"NON È SBAGLIATA LA PARTITA DELLA JUVE, È SBAGLIATA LA SUA IDEA DI SQUADRA" – SCONCERTI MENA DURO: "I BIANCONERI SENZA EQUILIBRIO, APPENA QUATTRO CENTROCAMPISTI FRA LORO OCCASIONALI. LA CASA È BELLA MA NON STA IN PIEDI". IL "MAGGIORDOMO" RONALDO E IL "CAPRO ESPIATORIO" PIRLO – DAL TECNICO A CR7, DA PARATICI FINO A NEDVED, ORA SONO TUTTI IN DISCUSSIONE – VIDEO

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Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

 

Non è sbagliata la partita della Juve, è sbagliata la sua idea di squadra. Di questo abbiamo discusso molte volte. Il Benevento ha fatto un tiro in porta e su passaggio di Arthur, rimasto in Spagna per velocità di azione e pensiero. Morata da solo ha avuto il doppio delle occasioni.

andrea agnelli andrea agnelli

 

Gaich è un lungo ragazzo argentino con una presenza nella sua Nazionale, tre da febbraio in serie A da inizio partita, ma già con due gol, segno che non è più un caso. Bisogna evitare di sbagliare quando c' è lui nei pressi. Ma la partita poteva andare in molti altri modi senza che fosse importante.

 

È sbagliata la Juve. In generale non è granché il nostro calcio la cui parte migliore è ancora il Milan perché ha un eremita eretico in mezzo all' area e tanti ragazzi che sanno giocare a pallone nelle tre zone. Il Milan è una squadra europea, infatti stava perdendo anche ieri, ma ha qualità di pressing e di gestione non comuni.

 

PIRLO TAPIRO PIRLO TAPIRO

Noi confondiamo spesso una partita con l' idea generale di calcio. Non c' è nessuno in Italia che ne abbia una assoluta, nemmeno l' Inter. Ma buone transizioni sì, quando esiste equilibrio. La Juve non ne ha. Ha rinunciato ad averlo fin dal mercato, appena quattro centrocampisti fra loro occasionali. La casa è bella ma non sta in piedi. Ronaldo diventa il maggiordomo delle crepe sui muri, grande classe, servizio inutile perché gli ospiti scappano.

 

La storia della Juve prevede che la colpa sia sempre del tecnico, come è stata dei manager nel protagonismo e nelle sconfitte alla Fiat. La mia impressione è che stavolta si sia cercato un colpevole corretto fin da inizio stagione. Pirlo era perfetto, per giovane ambizione e disponibilità a prendersi responsabilità.

ALLEGRI PIRLO ALLEGRI PIRLO

 

Oggi è fuori misura fino a dare colpe ai giocatori, cosa che fa un vecchio collega, non il primo ufficiale. Pirlo distrugge quello che la società sapeva maturo per essere distrutto. Errori come quelli di costruzione della rosa, del caso Suarez, per sfiorare il caso Napoli, non sarebbero stati accettati in altri tempi. Gli imperi finiscono a prescindere da chi li ha costruiti, la Juventus aveva il diritto di respirare.

 

Pirlo ci è solo cascato dentro. Si discute infine molto sulle regole fra calcio e virus. Il protocollo non fu trovato per far piacere a qualcuno, ma per avere regole comuni per giocare. Se adesso decidono le Asl, perché si continua a giocare? Perché ci si assembra tra umani sudati se tutto il Paese è in lockdown? Caduto il compromesso restano le regole di tutti. O una cosa o l' altra.

 

2 - DA PIRLO ALLA DIRIGENZA ORA SONO TUTTI IN DISCUSSIONE

Gianluca Oddenino per “la Stampa”

 

E meno male che Pippo Inzaghi è un amico.

pirlo pirlo

Andrea Pirlo si interroga dopo una sconfitta che resterà a lungo nella galleria degli orrori juventini: difficilmente vacillerà l' antico sodalizio con l' ex centravanti campione del mondo, nonostante abbia fatto solo un punto in due partite contro il suo Benevento neopromosso, mentre il futuro sulla panchina bianconera appare sempre più in bilico. Lo fa capire lo stesso allenatore debuttante, che in soli 12 giorni ha cambiato drasticamente le parole e le riflessioni sul proprio destino.

 

andrea pirlo andrea agnelli andrea pirlo andrea agnelli

Dopo l' eliminazione contro il Porto aveva parlato di un «progetto a più ampio raggio da fare in qualche anno», mentre ieri pomeriggio non nascondeva l' ipotesi di una resa dei conti finale. «Io continuo a lavorare giorno dopo giorno per fare meglio - ha commentato il tecnico -, poi ci sarà una società che deciderà. Alla fine dell' anno ognuno tirerà le sue somme». Anche in questa occasione c' è stato un confronto immediato con il presidente Agnelli, però la sicurezza mostrata pubblicamente da Pirlo lo scorso 9 marzo («Ero già tranquillo, mi ha detto che il progetto è appena iniziato e da qui si riparte: il ciclo continua», sorrise a caldo) ora si è trasformata in attesa prudente.

paratici nedved paratici nedved

 

La situazione è delicata in una Juve che rispetto allo scorso campionato ha 11 punti in meno e deve abdicare dal trono di campione d' Italia dopo nove anni. Ora, però, rischia addirittura di restare fuori dalla zona Champions: uno scenario da incubo e da evitare a tutti i costi. Non sarebbe solo un danno di immagine, a maggior ragione con Cristiano Ronaldo in squadra, ma pure economico in un bilancio fortemente in passivo (113 milioni di "rosso" nell' ultima semestrale) anche per colpa del Covid.

 

I conti, in tutti i casi, si fanno sempre alla fine e questa non è l' ora dei processi alla Continassa. La sosta di campionato servirà per raffreddare la crisi e riflettere con calma sia su questa stagione che su come programmare la prossima. «Una partita non sposta le nostre idee - ha garantito il ds Paratici -: abbiamo una linea che abbiamo intrapreso e andiamo avanti per la nostra strada. La parola transizione alla Juventus non esiste: si gioca per vincere sempre e alcune stagioni vanno meglio e altre peggio».

cristiano ronaldo andrea pirlo cristiano ronaldo andrea pirlo

 

Non c' è solo Pirlo al centro dei ragionamenti, una scelta fortemente voluta la scorsa estate da Andrea Agnelli dopo l' esonero di Sarri (che lo scudetto l' aveva vinto, così come Allegri), ma anche il futuro dei dirigenti che hanno costruito questa squadra. Fabio Paratici è in scadenza di contratto a fine giugno, ma le pratiche del rinnovo erano ben avviate con l' obiettivo di fare cassa e abbassare il monteingaggi, mentre il vice presidente Pavel Nedved finora si è più distinto per le reazioni scomposte durante le partite che per un aiuto concreto alla squadra. In caso di disastro potrebbero pagare gli errori di gestione in quella che diventerebbe una vera e propria rivoluzione, anche se il presidente lo scorso ottobre aveva difeso il loro operato. «Godono della mia piena fiducia - spiegò durante l' assemblea degli azionisti -, ognuno di loro mi ha manifestato il benessere di stare in Juventus e nei prossimi mesi saranno le persone che stileranno il piano a medio termine del club».

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Tempo al tempo, ma prima c' è da blindare la qualificazione Champions e poi provare a vincere la Coppa Italia contro l' Atalanta.

 

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La Juventus dovrà essere brava a gestire le pressioni e le tensioni, comprese quelle sfociate ieri nello spogliatoio dello Stadium con urla e insulti, ma Pirlo è chiamato al cambio di passo. Anche nella gestione di una squadra che continua ad essere additata come l' unica responsabile dei guai attuali. «Sono preoccupato per la sconfitta contro il Benevento e per l' atteggiamento sbagliato - ha detto l' allenatore -: non c' era fame, concentrazione e aggressività. Bisogna fare i fatti e ho detto ai ragazzi che è inutile raccontarci storie, se poi non si ha la voglia di raggiungere le cose in campo. Paghiamo i tanti errori, come quello di Arthur, ma questi sono errori tecnici e individuali. Sono errori dei giocatori e non possono fare molto gli allenatori». Chissà, ma suona quasi come una resa.

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