zdenek zeman

MA ZEMAN HA SCAMBIATO L'ITALIA PER L'EX GERMANIA DELL'EST? “SIAMO IL PAESE PIÙ DOPATO DEL MONDO, NON SOLTANTO NEL CALCIO” – IL BOEMO, TORNATO A FOGGIA PER LA QUARTA VOLTA, TORNA A PARLARE DI DOPING – "È STATO TUTTO PRESCRITTO, COME SPESSO ACCADE QUI, E SI È CHIUSA LA STORIA. C’È QUALCOSA CHE NON VA E NON SI RIESCE A RISOLVERE" – E POI LA SUPERLEGA, IL VAR, I DEBITI DEI CLUB E LA NAZIONALE: "INSIGNE, IMMOBILE E VERRATTI IO LI HO AVUTI 10-12 ANNI FA MA HO LAVORATO ANCHE CON FLORENZI E BARELLA…” 

Da fanpage.it

 

ZDENEK ZEMAN

Sembra una giornata estiva nonostante l’autunno sia ormai alle porte. Foggia è così, spesso le stagioni decidono da par loro. Visto dal rettangolo verde lo stadio Pino Zaccheria assume una visuale diversa rispetto a quando ci si siede sulle gradinate. Mentre osserviamo l’architettura dell’impianto ecco che si materializza dal tunnel una delle sagome più famose e più discusse del calcio italiano degli ultimi trent’anni.

 

Zdenek Zeman si guarda intorno, punta verso di noi e dopo esserci presentati si siede: “Possiamo partire quando volete, io sono pronto”. Un saluto breve ma cordiale. Quello tra il boemo e la città pugliese è un amore che spesso ha vissuto dei momenti difficili ma poi si è tutto risolto: come direbbe un noto cantautore romano, “certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano”.

 

È la quarta volta che il tecnico nato a Praga siede sulla panchina dei Satanelli e i rossoneri puntano ad un campionato di vertice nel girone C di Serie C.  Dopo più di tre anni di inattività Zeman è ripartito proprio dal capoluogo pugliese e inevitabilmente i pensieri sono andati a quel periodo straordinario che ha portato la città ad essere sulla bocca di tutti in Italia e in Europa: ‘Zemanlandia’ è un patrimonio calcistico ancora vivo soprattutto nella Capitanata ma in tutta Italia ricordano quegli anni mi cui andare allo Zaccheria era un ‘inferno' (Alessandro Costacurta dixit).

ZDENEK ZEMAN

 

Il martedì gradoni, il giovedì partitella con tre tempi da 30’: “perché non cambi mai” cantava Antonello Venditti, e Zeman non lo ha mai fatto in tutta la sua carriera. Ai microfoni di Fanpage.it l’allenatore boemo ha parlato del Foggia, del momento che vive il calcio italiano, dei suoi contrasti con la Juventus e della tecnologia applicata al calcio. A modo suo.

 

Zeman, cosa l’ha riportata in panchina dopo più di tre anni di inattività?

“La speranza che il Covid finisse. Durante il Covid era difficile fare calcio, allora ho aspettato che si risolvesse il problema per tornare a fare quello che più mi piace”.

 

 

Perché proprio Foggia? Qual è il suo legame con questa città e con questa squadra?

"Ho sempre lavorato bene a Foggia. È una piazza che vive di calcio, la gente si interessa, a me interessa dare qualche cosa alla gente e qua si può fare se uno lavora e riesce a fare quello che vuole".

 

 

ZDENEK ZEMAN

Quando si parla di ‘Zemanlandia’ ci sono persone che si emozionano e appassionati che ricordano ogni istante di quegli anni: crede che sia possibile nel calcio di oggi qualcosa di simile? 

“Quel termine non l’ho inventato io, anche se mi dà soddisfazione; ma bisogna parlare di Foggia Calcio, della squadra che ha fatto quello che ha fatto ed è stato un peccato che sia finito. Ma quattro anni in Serie A sono stati un lusso. Visto che cambiano tante cose, io mi auguro che ci tornerà di nuovo“.

 

 

casillo zeman 2

Lei ha iniziato ad allenare in C: ci sono delle differenze tra la Serie C di allora e quella di oggi?

"Io ho allenato prima il settore giovanile del Palermo, poi c’è stato il fallimento e ho avuto l’occasione di allenare in C2 a Licata. Oggi il calcio è cambiato: adesso è più fisico mentre prima era più tecnico".

 

Si parla spesso del calcio italiano rispetto a quello europeo: c’è tutta questa differenze sia a livello giovanile che di prime squadre?

“Io penso che a livello giovanile l’Italia si difenda. Le squadre dall'Under 15 in su hanno fatto sempre buoni risultati. Penso che il problema più grande sia il fatto che le squadra siano costruite da stranieri. La maggior parte di ragazzi che hanno talento e hanno fatto il settore giovanile hanno una strada più difficile per arrivare ad affermarsi in Serie A“.

 

casillo zeman

Le sarebbe piaciuto confrontarsi in questa Serie A, che mai come quest’anno sembra essere il “campionato degli allenatori”?

“Sì, anche se in Serie A in questo momento ci sono problemi importanti a livello economico. È difficile costruire una squadra a immagine dell’allenatore, quindi è difficile valutare. Poi è normale che uno voglia misurarsi in Serie A con gli altri”.

 

 

casillo zeman

 

Quali sono le squadre o gli allenatori che le piacciono di più in Italia in questo momento?

“Ce ne sono tanti bravi. Sono pochi quelli che riescono a far giocare bene. Italiano è uno di questi, perché riesce a trasferire i suoi concetti alla squadra“.

 

La rivista France Football l’ha inserita tra i trenta migliori allenatori della storia qualche anno fa e i suoi principi sono facilmente riscontrabili in alcune squadre di alto livello: pensa di aver dato più lei al calcio o il calcio a lei?

zdenek zeman guido d ubaldo foto di bacco

“Io penso che ho dato e ho ricevuto. È normale che a fare tanti anni in Serie A si riceva qualcosa. Anche se non ho vinto niente la mia squadra ha sempre fatto parlare di sé per quello che faceva sul campo“.

 

Lei ha sempre detto “Il risultato è casuale, la prestazione no”: cosa pensa della divisione tra risultatisti e giochisti di cui si parla tanto negli ultimi anni? 

“Per me è un dibattito che non esiste. In primis perché se una squadra gioca bene su dieci partite ne perde una. E, secondo, vincere a tutti i costi può portare a cose strane. A tutti i costi non esiste: bisogna misurarsi e giocarsela, poi chi è più bravo deve vincere. Bisogna dare sempre grande importanza ai meriti”.

zdenek zeman foto di bacco

 

 

Insigne, Immobile e Verratti hanno iniziato a vincere con lei e sono arrivati sul tetto d’Europa. Hanno dato quello che lei si aspettava?

“Io li ho avuti 10-12 anni fa ma ho lavorato anche con Florenzi e Barella, che non ho mai fatto giocare ma in allenamento si vedeva che aveva del talento. Sono contento che gente con talento arrivi a fare grande calcio. Magari c’era qualcun altro che non è riuscito ad arrivare, ma in alcuni casi non per colpe sue”.

 

 

I suoi contrasti con la Juventus, e alcuni suoi dirigenti, sono noti e molti attribuiscono a lei un risentimento verso il club perché non è mai stato preso in considerazione per la panchina bianconera non riuscendo a ripercorrere le orme di suo zio Cestmír Vycpálek: c’è un fondo di verità oppure è falso?

zeman 10

“Non è vero. È vero che tutti gli allenatori hanno ambizione di arrivare alla Juventus, ma dipende in che contesto ci si inquadra. Io avevo possibilità di parlare della Juventus più ai tempi di Boniperti che in altre occasioni”.

 

Lei è stato tra i primi a sollevare il tema del doping. C’è, nel calcio di oggi, una problematica di cui non si parla ancora abbastanza?

“Io ho parlato prima di abuso di farmaci. C’era gente che prendeva 20 pillole al giorno, non penso che chi fa sport ne abbia bisogno. Poi è venuto fuori che c’era doping vero. È stato tutto prescritto, come spesso accade qui, e si è chiusa la storia. In generale, le statistiche dicono che l’Italia è il paese più dopato del mondo in percentuale. C’è qualcosa che non va e non si riesce a risolvere. Parlo di sport in generale, non soltanto di calcio“.

di battista e zeman

 

La prima cosa che ha pensato quando si è cominciato a parlare di Superlega qualche mese fa.

“Non mi piace. Io penso che il campionato nazionale ha il suo interesse e faccia da richiamo a tanta gente che lo segue. Se si levano 4-5 squadre, non ha più molto senso“.

 

Il VAR finora l’ha vissuto solo da spettatore, non sul campo. Ma che idea si è fatto del modo in cui viene utilizzato?

“Io all’inizio ero contrario perché avevo fiducia negli arbitri, ma capisco che non sempre si può avere perché nessun arbitro è infallibile. Così come penso che neanche il VAR sia infallibile. Sicuramente ha aiutato a risolvere situazioni che restavano irrisolte”.

 

Se avesse potere decisionale, una carica dirigenziale, quale sarebbe la prima riforma che spingerebbe per portare avanti?

zeman

“Io faccio fare agli esperti, a me piace il campo. Qualcuno c’è riuscito a togliermi dal campo, ma poi mi ci sono sempre ritrovato e sono contento così. Oggi c’è da tenere in conto la questione economica e i problemi delle squadre più grandi, che hanno dei debiti che non so come si possano pareggiare. È evidente che il calcio è considerato diversamente dalle altre aziende”.

 

 

 

ZEMANZEMANZEMANZEMAN TOTTI AL FORO ITALICOZEMAN TOTTI VENDITTIPESCARA GENOA ZEMANZEMAN

 

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”