LEAO MERAVIGLIAO - L'ATTACCANTE PORTOGHESE STA PORTANDO IL MILAN ALLA VITTORIA DELLO SCUDETTO A SUON DI GOL E GIOCATE DA URLO - ARRIVATO DAL LILLE COME OGGETTO MISTERIOSO, RAFAEL HA RAGGIUNTO LA DOPPIA CIFRA DI GOL PER LA PRIMA VOLTA IN CARRIERA E SI È ANCHE CONQUISTATO LA NAZIONALE - NEWCASTLE, PSG E CITY SAREBBERO PRONTE A FARE FOLLIE PER LUI, MA SE INVESTCORP DOVESSE ACQUISTARE IL MILAN…

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1 - LEAO E I SUOI FRATELLI I BOMBER RIVELAZIONE

Stefano Scacchi per “Avvenire”

milan fiorentina leao milan fiorentina leao

 

Tra i 24 giocatori in doppia cifra nella classifica marcatori di Serie A sono più le rivelazioni delle certezze consolidate. A partire dal giocatore forse più decisivo del campionato in questo momento, entrato domenica nel club di chi ha segnato almeno 10 reti: Rafael Leao, autore del gol che ha regalato al Milan capolista una vittoria importantissima nel finale della partita con la Fiorentina. L'ennesimo 1-0 dei rossoneri che hanno conquistato ben sette successi con questo punteggio.

 

LEAO LEAO

Per il giovane portoghese, 23 anni a giugno, è la stagione della consacrazione. Non era mai arrivato in doppia cifra nella sua carriera, al massimo si era spinto a 8 reti nella sua prima annata in Ligue 1 con il Lille. Creatore di gioco a beneficio dei compagni di attacco, grazie alle sue serpentine in dribbling, più che realizzatore in prima persona: questo sembrava Leao non più tardi di qualche mese fa.

 

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Poi ha cominciato a finalizzare le azioni con maggiore frequenza risultando determinante nella cavalcata in testa dalla classifica del Milan. Il numero 17 è l'elemento in grado di scardinare le difese avversarie nella squadra di Stefano Pioli, come ha dimostrato l'ultima giornata nella quale ha approfittato dell'errore di Terracciano filando senza titubanze verso la porta viola.

 

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E dire che, fino a poche settimane fa, c'era ancora chi sottolineava una certa indolenza di Leao, sicuramente soggetto a pause e discontinuità nel corso di una gara, ma senza ombra di dubbio vera fonte di gioco in attacco del Milan lanciato verso lo scudetto. Ha segnato lo stesso numero di gol un'altra rivelazione di questo torneo: Giacomo Raspadori, un anno più giovane di Leao, protagonista della stessa progressione del portoghese.

 

beto beto

Anche l'attaccante del Sassuolo un anno fa aveva chiuso a 6 reti. Salendo di un gradino sta sorprendendo Beto con i suoi 11 centri con la maglia dell'Udinese. Un riscatto per il 24enne portoghese che non ha avuto una carriera facile e a un certo punto aveva addirittura lasciato il calcio per andare a lavorare in un fast-food.

 

raspadori raspadori

Udine è stata la sua prima casa italiana, ma è esploso a Verona il ceco Antonin Barak che ha dato ragione all'investimento del club scaligero per portarlo al Bentegodi: 11 milioni la cifra pagata ai friulani. Barak li vale tutti, anzi anche di più come dimostrerà la somma del grande club che lo comprerà in estate (forse il Napoli). Barak ha segnato 11 gol, tantissimi per un centrocampista, ed è uno dei trascinatori di questo formidabile Verona.

 

simeone simeone

Come Gianluca Caprari e Giovanni Simeone che hanno già firmato rispettivamente 12 e 16 reti. In Europa in questa stagione solo il Liverpool, con Mané, Salah e Diogo Jota, è riuscito a mandare in doppia cifra un tridente prima del Verona. Una soddisfazione notevole vista la portata dei nomi che compongono l'attacco dei Reds.

 

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Eccezionale a quota 12 anche la risposta di Andrea Pinamonti, 23 anni fra due settimane, uno di quei giocatori italiani che devono sottostare a una gavetta infinita per avere la loro chance. Pinamonti sta andando benissimo in prestito all'Empoli, ma difficilmente questa stagione basterà a convincere l'Inter, proprietaria del suo cartellino, a trattenerlo alla Pinetina nella prossima annata.

 

osimhen napoli udinese osimhen napoli udinese

A 13 gol (oltre a Dzeko, Deulofeu e Joao Pedro) c'è un terzetto di rivelazioni miste a riscatti. Victor Osimhen, 23 anni, conferma di essere una stella che ormai interessa le grandi d'Europa, soprattutto in Premier League.

 

gianluca SCAMACCA gianluca SCAMACCA

Discorso simile per Gianluca Scamacca, nato tre giorni dopo il nigeriano del Napoli (1° gennaio 1999 il giocatore del Sassuolo, 29 dicembre 1998 Osimhen), nel pieno del campionato trampolino della sua ascesa calcistica. Ha dieci anni in più, ma non aveva mai segnato così tanto Marko Arnautovic, che nel corso della sua carriera si era spinto al massimo a 12 reti nell'arco di un campionato.

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Bologna lo ha galvanizzato. Roma ha prodotto lo stesso effetto su Tammy Abraham che ha già eguagliato il suo miglior bottino al Chelsea nella Premier League 2018-19 (15). Il contributo del centravanti inglese al gioco giallorosso è stato enorme al di là delle statistiche realizzative, grazie a un'intelligenza rara nei movimenti e nel dialogo con i compagni. Abraham e Simeone (già citato a 16) sono le sorprese più in alto nella classifica marcatori.

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Le altre sono conferme e certezze: Domenico Berardi, Lautaro Martinez, Dusan Vlahovic e Ciro Immobile. Vlahovic in realtà è classe 2000, ha 22 anni, ma il suo status è consolidato, come dimostra il prezzo di 70 milioni (più 10 milioni di bonus) pagato dalla Juventus alla Fiorentina per averlo a gennaio. Cifre simili a quelle che dovranno mettere sul piatto i pretendenti di Leao se vorranno strapparlo al Milan nel corso della prossima estate.

 

2 - MEZZA EUROPA VUOLE LEAO IL SUO FUTURO È SCRITTO IN ARABO

Enrico Currò per “la Repubblica”

 

rafael leao del milan 9 rafael leao del milan 9

Il gol alla Fiorentina di Rafa Leao, l'inafferrabile portoghese che spesso si perde al tiro, altrimenti sarebbe una specie di CR7, non ha deciso il derby scudetto con l'Inter, staccata di 2 punti reali e 3 virtuali perché in svantaggio negli scontri diretti: tra venerdì e domenica, dopo Inter-Empoli e Verona-Milan e con sole 2 giornate residue, la classifica sarà sempre più indicativa. Intanto, però, è già sicuro l'assalto straniero a Leao (classe 1999), il più nitido talento importato negli ultimi 3 anni dal campionato impoverito, insieme a Osimhen (classe 1998), che rischia a sua volta di lasciare il Napoli e la Serie A.

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Sarebbe un serio guaio tecnico, essendo in bilico tra Italia ed estero, dopo le partenze l'estate scorsa di Ronaldo, Donnarumma, Lukaku e Hakimi, altri tre pezzi pregiati: lo juventino Dybala, l'interista Lautaro e il laziale Milinkovic. Sono già sull'uscio il milanista Kessié e il capitano del Napoli Insigne, ma anche l'altro pilastro del Napoli Koulibaly non ha la garanzia di rimanere.

 

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Nella vicenda Leao l'intreccio è abbastanza arabo. Lo slalomista portoghese è infatti un obiettivo più o meno dichiarato di alcuni tra i più grandi club d'Europa, dal Liverpool al Dortmund al Barcellona, ma il corteggiamento più deciso al potente procuratore Mendes, lo stesso di Cristiano Ronaldo, è del Newcastle del principe saudita, del Psg qatariota e del Manchester City emiratino di Abu Dhabi, il cui guru Guardiola e il cui status di perenne aspirante alla Champions sono forti armi di seduzione. Tuttavia il City ha prenotato il centravanti norvegese del Dortmund Haaland: 75 milioni di euro per la clausola di rescissione, più 29 netti l'anno di stipendio quinquennale al giocatore.

 

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L'arrivo di Haaland non escluderebbe quello di Leao, per un club ricchissimo. Però anche il Milan - che con i riusciti ingaggi di Hernandez, Tomori, Maignan, Kalulu e tra poco con l'acquisto di Botman ha dimostrato di pescare volentieri tra i talenti internazionali - ha ottime carte per trattenere Leao. Che si è ambientato bene (13 gol e 7 assist finora), ha conquistato la nazionale portoghese e quasi il Mondiale e ha un eccellente rapporto col dt Maldini, con l'allenatore Pioli, coi compagni e coi tifosi.

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Lui sa che la seconda Champions da fulcro dell'attacco milanista, dopo il primo assaggio, si può trasformare in ulteriore vetrina, ma il nodo è l'offerta dalla Premier o dal Psg di un ingaggio dai 6 milioni annui in su, mentre la base della discussione per il rinnovo fino al 2026 col Milan (oggi Leao ha un contratto da 1,5 fino al 2024) è il tetto di 4 più bonus fissato dal fondo americano Elliott (Hernandez ha rinnovato a questa cifra), che ha via via risanato il bilancio.

 

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Conterà la volontà del diretto interessato, ma anche il parere di Mendes. E qui la vicenda diventa ancora più araba. La trattativa si intreccia con quella per il passaggio di proprietà del club da Elliott al fondo bahrainita Investcorp, tra i cui azionisti, col 20%, c'è il fondo Mubadala riconducibile ad Abu Dhabi e perciò al City. Se Investcorp diventerà a giugno padrone del Milan, toccherà al suo presidente esecutivo, Mohammed Bin Mahfoodh Al Ardhi, decidere se alzare il tetto degli ingaggi. E stabilire, probabilmente, il destino di Leao.

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