“TRE NAZIONALI DI ITALIA ’90 HANNO AVUTO ESPERIENZE SESSUALI TRASVERSALI MA DEFINIRLI GAY È ESAGERATO” - “LA STORIA DI VIALLI CON LA PARIETTI DEVE FINIRE” – CHI E’ L’AZZURRO MISTERIOSO CHE HA SCRITTO UN LIBRO SULLA NAZIONALE DI VICINI A ITALIA ’90? - “L’OMOSESSUALITA’ NEL CALCIO RESTERA’ SEMPRE UN TABU’. ANCHE SE IN ALBERGO ARRIVAVANO TELEFONATE IMBARAZZANTI” – "BARESI NON CONSIDERA ROBY BAGGIO UN FUORICLASSE”. E POI I SILENZI E I PIANTI DOPO IL KO CON L'ARGENTINA...

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ALBERTO FACCHINETTI per il Foglio Sportivo

 

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Con Roberto Baggio nessun compagno ha un rapporto che vada oltre la superficie, non prende mai una posizione chiara e avrebbe potuto rinunciare a un po' di soldi per rimanere in maglia viola. Franco Baresi non lo considera un fuoriclasse, uno per cui i compagni dovrebbero sacrificarsi in campo.

 

Doveva essere il Mondiale di Gianluca Vialli, invece il centravanti della Sampdoria non è proprio in forma. È nervoso, non sta bene fisicamente e i medici della Nazionale lo fanno passare per un malato immaginario: ha una stanza d'albergo prenotata, dove si fa massaggiare da Sergio Viganò, suo sodale a Genova. Picchio De Sisti dice al suo capo Azeglio Vicini che la storia, vera o ingigantita che sia, con la Parietti deve finire.

 

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Ma Azeglio tratta i suoi uomini da adulti che nel tempo libero possono fare ciò che vogliono. Lo stesso Vialli il 26 giugno se ne esce con la dichiarazione "quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare", che è una critica ai compagni Schillaci e Baggio. Pietro Vierchowod, il marcatore più decisivo della Serie A, non toglierà mai il ruolo da titolare a Riccardo Ferri, anche se lo meriterebbe. Lo Zar non è amato alla follia neanche dai suoi compagni di club, da Pagliuca a Vialli, che pure lo rispettano. 

 

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Uno dei ventidue azzurri convocati da Azeglio Vicini per il Mondiale 1990 ha deciso di raccontare quell'esperienza irripetibile, confessandosi in un libro. Nessuna indiscrezione shock, ma tanti segreti dello spogliatoio rivelati dopo 31 anni. "L'italia del ' 90 - Storia segreta del nostro mondiale", scritto per Indiscreto editore da Stefano Olivari e da un ex azzurro che ha voluto rimanere anonimo, dice ciò che non è stato scritto da giornali e visto in tv. "Quando uno dei ventidue azzurri di Italia ' 90 è arrivato al millesimo aneddoto su quell'estate italiana e sulle sue notti magiche gli abbiamo proposto di scrivere un libro in forma di romanzo.

 

Proposta accettata con relativo entusiasmo ed immediata invenzione di uno pseudonimo, Azzurro di Vicini, da cui ci dissociamo. Questa trovata serve ( a lui, perché noi dall'inizio degli anni Novanta facciamo i giornalisti firmando con nome e cognome veri) per esprimere liberamente giudizi, senza passare per ingrato o traditore dei segreti dello spogliatoio. Non abbiamo certo problemi nel criticare Baggio o Vialli, ma forse ne avremmo se fossimo stati compagni di Baggio e Vialli", ha scritto Olivari nell'introduzione.

italia 90 - baggio italia 90 - baggio

 

Scoprire chi è il calciatore misterioso è un gioco divertente per il lettore durante tutte le pagine del volume freschissimo di stampa. Olivari usa l'espediente di una voce che parla di tutti i 22 convocati come se lo scrivente fosse un ipotetico ventitreesimo. Si capisce chi è? Di sicuro è chiaro chi non è, per esempio i calciatori già citati. E per alcuni riferimenti nel testo sembra essere un calciatore dell'inter ( cinque nella rosa di Vicini). Non viene risparmiato nemmeno il giornalismo sportivo.

 

Ad un certo punto capitan Bergomi propone ai compagni di attuare come otto anni prima il silenzio stampa. Alcuni accettano, ma la maggioranza vota no e Vicini che tra i cronisti ha qualche buon aggancio non è dispiaciuto della scelta. Ne viene fuori comunque che i doriani non godono di buonissima stampa e che Andrea Carnevale, protagonista di un insulto a Vicini in diretta tv, non è protetto da nessun giornale. Il giocatore misterioso tocca anche il tema dell'omosessualità, e non succede spesso nella letteratura sportiva italiana. "È un tabù e tale rimarrà per sempre. Tre di noi hanno fatto incursioni in tutti i campi, prima di adeguarsi all'immagine e all'immaginario del calciatore, ma definirli (o definirci, chi lo sa) gay è esagerato.

 

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All'helio Cabala arriva qualche telefonata imbarazzante, gestita con discrezione dal personale, ma ricordando il 1982 ( le allusioni su Rossi e Cabrini erano uno scherzo, sia pure di cattivo gusto) nessun giornalista osa scriverne", scrive l'azzurro di Vicini.

 

Ma quindi quello che per molti italiani è considerato il mondiale più bello di sempre con la Nazionale più simpatica di tutte è stata un'esperienza da cancellare?

 

Assolutamente no. È proprio l'azzurro di Vicini a lasciarsi andare a certi commenti emozionanti, soprattutto quando si chiede cosa vorrebbe rivivere in punto di morte. "Il viaggio da Marino all'Olimpico, per la partita contro l'Austria. Partiamo alle sei e mezza, per 27 chilometri in mezzo a bandiere e cori, una cosa da tappone dolomitico del Giro d'italia, un entusiasmo ingenuo e travolgente da Italia anni Ottanta", è quello che si risponde.

 

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Al lettore che ricordi la sconfitta in semifinale con l'argentina può far male la descrizione dello spogliatoio. "In tanti piangono: mi colpiscono Zenga, Ferri e Donadoni, che di solito non mostrano le loro emozioni, ma le lacrime escono anche dagli occhi degli altri. Nessuno parla e questo ci sta, in una situazione simile. La cosa che mi uccide, che ci uccide, non è il silenzio, ma che nessuno abbia il coraggio di spogliarsi e andare sotto la doccia".

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