QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA FORMULA 1- DOPO IL FINALE SCONCERTANTE DI MONZA, ALTRO CASINO A SINGAPORE, CON PENALITÀ DECISE ANCORA UNA VOLTA “A SPANNE”. LA FEDERAZIONE ACCUMULA FIGURACCE. NEL FRATTEMPO SI PARLA DI INFRAZIONI DA PARTE DI 2 TEAM (RED BULL E ASTON MARTIN), CON TANTO DI CIFRE ALLA MANO, OSCILLANTI TRA I 4 E I 10 MILIONI. HORNER (RED BULL) AL CONTRATTACCO: “COME FANNO MERCEDES E FERRARI A CONOSCERE I NOSTRI CONTI SE IL FILE È SEGRETO?”. RISPOSTA: QUALCUNO, AI PIANI ALTI DELLA FIA…

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Giorgio Terruzzi per il “Corriere della Sera”

 

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Una deriva inarrestabile. Dopo il finale sconcertante di Monza abbiamo avuto un pasticcio a Singapore, con penalità decise ancora una volta «a spanne», frutto di regole mal scritte, comunque interpretabili, sempre discutibili. La Federazione accumula cattive figure e gravi mancanze. La domenica come nei giorni feriali. Mercoledì dovrà spiegare - in enorme ritardo - se e in che termini sono emerse infrazioni sul tetto di spese del 2021.

 

Nel frattempo i signori della F1 parlano apertamente di infrazioni da parte di due team (Red Bull e Aston Martin), con tanto di cifre alla mano, oscillanti tra i 4 e i 10 milioni.

 

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La domanda chiave l'ha posta Horner, team principal Red Bull, minacciando querele per diffamazione: «Come fanno Mercedes e Ferrari a conoscere i nostri conti se il file è segreto?». Risposta: qualcuno, ai piani alti della Fia, ha parlato, trasgredendo una regola aurea e innescando il caos. Perché a questo punto l'accertamento che «il fatto non sussista» o che si tratti di un reato di ridotta rilevanza, verrebbero trattati al pari di scandalose combine.

 

Da giorni i protagonisti del caso, i mezzi di comunicazione, gli appassionati, trattano il sospetto come fatto assodato, destinato a trovare una mediazione dietro le quinte. Dove la Fia si muove in permanenza. Ha ragione Horner. Ma ormai i buoi sono scappati dalla stalla. Afferrati da rivali che non si espongono per un pettegolezzo.

 

Talmente certi delle informazioni ottenute da rischiare di essere sbugiardati da un verdetto assolutorio, per poi mettere in dubbio la trasparenza della procedura. Insomma, lo smalto che ricopre la F1 sembra rovinato; la Fia compromessa. Responsabile, comunque si guardi, di averla pensata male e gestita peggio. Del resto, se gli uomini Fia si perdono nella gestione di una gara, se mancano di autorevolezza su ogni diatriba tecnica, figuriamoci cosa combinano quando si tratta di separare il rosso dal nero, maneggiando i conti, complicatissimi e oscuri, di un team.

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