calcio coronavirus tornei

"MA COSA PUÒ INTERESSARE DEL RISULTATO DI UNA PARTITA QUANDO CI SONO ANCORA CORPI DA SEPPELLIRE? BISOGNA FAR FINTA DI DIVERTIRSI CON IL PALLONE? IO LO TROVO IMBARAZZANTE" – PARLA IL "FILOSOFO" JORGE VALDANO, EX ATTACCANTE, ALLENATORE E DIRIGENTE DEL REAL: "IL PALLONE SI È SGONFIATO E NON È SOLO UN MALE. L'ATMOSFERA SCINTILLANTE È SVANITA, UN ALTRO AFFARE NEYMAR CHE NEL 2017 PASSÒ DAL BARCELLONA AL PSG PER 220 MILIONI DI EURO È IMPENSABILE"

Emanuela Audisio per il Venerdì-la Repubblica

 

valdano

SOPRANNOMINATO El Poeta. «Quando incontro vecchi compagni, tutti mi ricordano con un libro in mano. Era strano che un calciatore leggesse».

 

Jorge Valdano, 65 anni, nato a Las Parejas, Santa Fe, però è molte altre cose: ex attaccante, ala sinistra, campione del mondo nell' 86 con l' Argentina di Maradona, ex allenatore, ex dirigente calcistico (Real Madrid), scrittore, commentatore (ha una rubrica su El Pais). Ma soprattutto uomo insolito, molto fuori dal coro, capace come dice lui «di allargare il paesaggio». Celebre il suo diverbio in campo con Cruyff, già un dio del pallone, mentre lui era solo una promessa. Non abituato ad essere contraddetto Cruyff gli chiede: «E tu come ti chiami?». «Jorge Valdano». «E quanti anni hai?». «Ventuno». «Ragazzino, a ventuno anni a Cruyff si dà del lei».

 

Valdano pensa, interpreta, scrive libri, gioca con i piedi e con la testa. «Ho appena finito una video-conferenza con i media dell' Argentina. La famiglia di Roberto Santoro, uno scrittore assassinato dalla dittatura, mi regalò Literatura de la pelota, un libro che mostra come nel calcio ci siano poesia, tango, narrativa. Cominciai a leggere Triunfo, la rivista di Montalbán, scoprendo che il pallone è metafora e rappresentazione del potere. Giocare iniziò a essere diverso.

 

una domenica senza calcio foto mezzelani gmt20

Da quel momento non fu più un' espressione animalesca: vai in campo e diverti il pubblico. Iniziai a sentirmi rappresentante di qualcosa di più profondo, di politico». Spesso uomo contro, Valdano si è espresso contro l' immediata riapertura del calcio nel 2001 (Torri Gemelle) e nel 2004 (attentato a Madrid):

 

«Più volte lo sport è stato costretto a mascherarsi, a farsi divorare dalla fretta, come se il suo compito fosse quello di far dimenticare l' orribile straordinarietà di un evento drammatico. Ma cosa può interessare del risultato di una partita quando ci sono ancora corpi da seppellire? Bisogna far finta di divertirsi con il pallone? Io lo trovo imbarazzante». E ora in tutto il mondo c' è la difficile ripresa dopo il virus e la convivenza con un contagio che impedisce contatti.

 

Valdano, come si salva oggi il calcio?

«Il futbol ha la resistenza di una malerba, sopravviverà. È vero, ha mostrato una vulnerabilità, ma la sua capacità di seduzione resterà com' era prima. Però il virus lo ha contaminato, lo ha reso più fragile, lo ha fatto riflettere. Non ci sarà calo del desiderio, ma una convalescenza è inevitabile, come anche una minor passione consumistica».

valdano

 

Niente ripartenza con fuochi d' artificio?

«Non credo. C' è stata negli ultimi anni una rivoluzione nel calcio che ha portato i prezzi a triplicarsi: abbonamenti, contratti, ingaggi, diritti tv. Sono arrivati i presidenti e i gruppi miliardari, quelli del colpo grosso, è stata una corsa continua al rialzo, a chi offriva di più. L' afflusso di soldi ha provocato un cambiamento, ma chi ne ha tratto vantaggio? Non il calcio. Il denaro non porta più talento, né innaffia la genialità. Non c' è questo automatismo.

 

Gli unici ad aver guadagnato da questo giro capitalistico sono stati i giocatori e forse anche i procuratori. Ma ora tutto cambia, le società per necessità dovranno decelerare, il pallone ha dovuto accorgersi che non è più impermeabile e che non si perde solo in campo».

 

Niente più calcio come kolossal?

«Non subito. È un calcio ferito, perplesso, anche se con voglia di riprendere a stare bene. Ma l' atmosfera scintillante è svanita, un altro affare Neymar che nel 2017 passò dal Barcellona al Psg per 220 milioni di euro è impensabile.

 

una domenica senza calcio foto mezzelani gmt22

Non solo per i soldi, ma anche per il botto mediatico, l' aria frizzante non c' è più. Il gioco è fermo, e il calcio è azione, non è nella sua natura l' immobilità. Il pallone non perderà la sua forza simbolica e culturale, ma le nuove condizioni economiche porteranno a farsi qualche domanda in più. Anche se non mi illudo: non ne usciremo tutti più buoni e più santi e con nuovi valori».

 

C' è stata una forte spinta per far ripartire l' industria, ma anche il calcio lo è.

«È un gioco dall' impatto emotivo enorme, che segna le nostre vite, ma è anche una forza economica. E le sue due nature nel nostro immaginario non sono equilibrate. Se Messi si taglia lo stipendio è un eroe, se lo fa un alto dirigente è un atto dovuto. I calciatori sono privilegiati che vogliono continuare a divertirsi con il loro gioco o sono specialisti di un settore che deve tornare a produrre? La controversia è questa. Mettiamo anche che certi loro atteggiamenti hanno indispettito il pubblico».

 

Allude alle foto sui social?

isole faroe calcio

«Molti di loro, a livello di comunicazione, non hanno capito la gravità del momento. Ci voleva discrezione, non esibizionismo. Certi stili di vita, case, spiagge, barche, in un momento in cui il resto del mondo soffre, è meglio non ostentarli. La gente si è sentita più vicina ai giocatori, colpiti dal virus, piuttosto che identificarsi con i campioni.

 

Calciatori come Dybala, che sono risultati positivi e hanno affrontato la quarantena, hanno smesso di essere star famose per diventare persone come tutti noi. Il virus ha favorito un certo patriottismo, ha evidenziato la solidarietà per debolezze e fragilità, per le vittime e non per chi mostrava i muscoli. A contare era il sentimento di volere stare tutti dalla stessa parte contro il contagio».

 

Come se l' immagina il calcio prossimo venturo?

«Silenziato. A porte chiuse. Posticcio. Ho letto che in Germania c' è l' idea di mettere uno schermo gigante nel parcheggio dello stadio, una specie di drive-in dove i tifosi ognuno nella propria auto possano seguire le partite. O che in qualche stadio gli abbonati saranno sostituiti da sagome di cartone con il loro nome. Il calcio ha bisogno di voci, di cori, di pubblico. Non è solo coreografia, ma anche orchestra.

calcio allenamenti

 

È quel rumore che influenza il gioco. La partita ha bisogno di una colonna sonora. I giocatori si muovono per schemi, ma la loro aggressività è favorita da quello che sentono, è il pubblico che ti dà l' adrenalina, quasi fosse un controllo remoto umano. E quello mancherà anche agli allenatori. Sarà un calcio un po' artificiale, dal suono metallico, con un altro respiro».

 

Arriverà l' estate.

«Io credo ci sarà una lunga primavera. Il nostro riavvicinamento e totale abbandono al pallone non sarà improvviso, ci vorrà del tempo per riscoprirsi tribù, anche se ora abbiamo un' enorme nostalgia di quella tribù e dei suoi riti. Lo dice uno che crede si possa vivere senza calcio, solo che si vive peggio. Ho sempre preferito gli allenatori che ti chiedono non di tirare fuori gli attributi, ma i tuoi sogni. Il calcio è la nostra socialità, non è fatto per dimenticare, ma per ricordare. È a disagio nella paralisi, ha bisogno di movimento, di azione, di bellezza.

 

Quando ritroverà questa dinamica vorrà dire che avremo scartato la paura. E che saremo di nuovo tutti pronti a scioglierci nella libertà di un' emozione».

 

 

stadio coronavirusstadio coronavirus

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)