serie a limite 5mila tifosi

PERCHE’ NONOSTANTE TASSI DI VACCINAZIONE IN ITALIA IDENTICI SE NON SUPERIORI AGLI ALTRI PAESI, I CLUB DI SERIE A, SU PRESSIONE DEL GOVERNO, HANNO IMPOSTO IL LIMITE DEI 5000 TIFOSI ALLO STADIO? IN EUROPA SOLO ITALIA E GERMANIA HANNO SCELTO LA LINEA DEL RIGORE. ADINOLFI: "IERI ALLO STADIO DI ANFIELD SONO STATI STACCATI 52.352 BIGLIETTI PERCHÉ NON VIGONO LIMITAZIONI, ALLO STADIO OLIMPICO 5.000 BIGLIETTI. BASTA LIMITI, NON C’È VANTAGGIO PER L’ITALIA”

 

Stefano Scacchi per “Avvenire”

 

serie a limite 5mila tifosi

L'Europa va in una direzione, l'Italia in quella opposta (insieme alla Germania). Il calcio rende ancora più visibili le differenze nell'approccio del nostro Paese alla pandemia. La capienza negli stadi diventa un'interessante cartina di tornasole. L'Inghilterra prosegue con il 100% e scene di ordinaria normalità, in omaggio al metodo seguito dal governo britannico.

 

La Scozia si è accodata riaprendo completamente gli impianti. La Spagna si attesta al 75%, emblema di un'altra Nazione che sta cercando di uscire dall'eccezionalità imboccando una politica coerente alle elevatissime percentuali di vaccinati dell'Europa Occidentale. La stessa Francia, due giorni fa, ha deciso di tornare al 50% dopo essere scesa a 5.000 spettatori alla fine di dicembre.

 

serie a

L'Italia, invece, vive la prima giornata con il limite di 5.000 ammessi sulle tribune, il criterio più rigido fra tutti i grandi campionati europei dopo quello della Bundesliga a porte chiuse. Il provvedimento vale da ieri e dovrebbe rimanere teoricamente in vigore per due giornate di Serie A (visto che in mezzo ci sono due settimane di pausa per le Nazionali) e cinque ottavi di Coppa Italia.

 

Poi gli stessi club, nel corso di una riunione di Lega e sempre ammesso che Palazzo Chigi acconsenta, potrebbero decidere di tornare al 50% visto che la decurtazione del pubblico è stata votata autonomamente dall'assemblea delle società su pressione del governo. Altro riflesso del modo in cui l'esecutivo utilizza il calcio per mandare messaggi al Paese. Palazzo Chigi non ha deliberato, ma ha chiesto alla Figc di invitare la Lega a optare per un'auto-riduzione.

 

paolo dal pino 3

Allo stesso modo calciatori e atleti professionisti sono di fatto obbligati a vaccinarsi, ma non sono stati oggetto di un provvedimento di legge come per le altre categorie professionali finora interessate. I club hanno accettato di scendere a 5.000 solo per evitare che, in assenza di un gesto di buona volontà del calcio, venisse decretata l'interruzione del campionato da parte del governo, ispirato dall'ala più inflessibile guidata dal ministro della Salute Roberto Speranza.

 

 I club sono perlopiù convinti di aver subito una pressione ispirata a pura demagogia. Difficile non essere d'accordo considerando che il limite di 5.000 vale per tutti gli stadi, dai 75.817 posti di San Siro agli 11.150 di Venezia. Al "Penzo" quindi potrà entrare lo stesso numero di spettatori di prima, tranne 75 persone. Per Empoli, Sassuolo e Sampdoria non cambierà quasi niente visto che la loro media spettatori casalinga è pari rispettivamente a 5.346, 5.408 e 5.849.

paolo dal pino 2

 

È evidente che il governo ha interesse, per ragioni mediatiche e propagandistiche, a esibire soprattutto le immagini dei grandi stadi vuoti: San Siro, Allianz Stadium, Diego Armando Maradona e Olimpico, dove 5.000 tifosi scompaiono nel deserto. I club più importanti, che avevano già venduto i biglietti per queste due giornate, hanno rimborsato gli acquirenti cercando di salvarne alcuni.

 

Ad esempio, in occasione di Milan-Spezia di domani sera, la società rossonera ha tentato di preservare chi aveva acquistato il tagliando al primo anello, l'unico che resterà aperto. Sarà possibile farlo perché per una partita non di cartello collocata nel tardo pomeriggio di un giorno feriale nel freddo di gennaio, la soglia di 5.000 spettatori non viene raggiunta dagli ingressi legati agli sponsor. In queste due giornate, infatti, i grandi stadi saranno territorio esclusivo degli invitati delle aree Vip.

 

paolo dal pino 1

 È stato questo l'obiettivo della mediazione suggerita dal presidente del Milan, Paolo Scaroni: scongiurare le porte chiuse, vero obiettivo del governo, per non essere costretti a rivedere i contratti con gli sponsor, che prevedono l'accesso alle zone accoglienza degli stadi. Un modo per attutire in minima parte il sacrificio economico provocato dai mancati incassi da botteghino. Un danno che colpisce solo le squadre italiane e tedesche, adesso che anche la Francia ha fatto retromarcia.

 

Nonostante tassi di vaccinazione in Italia identici se non superiori agli altri Paesi. E dopo che il governo ha imposto il super green pass alla fine di novembre. Ma l'importante in Italia sembra quello di essere severi a prescindere, mentre gli altri governi iniziano a ragionare su un orizzonte più ampio. Lo dimostrano anche gli stadi

paolo dal pino 4

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)