friedkin pallotta

PALLOTTA, A MAI PIÙ RIVEDERCI: LA ROMA PASSA A DAN FRIEDKIN - NELLA NOTTE IL PRESIDENTE DELLA ROMA, JAMES PALLOTTA, HA FIRMATO L'ACCORDO VINCOLANTE PER LA CESSIONE DELLA PARTECIPAZIONE DI CONTROLLO DELLA SOCIETÀ - L'OPERAZIONE È VALUTATA IN CIRCA 591 MILIONI DI EURO E DOVREBBE CONCLUDERSI ENTRO LA FINE DI AGOSTO - DI QUESTI, 300 MILIONI SERVIRANNO PER COPRIRE I DEBITI, 190 VANNO A PALLOTTA (PESANTE MINUSVALENZA PER LUI) - QUEL CHE RESTA SERVIRÀ ALL’AUMENTO DI CAPITALE E AL MERCATO…

pallotta friedkin

1 - PALLOTTA FIRMA, LA ROMA PASSA AL GRUPPO FRIEDKIN

 (ANSA) - La Roma passa a Dan Friedkin. Nella notte il presidente della Roma, James Pallotta, ha sottoscritto l'accordo vincolante per la cessione della partecipazione di controllo della società giallorossa al Gruppo Friedkin. L'operazione è valutata in circa 591 milioni di euro e dovrebbe concludersi entro la fine di agosto.

 

2 - FRIEDKIN-PALLOTTA SIAMO ALLA FIRMA

Ugo Trani per “il Messaggero”

 

È destino che lo sbarco americano in Italia sia in piena estate. Quando c'è da investire nel calcio, e soprattutto a Trigoria, dagli Usa si presentano sempre nello stesse mese. Scelgono agosto. Adesso, come 9 anni fa. Il closing della proprietà attuale (e ormai uscente) ci fu il 18 agosto del 2011 (presidente Di Benedetto che poi lasciò l'anno dopo); entro poche ore la fumata bianca per la cessione della Roma: alle 8 di mattina o alle 18, dopo la chiusra della Borsa. Sarà Dan Friedkin l'erede di Pallotta.

JAMES PALLOTTA

 

E non c'è da stupirsi, essendo stato proprio il texano l'unico interlocutore credibile. Il bostoniano si è arreso all'evidenza. E, già da martedì sera (piena notte in Italia), ha capito che l'asta, chiamando in causa soggetti esotici sui quali sarebbe stato il caso di approfondire e a lungo, avrebbe generato solo altra confusione attorno al pianeta giallorosso. Attualmente è a rischio la continuità aziendale, con l'iscrizione al campionato in bilico: entro il 19 agosto vanno presentate le garanzie alla Covisoc che non si accontenta più di parole e rassicurazioni. Già stamattina dovrebbe essere preparato il comunicato più atteso dalla tifoseria che, richiesto dalla Consob, certificherebbe il passaggio di proprietà.

 

FUGA IMPROVVISA

pallotta friedkin

Il bluff è stato scoperto ieri a metà mattinata: il sito Al Jarida ha annunciato l'uscita di scena di Fahed Al Baker. La cordata del Kuwait è evaporata. L'uomo d'affari mediorientale, coinvolgendo nell'operazione 2 soci, si è chiamato fuori, rendendosi conto di non avere il tempo per rimontare su Friedkin, lanciatissimo ormai verso l'acquisizione del pacchetto di maggioranza. I suo legali, anche negli ultimi giorni, sono stati in contatto con quelli di Pallotta per essere pronti allo scambio delle firme.

 

Full immersion continuata fino a tarda sera. I documenti sono pronti già da settimane e l'offerta del texano non è mai cambiata: 575 milioni. E sarà la cifra ufficiale, lontana dai 703 milioni pre-lockdown. Così 490 vanno a coprire i 300 di debiti e 190 al presidente (scontento per minusvalenza).

fonseca petrachi

 

Gli 85 sono da destinare all'aumento di capitale (60 milioni entro fine dicembre: 42 li verserà il nuovo proprietario, gli altri i soci minori). E la metà saranno spesi per migliorare la rosa di Fonseca. L'obiettivo del texano è dare continuità al lavoro del portoghese: quindi confermando Pellegrini e Zaniolo, richiamando Smalling e regalando alla piazza un colpo di primo piano.

 

Il forte indebitamento del club ha al momento bloccato ogni operazione: è stato preso solo Pedro, a fine contratto con il Chelsea. Andrà abbassato il monte ingaggi e ceduto mezzo gruppo (tra i 10 e i 14 giocatori). Il vantaggio è lo slittamento del mercato a settembre. Chi entra, avrà la possibilità di capire come muoversi. Toccherà al ceo Fienga occuparsi di questo periodo di transizione. Affrontato con angoscia per le scadenze sempre più vicine.

nicolo zaniolo foto mezzelani gmt018

 

NESSUNA GARANZIA

La Winners Kuwait, insomma, ha fatto cilecca. Al Baker non è stato nemmeno appoggiato dell'ambasciata del suo paese in Italia. Che non ha sposato la sua iniziativa non conoscendolo a fondo. La Roma si è informata, ma non ha avuto certezze sulla solidità economica della cordata. Pallotta lo avrebbe pure aspettato, ma i suoi soci statunitensi hanno detto no, spingendolo ad accettare la proposta di Friedkin.

 

Seria e trasparente. Il bostoniano, attivo in Inghilterra per prendere il Newcastle, si è ritrovato spalle al muro. Ogni suo tentativo è andato a vuoto. Non si è saputo più niente nemmeno del fondo dell'Ecuador con base in Uruguay. L'unica sponda è rimasta Houston. Sempre in contatto e presente. Disponibile ad andare anche oltre a qualsiasi ultimatum. Fonseca, in serata, ha chiesto informazioni nel ritiro di Dusserldorf sull'esito della trattativa. I dirigenti gli hanno risposto dandogli la buonatte con il sorriso.

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…