mennea

NUREYEV SI NASCE, MENNEA SI DIVENTA! 40 ANNI FA IL PRIMATO MONDIALE DEI 200 METRI, I RICORDI DEL MASSAGGIATORE ROCCHETTI: “A VEDERLO NON GLI DAVI UNA LIRA, MA IN PISTA SI TRASFORMAVA, ERA PAZZESCA LA SUA TESTA. NUREYEV, CHE AVEVO SEGUITO, ERA LA PERFEZIONE, MENNEA INVECE…” – E POI IL RAPPORTO ODIO-AMORE CON VITTORI, IL RACCONTO DEL GIORNO DEL RECORD, LA CURVA IN CUI “ACCESE I RAZZI” E LE PRIME PAROLE SUL TRAGUARDO: "ECCO UN ITALIANO DI BARLETTA" – VIDEO DA BRIVIDI

Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia

Emanuela Audisio per la Repubblica

 

mennea

Era l' uomo che sussurrava ai muscoli di Mennea. Il suo confessore, il suo manipolatore. Nazareno Rocchetti, 72 anni, nato a Filottrano, capelli bianchi, volto da dio greco, oggi anche scultore e artista, c' era 40 anni fa a Città del Messico quando il 19"72 di Mennea illuminò il mondo.

E ancora oggi in Europa resta un confine invalicabile: l' azero-turco Ramil Guliyev è distante 4 centesimi, l' azzurro Fausto Desalu 41.

 

Come iniziò quel giorno?

«Male. Pioveva, c' era un forte temporale. Pietro era malmostoso, di cattivo umore, non voleva correre. Gli capitava spesso di essere così, contro tutto e tutti. Mi spazientii, gli dissi: io vado, fai come ti pare, e mi avviai al bus. Allora lui: aspettami, Rocky, faccio la sacca. Arrivammo allo stadio e non c' erano i suoi blocchi, venne inviato di corsa Sandro Giovannelli a prenderli in magazzino. Tutto al pelo, tutto all' ultimo minuto. Lo aiutai a fare stretching, Carlo Vittori, il suo allenatore, si sistemò sui gradoni».

mennea rocchetti

 

Come s' era guadagnato la fiducia di Pietro Mennea?

«Semplice. In me riconobbe uno come lui. Un poveraccio. Venivo dalla campagna, a Imbrecciata, una frazione di Filottrano, dove sono nato, facevamo la fame. A casa, eravamo in quattro, mangiavamo a giorni alterni, mio fratello è andato in seminario per avere tre pasti al giorno, poi ha lasciato. Chi tornava dagli Usa, dopo essere emigrato, diceva che qui si stava male come nel Bronx. In Pietro riconobbi un vitello marchiato del sud, ragazzo segnato dal complesso di inferiorità, quello di appartenere a una terra che non valeva niente. Soffriva molto per questo, non glielo feci mai pesare».

 

Vero che lui non subiva infortuni?

«In 20 anni si sarà fatto male non più di 5 volte. E sempre sciocchezze. Sì, aveva muscoli di seta, ma senza esagerare. Il suo fisico non era straordinario, molto meglio quello di Pavoni e Sabia. Ma la testa era formidabile. È sempre quella che fa la differenza, il suo cervello produceva più delle gambe. E sopportava carichi di lavoro pazzeschi, tutti gli altri per seguirlo si sono rotti. Mi ero occupato anche di Panatta, di Borg, e a Reggio Emilia per il 'Don Chisciotte' avevo trattato Rudolf Nureyev che aveva mal di schiena. Potevo fare paragoni».

MENNEA VITTORI

 

Nureyev ballava, Mennea correva.

«Si, ma Rudolf aveva un corpo scultoreo. Era la perfezione, sembrava volare in scena. Gli feci due trattamenti e lo rimisi in piedi. Voleva che lo seguissi in esclusiva, il prezzo lo avrei deciso io, ma rifiutai.

 

Gli chiesi solo: come si diventa Nureyev? Mi sorrise e con il suo russo-italiano, con molta dolcezza, mi disse: Nureyev si nasce. La differenza? Mennea venne a casa mia nelle Marche, subito dopo il record, a conoscere la mia futura moglie e mio suocero commentò: quello lì sta male, è gobbo, cammina storto. Pietro in pista si trasformava, ma a vederlo non gli davi una lira».

 

Però il suo record mondiale, 19"72 mondiale, è durato 16 anni e nove mesi: più di quello di Owens e di Michael Johnson.

VITTORI MENNEA 2

«E chi se lo aspettava? Noi a Città del Messico, no. Sapevamo che era in forma, che aveva fatto buoni tempi, ma non che accendesse i razzi così. Abbiamo iniziato a capire la meraviglia quando è uscito dalla curva. Ha corso la seconda metà in 9"38 e la prima in 10"34. Vittori aveva il cronometro in mano, ma andò in confusione, mi prese in braccio e gli venne l' ernia. Pietro venne subito da me, mi accarezzò il volto. Ho ancora la foto. E iniziò a sproloquiare: 'Ecco un italiano di Barletta'. E io: che stai a dire? Barletta è in Italia. Ma forse ha avuto ragione lui: se la sua città è famosa nel mondo è per Mennea».

 

Lei ci andava d' accordo?

«Ho amato Pietro, sono stato in difficoltà con Mennea. Per lui facevo il buffone e da parafulmine, assorbivo le sue paure, i tormenti, le angosce. Lo convincevo come quel 12 settembre a Città del Messico: smetterà di piovere, uscirà il sole, non ci sarà vento, scapperai come una lepre, li distruggerai.

VITTORI MENNEA

 

Ma lui ti prosciugava con i dubbi e le insicurezze, ti incupiva il cielo, io sempre lì a spazzargli ombre e temporali. A Praga nel '78 lo trovarono accasciato per strada, pieno di acido lattico, che urlava dai crampi. Lo trattai dalle 8.30 del mattino fino a mezzanotte, Pietro aveva paura che il dolore tornasse e mi costrinse a dormire con lui per tre giorni. In due su un letto singolo».

 

Riusciva anche a farlo ridere.

«Sì. Facevo finta di parlare inglese con le ragazze, dicevo stupidaggini.

Lui con me si divertiva. E si fidava: perché le sue confidenze le ho sempre tenute per me. Era riservato, se solo ti scappava qualcosa con lui avevi chiuso. Ma era anche uno che voleva avere ragione. Dovevi sempre accontentarlo».

 

Quel giorno Pietro pensò di essere andato molto oltre?

VITTORI MENNEA 1

«Basta guardare i suoi occhi e quelli di Vittori. Lucidi e finalmente sereni, in tutte le foto. Come di chi ha raggiunto la pace. Vittori ha sempre detto che quel Mennea valeva 19"60, ma nessuno pensò a ritornare in altura. Pietro era soddisfatto, gliela aveva fatta vedere al mondo, lui uomo del sud. Non c' era niente da fare: aveva quel pensiero fisso. Ma si sacrificava tanto: tra lui e Vittori c' è stato un rapporto odio-amore che ha portato alla bellezza, ma con troppa violenza dentro. C' era bisogno di darsi del lei per tutta la vita, di mantenere le distanze, di essere vittima a carnefice? Per me, no».

 

Lei era il fisioterapista della nazionale?

«Si. Ho massaggiato Pietro dopo ogni allenamento, ogni sera, per 40'-50'.

Avevo iniziato a 7 anni, da bambino, a curare le bestie: le galline azzannate dalle faine, le pecore, i vitelli spallati. Trattavo solo animali, mai toccato un corpo umano. Per sfuggire a quella miseria mi sono arruolato nei carabinieri a 16 anni, per andare a Roma ho preso per la prima volta il treno, poi sono entrato nel gruppo sportivo a Bologna arrivando terzo in una gara dei 5 mila, io che avevo corso solo per rubare la frutta dagli alberi dei contadini.

 

Non ero fatto per lo sport, iniziai a frequentare le lezioni del professor Boccanera, affascinato da muscoli, tendini, sarcolemma, li avevo già visto nei maiali quando li ammazzavano. Chirurgia non mi interessava, avevo visto nascere un neonato di 8 mesi da una donna morta. Avevo 21 anni, mi è bastato. A Pietro invece le mie rassicurazioni non bastavano mai. Ma le mani assorbono e Mennea era pieno di energie negative. Per farle diventare positive, mi stremava. A lui la rabbia serviva per costruire capolavori».

 

L' ultima volta che l' ha visto?

«A una cerimonia a Jesi, tre mesi prima che morisse. Era gonfio e giallo. Cos' hai, gli chiesi. 'Un po' di ittero', sussurrò. Protestai: mi prendi per cretino? Farfugliò qualcosa e gli scese una lacrima. Era la seconda volta che lo vedevo piangere, la prima era stata dopo un rimprovero violento di Vittori.

 

Gli mandai un messaggio: ricordati che hai avuto una grande vita e che quello che hai fatto resterà. Non rispose. Era fatto così: lui non poteva stare male, non l' avrebbe mai ammesso, lui ce l' avrebbe fatta perché era nato per combattere e vincere. Ma con quella malattia non si gareggia così. Ho avuto un solo regalo da lui, dopo otto anni: un orologio di seconda mano. Ma dentro mi resta molto di più.Come al mondo».

pietro mennea foto mezzelani gmt024pietro mennea foto mezzelani gmt020

 

nazareno rocchettinazareno rocchetti

fabbricini malago vedova mennea foto mezzelani gmt tilli simionato pavoni mennea helsinki mennea universiadi messico pietro mennea Pietro Mennea Pietro Mennea mennea alle elementari mennea sul podio in una gara provinciale mennea olimpiadi di monaco mosca ottanta letta vedova mennea tilli foto mezzelani gmt

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?