mourinho de rossi

"MOURINHO ANTIPATICO? A ME RISULTA CHE I GIOCATORI SI BUTTEREBBERO SOTTO UNA MACCHINA PER LUI" – QUEL FEELING TRA DE ROSSI E MOU CHE POTREBBE RI-PORTARE DANIELINO A TRIGORIA COME VICE DELLO SPECIAL ONE - IL PORTOGHESE HA SEMPRE VOLUTO NEL SUO STAFF UN UOMO CHE CONOSCESSE LA SOCIETÀ (DA BEPPE BARESI ALL’INTER A KARANKA AL REAL) - ANCHE MALAGÒ PARLA DELL’ARRIVO DI MOURINHO E DEL POSSIBILE RITORNO ALLA ROMA DI DE ROSSI E TOTTI

Da www.corrieredellosport.it

 

giovanni malagò foto mezzelani gmt010

Giovanni Malagò promuove l'arrivo di José Mourinho alla Roma. Il presidente del Coni ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine del primo appuntamento della Lum European Week: “Penso che per il calcio italiano sia una grande cosa perché il personaggio è di fama planetaria, vuole investire professionalmente nel nostro paese come se arrivasse un grande calciatore. Dà fiducia al calcio italiano.

 

Una delle cause che hanno creato la concretizzazione della trattativa con Mourinho è proprio la loro riservatezza” ha aggiunto il numero uno dello sport italiano. Infine sul possibile ritorno di due bandiere come Totti e De Rossi nella Roma ha concluso: “Come è successo con il Milan e Maldini e con l’Inter e Zanetti credo che le squadre debbano cercare di aggregare chi ha fatto la storia perché per me è un valore aggiunto, ma soprattutto è quello che la piazza e i tifosi vogliono”.

 

MOURINHO

daniele de rossi

Da fanpage.it

 

José Mourinho e Daniele De Rossi. Un binomio che non si è mai concretizzato quando l'ex capitano della Roma era ancora un calciatore, ma che potrebbe finalmente verificarsi ora che il numero 16 ha cambiato veste. I tifosi giallorossi sperano che l'allenatore portoghese possa riavvicinare alla società i simboli che l'hanno portata in alto per un ventennio e, se Francesco Totti sembra più difficile da raggiungere, avendo già preso un impegno con la fondazione della CT10 Management, ci sarebbero tutte le condizioni ideali per un ritorno a casa dell'ex centrocampista della Nazionale.

 

Cosa hanno in comune Mourinho e De Rossi

MOURINHO ALLA ROMA

Daniele De Rossi apprezza José Mourinho perché ha un'indole simile alla sua. Quando lo Special One era appena stato ingaggiato dall'Inter, il numero 16 definiva in questi termini il rapporto del portoghese con i suoi calciatori: "Mourinho antipatico? A me risulta che i giocatori si butterebbero sotto una macchina per lui". Se José lo avesse mai allenato, De Rossi sarebbe stato il primo a morire in campo per lui, perché è un viscerale.

 

Daniele ama senza mezze misure, ha dato tutto sé stesso alla Roma e ad lo ha fatto anche con allenatori che non stravedevano per lui, come Zeman, figurarsi se non lo avesse fatto per un tecnico che lo avrebbe voluto prima al Chelsea, poi all'Inter e infine al Real Madrid. Il numero 16 era un comunicatore eccezionale in campo, non è un mistero che tra lui e Totti fosse il più giovane a parlare di più nello spogliatoio. Mourinho ha costruito una carriera sulla comunicazione e sul modo giusto di motivare i propri giocatori, anche su questo punto i due si troverebbero d'accordo.

 

 

MOURINHO

De Rossi, inoltre, è una persona che sa stare al proprio posto: ha accettato con una signorilità d'altri tempi la scelta della società di non rinnovargli il contratto. Se fosse il vice dello Special One, saprebbe quando intervenire, ovvero solo quando richiesto. L'allenatore portoghese è uno showman, un personaggio divisivo, e in un certo senso lo è anche Daniele.

 

Si tratta di una persona che non fa 0-0 quando parla, non rilascia dichiarazioni di circostanza e dice sempre quello che pensa: anche da questo punto di vista, seppur con modi e coloriture diverse, i due sono simili. Nelle squadre che allenato in passato, inoltre, Mou ha sempre avuto un rapporto speciale con i leader: Ricardo Carvalho con Porto e Chelsea, Lampard e Terry ancora nei Blues, Javier Zanetti e Cambiasso all'Inter, Sergio Ramos e Cristiano Ronaldo al Real Madrid. Daniele De Rossi è un leader di natura ed entrambi sono delle persone empatiche.

MOURINHO GAZZETTA

 

Perché De Rossi sarebbe utile a Mourinho e viceversa

Prima all'Inter con Beppe Baresi, poi al Real Madrid con Karanka, infine Carrick al Manchester United. Ovunque è andato José Mourinho ha voluto al suo fianco qualcuno che avesse un passato nel club. Nel caso di De Rossi non stiamo parlando di un calciatore che ha avuto un passato del club, si tratta dell'uomo che ha rappresentato la Roma insieme a Totti per vent'anni.

 

Fu lo stesso allenatore portoghese, quando si vociferava di una trattativa per portarlo al Real Madrid, a spiegare cosa sia Daniele De Rossi per la Roma: "Credo che sia impossibile prenderlo, perché la Roma è Totti e De Rossi. Daniele è romanista da sempre".

 

totti de rossi

Con l'ex centrocampista della Nazionale a spalleggiarlo, lo Special One eviterebbe tutte le bucce di banana che, inevitabilmente, il famoso ambiente romano gli farà trovare se le cose non dovessero andare bene. De Rossi ha vissuto tanto tempo in questo clima, sa cosa si può dire e a chi. Inoltre, è stato compagno e guida di molti giocatori che fanno parte della rosa della Roma. Sarebbe il collante ideale tra la squadra e l'allenatore. Infine, riportando Daniele a Trigoria, Mou guadagnerebbe ancora più credito nel popolo giallorosso, perché non esiste un tifoso romanista che non vorrebbe di nuovo De Rossi a casa sua.

 

Da parte sua, l'ex capitano della Roma avrebbe la possibilità di lavorare quotidianamente con uno dei migliori tecnici del mondo. Mourinho sarebbe l'insegnante perfetto per un allenatore alle prime armi che, pur avendo una propensione innata al ruolo, non ha ancora maturato alcuna esperienza. Ciò che si augurano i tifosi romanisti è non solo che questo ritorno si concretizzi, ma anche che a prendere il posto di José Mourinho alla fine del suo ciclo sia proprio lui, Daniele De Rossi.

totti de rossi

 

giovanni malagò foto mezzelani gmt001de rossi tottigiovanni malagò foto mezzelani gmt001giovanni malagò foto mezzelani gmt008giovanni malagò foto mezzelani gmt003

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”