scontri stadio indonesia

LA PARTITA DELLA MORTE - SONO 125 LE VITTIME, E 320 I FERITI, DEGLI SCONTRI VIOLENTISSIMI DOPO LA PARTITA AREMA-PERSEBAYA IN INDONESIA - DOPO IL FISCHIO FINALE I TIFOSI FURIOSI PER LA SCONFITTA SI SONO RIVERSATI IN CAMPO E LA POLIZIA HA CARICATO CON FEROCIA - NEL PARAPIGLIA GENERALE IN MOLTI SI SONO RIVERSATI VERSO LE USCITE CREANDO UN'ECATOMBE - PIÙ DI UN TIFOSO, RACCONTA L'ALLENATORE DELLA SQUADRA DI CASA, È MORTO TRA LE BRACCIA DEI GIOCATORI - IL RISARCIMENTO AI FAMILIARI DELLE VITTIME: 670 EURO...

 

Samuele Finetti per il “Corriere della Sera”

 

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Un'immagine mostra un padre che scappa, tenendo tra le braccia il figlioletto. Un'altra, un gruppo di civili e agenti di polizia che trascinano di peso un uomo ferito. Un'altra ancora le carcasse di due camionette della polizia, rovesciate su un fianco. Infine, donne e uomini in lacrime tra le barelle di un ospedale. Non è il fronte di una guerra, né un quartiere colpito da un attentato. I fotografi le hanno scattate sabato sera in uno stadio a Malang, nella provincia indonesiana di Giava Orientale, al termine di una partita di calcio che si è tramutata in un'ecatombe.

 

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Solo ieri pomeriggio, dopo ventiquattro ore, le autorità locali hanno comunicato con precisione il bilancio: 125 morti (in mattinata si era parlato di addirittura 185 vittime), più di 320 feriti, una dozzina tra automobili e blindati delle forze dell'ordine ridotti a lamiere carbonizzate.

 

La scintilla che ha scatenato il pandemonio è stata la sconfitta della squadra locale, l'Arema FC, contro gli odiati avversari del Persebaya Surabaya. Quando l'arbitro ha decretato la fine del match, alcuni tifosi si sono precipitati dagli spalti verso il terreno di gioco, dove hanno aggredito gli agenti. La polizia ha risposto con manganellate e lacrimogeni, che hanno scatenato il panico generale.

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I 42 mila presenti si sono riversati verso le uscite, calpestandosi l'un l'altro: così sono morte almeno 34 persone, tra cui due poliziotti. Fuori, per le strade, scene da vera e propria guerriglia urbana: qualcuno ha dato fuoco ad automobili e furgoni, mentre le corsie dell'ospedale si riempivano di corpi sanguinanti, persone in fin di vita e cadaveri. L'allenatore della squadra di casa, il cileno Javier Roca, ha raccontato che più d'uno è spirato tra le braccia dei giocatori.

 

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La polizia l'ha definita «una rivolta». Il presidente Joko Widodo ha sospeso il campionato, scusandosi con le famiglie. «Spero che sia l'ultima tragedia legata al calcio nel nostro Paese», ha commentato, riconoscendo di fatto il problema della violenza negli stadi che attraversa l'Indonesia. Non a caso erano state suggerite imponenti misure di sicurezza in vista di questo derby: vendita dei biglietti ai tifosi avversari vietata, fischio d'inizio anticipato al pomeriggio, capienza dello stadio ridotta. Solo la prima è stata rispettata: sabato sera dei 42 mila seggiolini non uno era vuoto.

 

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Ora la federazione nazionale è chiamata a provvedimenti adeguati. Ieri, dopo un confronto coi dirigenti della Fifa, si è deciso che l'Arema non ospiterà più partite questa stagione. il prossimo maggio l'Indonesia ospiterà i mondiali under-20. Si valuta se sia il caso di giocare senza pubblico: «Dovremo stabilire l'organizzazione delle partite e l'eventuale presenza dei tifosi», ha spiegato a una emittente tv il ministro dello Sport. Per ora, le autorità hanno offerto solo scuse. E un risarcimento: le famiglie di ogni vittima riceveranno 10 milioni di rupie. Al cambio di ieri, 670 euro.

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