSA A BEARZOT NEL 1984 E QUANDO HO DETTO NO A SACCHI, CHE NON VOLEVO TORNARE IN NAZIONALE NEL 1994. ALLA FINE TI PENTI SEMPRE” – “MANTOVANI MI DISSE: SPERA DI AVERE UN FIGLIO COME TE. È VERO CHE MI VOLEVA MOLTO BENE, MA …” - E POI L’EUROPEO, IL RAZZISMO NEL CALCIO E QUEL PROVINO CON IL MILAN...

Riccardo Signori per “il Giornale”

 

mancini

Via Montenapoleone a Milano, lusso e facce note, freddo da neve: Roberto Mancini passeggia tra un selfie e l' altro. Ct conosciuto e riconosciuto. Visti i sorrisi, anche apprezzato. È la rendita di un anno vissuto (calcisticamente) meravigliosamente.

 

Mancini, ha già conosciuto il miglior anno della sua vita?

«Perché mai sceglierne uno? Sono già felice di quello che ho avuto da giocatore e allenatore. Le cose che devono accadere, accadono. Bisogna solo indirizzarle. Ed io ho avuto la fortuna di fare quello che volevo».

VIALLI MANCINI

 

Come sarà il prossimo anno?

«Questo è un caso particolare. Come ct sento sulle spalle il peso di tutta l' Italia sportiva e non. L'Italia non vince l' europeo di calcio da una vita. La speranza è che sia una estate molto bella».

 

Lei non si tira mai indietro: ha detto che spera di vincere europeo e mondiale...

«Perché no? Sognare costa niente».

 

A proposito di europeo, le sembra che l' Europa del pallone rispecchi l' Europa che stiamo vivendo?

mancini

«L' Europa del calcio forse è meglio. Le squadre giocano bene e divertono. E, dopo 50 anni, sarebbe bello ritrovare l' Italia campione d' Europa. Se guardo al resto spero che l' Europa metta in condizione gli Stati di vivere meglio e aiuti di più Paesi e persone in difficoltà».

 

Torniamo ai fatti del signor Roberto Mancini, figlio, calciatore, allenatore, genitore: faccia una classifica del migliore in campo.

«Direi: 1) figlio; 2) calciatore; 3) genitore; 4) allenatore».

 

Spiegazione?

«Figlio: ho avuto la fortuna di avere due genitori perbene. Sono riusciti a indicarmi la strada giusta, nonostante sia andato via da casa a 14 anni. Era difficile farcela. Calciatore: credo di aver fatto divertire ed essermi divertito. Genitore: nonostante il lavoro, spesso andavo via, e per quanto sia difficile essere genitori, credo di essere stato discreto fino ad oggi. Allenatore: ultimo in classifica perché quello che fai purtroppo non dipende più di tanto da te. L' allenatore ha meriti, ma dipende da altri per essere decisivo».

 

Quando dice calciatore, si avverte sempre un rimpianto...

«Vero, la cosa che mi spiace di più: non esserlo ancora. Vorrei tornare indietro e ricominciare a giocare calcio. È una delle cose più belle della vita: quello che un bimbo desidera da piccolo. Come dice il Papa: butta la palla in mezzo e arrivano i bambini. E se diventa un lavoro, sei fortunato perché è ciò che ami di più. Poi c' è la bellezza dei gesti tecnici: è un piacere giocare contro calciatori di grande livello».

 

mancini

Quindi, a Natale, nella letterina chiedeva...?

«Sempre un pallone di cuoio e le scarpe da calcio. Arrivavano sempre. E quando ho capito che babbo Natale era papà, andavo a frugare, qualche giorno prima, per vedere se i regali c' erano. Ma lui era bravo a nasconderli. Non vedevo l' ora di usarli».

 

Mamma Marianna e papà Aldo erano d' accordo sul suo futuro?

«Mamma è sempre stata la più severa, comandava lei. E si arrabbiò molto quando andai via: papà aveva fatto tutto di nascosto. Mi ha sempre appoggiato, voleva fare il calciatore da giovane. E quand' ero piccolo diceva: diventerà un giocatore».

 

Quindi contenti, ma con magone?

«Certo, andare via così giovane è stato difficile: per me e per loro. A settembre compii 14 anni, a novembre ero a Bologna: non che fosse così lontano, ma allora le distanze erano diverse. I genitori lavoravano. Vedo io con mio figlio che abita a Miami: è dura, ci vediamo una-due volte l' anno».

 

Da bambino quale è stata la peggior marachella?

italia armenia mancini

«Quando rubavo 200-300 lire alla mamma per comprare le figurine dei calciatori: costavano 10 lire al pacchetto. Niente di più».

 

Sarebbe d' accordo anche il parroco della chiesa di Jesi?

«Il parroco che si chiamava don Roberto, guarda il caso, diventava matto perché usavamo il sagrato per le partite di pallone, mettendo le porte e ogni tanto qualche pallone sbatteva ovunque. Alla fine anche lui si è rassegnato».

 

Raccontandosi ha scritto: il numero 10 nel mio destino.

«È il numero dei grandi giocatori degli anni '70 quando ho cominciato a guardare calcio: c' era Pelè. Poi penso a Maradona e Platini. È destinato a giocatori di talento, estro. Ed io ho sempre avuto grande talento».

 

E ora come fa ad avere il 10 nel destino?

«Ora non dipende da me, sul campo decidono i giocatori. Però cerco di avere l' intuizione per impiegare l' uomo giusto, immaginare che uno possa farcela in un certo ruolo, magari pescare quello che può risolvere».

 

Da allenatore, ha il talento del 10 nel valutare i giocatori...

«Una qualità che mi è sempre appartenuta, anche quando consigliavo i presidenti. Magari non ci azzecco sempre, però capisco velocemente se un giocatore è bravo o meno, se potrebbe diventare qualcuno».

 

Con lei stava per azzeccarci il Milan. Invece?

«Fu una storia strana. I club mandavano in giro i talent scout. Una società di Jesi organizzò un provino per i ragazzi della zona. Il Milan inviò Tessari, l' uomo di fiducia di Liedholm.

italia grecia mancini

 

Mi apprezzò, e il Milan spedì una richiesta per farmi arrivare a Milanello. Però indirizzò al Real Jesi, che aveva organizzato il provino. E non all' Aurora, la mia società. Nessuno ci disse niente. Qualche settimana più tardi andai a Bologna».

 

Un peccato?

«Una grande occasione mancata. Era una squadra di vertice. Ed io ho vissuto la carriera in club, Bologna, Sampdoria, Lazio, non di vertice. Ma se le cose devono accadere, accadono. A Genova ho avuto la fortuna di incontrare Mantovani: stare sotto di lui tanti anni è valso come vincere in club titolati. Solo chi lo ha conosciuto bene può dire quello che era».

 

Appunto, com' era?

«Fantastico! Avanti 30-40 anni rispetto ad altri. Capiva tutto in anticipo, aveva rispetto, sapeva trattare le persone. Ha creato qualcosa di irripetibile. Quella Samp è irripetibile e solo lui ci poteva riuscire. Mi ha preso a 17 anni e ha insegnato tanto: a quell' età fai errori ma sono cresciuto bene».

mancini mihajlovic gravina

 

Pentito di qualche errore? Si è mai dato del pirla, come direbbe Mourinho?

«Me lo sono dato quando non ho chiesto scusa a Bearzot nel 1984 e quando ho detto no a Sacchi, che non volevo tornare in nazionale nel 1994. Alla fine ti penti sempre».

 

Ora con la nazionale gioca una sorta di rivincita?

«Mi spiace non aver vinto niente, per le qualità che avevo io. Ho giocato in una delle under 21 più forti che mai e, nel 1986 contro la Spagna, abbiamo perso ai rigori una finale irripetibile. Quella squadra poteva fare filotto, proseguire nel tempo: a volte non vince il migliore. Ora la speranza è di riprendere quella cosa che abbiamo lasciato».

 

Fra tante parole sentite su di lei, quale è rimasta in testa?

«Mantovani mi disse: spera di avere un figlio come te. È vero che mi voleva molto bene, ma non faceva sconti: ti diceva le cose in modo duro. Credo lo pensasse davvero».

 

Ce l' ha fatta?

«Non so, i miei figli sono tutti bravi».

 

Alla Samp, nel famoso club di Biancaneve e i 7 nani, lei si fece chiamare cucciolo. Perché?

«Ero il più giovane arrivato alla Sampdoria».

 

vialli gravina mancini

Quattro persone alle quali sarà sempre legato?

«Mantovani in assoluto, la persona più importante per tanti giovani della Samp; i 3-4 allenatori che ho avuto al Bologna. Era il momento più difficile per un ragazzo, mi hanno aiutato ad esprimermi e insegnato la vita: Burgnich che mi ha lanciato, Perani e Fogli che mi hanno preso, Bonini il meno conosciuto; infine penso ai miei compagni della Samp».

 

Oggi, come allenatore, è diventato zen?

silvia fortini roberto mancini foto di bacco

«L' esperienza serve a far capire che le critiche sono parte delle regole del gioco. Devi essere in grado di accettarle. Devi trovarti pronto a tutto: assunto dalla squadra più grande o esonerato senza motivo, perché fai giocare male o bene. Ci sono cose che ti vanno male e non sai perché. E' anche la bellezza del calcio. Guardate il Napoli: come mai va così?».

 

La vita da ct è diversa?

«Devo stare attento a tenermi in forma fisicamente. Mangio un po' meno, mi alleno: gioco ogni giorno a paddle. Il periodo peggiore è fra dicembre e marzo, sono mesi lunghi, non posso allenare, stare con i giocatori: il divertimento è quello».

 

Comunque ha ottimi ricordi da allenatore di club?

«All' estero belle esperienze: devi adattarti alla mentalità, conosci giocatori di ogni tipo. Ho debuttato nella Lazio ed è stata una soddisfazione: quello che volevo dopo averci giocato. All' Inter ho vinto il primo scudetto. Ma il titolo con il Manchester City, dopo 44 anni di attesa, è stato bellissimo».

 

E dovesse scegliere un ricordo indelebile?

oriali mancini vialli

«Conquistare la Premier all' ultimo secondo ti rimane dentro. Ti mette i brividi, perdevi e in due minuti fai 3-2 e ribalti tutto. Non solo: quell' anno siamo andati a vincere a casa dello United 6-1. Zittiti i tifosi del Manchester che sfottevano quelli del City: abbiamo cambiato il corso della storia».

 

Quale rapporto ha con la religione?

«Sono cattolico praticante e prego perché il mondo torni ad essere migliore rispetto a com' è diventato. Il mondo è così bello, vario, grande che tutti potrebbero vivere in pace godendosi la bellezza dell' universo».

 

Una visione molto ottimista...

«La speranza è che torniamo ad essere più buoni perché di base lo siamo. Sono cresciuto in una parrocchia, ho visto miei compagni di infanzia finir male. È un attimo prendere la direzione sbagliata. Continuo a pensare che le persone per bene sono più di quelle che non lo sono».

 

mancini

Siamo buoni, ma col razzismo...

«I razzisti ci sono ovunque. E penso che l' italiano non sia razzista. Forse siamo diventati più duri di cuore, più ruvidi. E, allora, bisogna fare cose concrete per estromettere quelli che lo sono. Il calcio è sport e va trattato come tale: gli atleti si battono per divertire il pubblico e per divertirsi».

 

Appunto divertirsi: quali calciatori l' hanno ispirata?

«Bettega, perché tifavo Juve da piccolo. Platini perché era bravo, un numero 10, uno dei primi stranieri quando ho iniziato a giocare. Poi Maradona e Ronaldo dell' Inter. Mi dicono fosse grande Suarez ma non l' ho mai visto. Pure Rivera...».

 

Lei si diverte anche al mare. Ha un hobby per la nautica.

«Barca e mare significano libertà. Vado in Sardegna ed è l' unico posto dove trovo libertà e relax».

 

Invece che dire della nazionale da portare agli europei?

mancini 19

«Che andasse così bene non credevo. Credevo nel mio lavoro, speravo di metter insieme 21 giocatori. Non pensavo di trovarne così bravi, e molti di più, in breve tempo. Si è creata un' atmosfera: i più giovani volevano emergere e nessuno gli dava totale fiducia. Ora sarà difficile scegliere».

 

Per chi tiferà Mancini nel 2020?

«Per il Papa, per Mattarella. Per il Re di Giordania, perché la situazione è difficile. Però mi sembra una delle poche persone che cercano di mettere a posto le cose».

 

E nello sport?

«Per tutti gli italiani: tennis, golf, nuoto, atletica, paraolimpiadi. Mi ha fatto gran piacere vedere due club campioni del mondo della pallavolo, una è anche marchigiana».

mancini naso foto mezzelani gmt071

 

Poi tiferà per la nazionale di calcio...

«Sono gli altri che dovranno fare tifo per noi. Mi piace questo europeo giramondo. Faticoso organizzarlo per l' Uefa ma sarà bello portare buon calcio in Paesi che, magari, non vedono spesso grandi nazionali. E, ripeto, a noi sognare costa niente. Solo se sogni puoi arrivare alla meta».

vialli manciniroberto mancini foto di baccomancini 2VIALLI MANCINIroberto mancini foto di bacco

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...