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MA CHE CE FAMO CO ‘STI AMEREGANI? - ZILIANI: “LA DOMANDA CHE I TIFOSI DELLA ROMA SI PONGONO È: C'È LA SPERANZA CHE IL NUOVO AMERICANO FRIEDKIN ASSOMIGLI UN PO' AGLI AMERICANI VERI, QUELLI CHE HANNO PRESO LE REDINI DI ALCUNI IMPORTANTI CLUB INGLESI PORTANDOLI A COGLIERE SUCCESSI SENSAZIONALI? IL TUTTO MENTRE LA LAZIO DELL'ITALIANISSIMO LOTITO PORTAVA A CASA DUE COPPE ITALIA E DUE SUPERCOPPE...”

PAOLO ZILIANI

Paolo Ziliani per “il Fatto Quotidiano”

 

Se alla fine degli anni 80 nella Serie A italiana giocavano due Maradona, Diego Armando e Hugo Hernán, una ragione perché il primo giocasse nel Napoli (2 scudetti e una Coppa Uefa vinti) e il secondo nell' Ascoli, evidentemente c' era: quello buono aveva scelto il club ambizioso e importante, quello scarso, peraltro raccomandato dal fratello buono, quel che passava il convento. Come diceva il presidente Massimino buonanima: "C' è chi può e chi non può: io può". Appunto.

 

A spiegazione del preambolo, la notizia del giorno è che nel disastrato carrozzone del pallone italico dopo Thomas Di Benedetto e James Pallotta (Roma), Joe Tacopina e Joey Saputo (Bologna) e dopo Rocco Commisso (Fiorentina), è in arrivo un bastimento carico di nuovi ricchi amerikani guidato dal 54enne Dan Friedkin, nessuna origine italiana, proprietario del "Friedkin Group" (dodici società impegnate nell' intrattenimento, nell'ospitalità, nell' automobilismo e altro ancora: un impero da 4,3 miliardi di dollari), in procinto di acquistare la Roma di James Pallotta per una cifra, si dice, pari a 790 milioni di euro, 270 dei quali da defalcare a copertura dell' indebitamento.

dan friedkin 1

 

La domanda che i tifosi della Roma si pongono è: c' è la speranza che il Nuovo Americano assomigli un po' agli americani veri, quelli ad esempio, che da una quindicina di anni hanno preso le redini di alcuni importanti club inglesi portandoli a cogliere successi ragguardevoli per non dire sensazionali?

 

james pallotta dan friedkin

Sono passati otto anni da quando (era il settembre 2011) Di Benedetto acquistò la Roma e sette da quando (era l' agosto 2012) Pallotta subentrò a Di Benedetto. Ebbene, non un solo trofeo è arrivato ad arricchire la bacheca del club che fu di Viola e di Sensi, i presidenti capaci di vincere uno scudetto; il tutto mentre sull' altra sponda del Tevere l'italianissima Lazio dell' italianissimo Lotito portava a casa due Coppe Italia e due Supercoppe italiane e mentre gli altri amerikani d' Italia erano alle prese con rognose gatte da pelare; vedi il Bologna di Tacopina e Saputo risalito dagli inferi della Serie B e la Fiorentina di Commisso subito di fronte allo spauracchio di una retrocessione, al primo anno dopo Della Valle, costretta gettare a mare Montella e ad affidarsi, Iddìo la protegga, a Beppe Iachini.

SAPUTO

 

Il sangue italiano che scorre nelle vene di Rocco Commisso, nato a Marina di Gioiosa Ionica, in Calabria, nel lontano 1949, o in quelle di James Pallotta, papà di Teramo e mamma di Canosa, o ancora in quelle di Joey Saputo, figlio di siciliani di Montelepre, fa molto Libro Cuore; ma se alla lunga i successi non arrivano, specie se ti chiami Roma, il minimo che possa succedere è sentirti urlare da uno stadio intero "Pallotta go home": tornatene a casa, e qualcuno dia anche a noi un Lotito qualunque, pure più coatto, che di quando in quando ci regali però una gioia.

 

JOE TACOPINA

In Inghilterra, al timone dell' Arsenal - che pure attraversa oggi uno dei momenti più opachi della sua storia - c'è dal 2008 Stanley Kroenke, titolare della "Kroenke Sports Enterteinement" (impero da 8,5 miliardi di dollari) che negli ultimi dodici anni ha regalato ai tifosi 6 trofei: 3 Community Shield e 3 Coppe di Inghilterra: una coppa ogni due anni, mica noccioline. Un altro mitico club che da qualche tempo recita da nobile decaduto è il Manchester United; che la famiglia Glazer (gioiellieri, americani d' origine lituana) acquistò nel 2005 e che, sembra incredibile, non è mai entrata nel cuore dei tifosi a dispetto delle 5 Premier League vinte in 14 anni più una Champions League, un mondiale per club, svariate coppe nazionali.

 

commisso

Lo United è tutt' oggi terzo nella classifica dei più club ricchi del mondo dietro a Real e Barça dopo essere stato a lungo primo. E poi il Liverpool, che John William Henry di Quincy, Illinois, proprietario dei mitici Red Sox di baseball e soprattutto della John W. Company (investimenti), rilevò nel 2010 dagli odiatissimi (dai tifosi) Tom Hicks e George Gillet. Dopo due anni ecco la Coppa di Lega, poi il Liverpool sfiora il titolo nel 2014 con Rodgers e alla fine, investendo forte su Klopp, fa il botto: Champions, Coppa del mondo e Supercoppa Uefa nel 2019, e per quanto riguarda il 2020, titolo Premier già in bacheca. Dopo 30 anni esatti d' attesa. Grazie agli americani. Quelli veri, però; non quelli che scelgono il Belpaese.

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