conte allegri

LA RESA DEL CONTE – GRANDE FREDDO TRA L’INTER E IL TECNICO CHE A FINE STAGIONE POTREBBE FARE UN PASSO INDIETRO. ALLEGRI IL PRIMO DELLA LISTA SE CI SARÀ L’ADDIO – IL PROBLEMA: CONTE E’ LEGATO DA UN CONTRATTO PESANTE, 11 MILIONI NETTI L’ANNO FINO A GIUGNO 2022, IN SOSTANZA PER ALTRE DUE STAGIONI DOPO L’ATTUALE…

Guido De Carolis per corriere.it

 

antonio conte inter bologna

 

Una storia nata bene, piena di passione che rischia di spegnersi presto. Antonio Conte e l’Inter è un amore da adolescenti, incapace di resistere a lungo alle crisi se poi non matura. Dopo un anno, tra allenatore e club c’è un distacco marcato, una gelida distanza mai avvertita prima. «A fine anno farò le mie considerazioni, così come il club.

 

A tutti piacerebbe vincere, bisogna capire quanto si è vicini o lontani dal farlo. Uno la può pensare in una maniera, qualcun altro in un’altra maniera». Le parole di Conte dopo il pareggio di Verona sono macigni. L’allenatore odia le zone grigie, l’attendismo, è un decisionista poco incline alla mediazione. Il tecnico valuta l’attuale rosa in un modo, la società Inter in un altro, bisogna trovare un punto d’incontro: non è detto ci si riesca, si voglia o si possa farlo.

allegri

 

L’ex c.t. della Nazionale nel dopo Verona ha detto a chiare lettere che sta valutando il suo futuro. È legato da un contratto pesante, 11 milioni netti l’anno fino a giugno 2022, in sostanza per altre due stagioni dopo l’attuale. L’Inter non ha intenzione di esonerarlo, potrebbe però essere l’allenatore a decidere di fare un passo indietro se dovesse convincersi che il suo progetto per arrivare al successo non coincide con quello del club.

 

 

antonio conte

 

Fortemente voluto dall’ad Beppe Marotta e ancora prima rincorso dal patron di Suning Jindong Zhang e dal presidente nerazzurro Steven, non è la prima volta che Conte esterna con toni poco diplomatici il suo pensiero. A Nanchino, nel quartier generale cinese di Suning, non l’hanno presa bene. Il supporto all’allenatore rimane, la visione sul futuro diverge. La possibilità di un addio consensuale è oggi ipotizzabile. Il piano B non è scattato, ma è stato approntato: se Conte e l’Inter dovessero separarsi la scelta naturale sarebbe Massimiliano Allegri.

 

Discorsi, allo stato, potrebbero però prendere corpo dopo l’Europa League di agosto. Allegri è corteggiato anche dal Psg, anche qui si dovrà aspettare di vedere come andrà la Champions dei francesi, il tecnico però dà la precedenza alla serie A. È libero e, anche se ex juventino, non è identificato dal popolo interista come un uomo dal dna bianconero.

antonio conte

 

A fine stagione si faranno le scelte, però la sensazione è di un Conte deciso a far valere le sue ragioni con la società che di contro non ha intenzione di assecondare il tecnico in tutto e per tutto. In mezzo sta la squadra, da ricostruire, ma con cui bisogna finire la stagione, senza buttarla via dopo uno splendido girone d’andata e evitando figuracce in Europa League.

 

antonio conte marotta

A Verona c’è stata una scena emblematica: attorno alla mezz'ora, con l’Inter sotto di una rete, è arrivata la pausa per bere. I giocatori si sono avvicinati alla panchina, Conte ha scelto di restare in silenzio. Un cambiamento nei modi del tecnico avvertito dalla squadra, spaesata come la truppa che non sente più la fiducia del proprio generale. La rosa dell’Inter va ricostruita, il problema sono tempi e risorse. Il tecnico chiede uno sforzo ingente per avvicinare la Juventus, il club non può accontentarlo su tutto. Se divorzio sarà, non dovrà essere traumatico.

 

Marotta si è speso per Conte, l’allenatore si è contrapposto al suo passato: la separazione deve seguire una strada consensuale per non imbrattare troppo l’immagine di entrambi. Ma si sa, un civile divorzio è una contraddizione in termini.

conte marottaantonio conte foto mezzelani gmt

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