pallotta baldini

ROMA SCAPOCCIA – PALLOTTA SI E’ INCARTATO SULLO STADIO CHE A TOR DI VALLE NON SI FARA’ MAI (IPOTESI FIUMICINO) - SULLA ROMA PESA UN INDEBITAMENTO NETTO DI QUASI 200 MILIONI: SUL MERCATO SI PARLA SOLO DI CESSIONI (DZEKO, MANOLAS, SCHICK) - LUCA DI BARTOLOMEI, FIGLIO DI “AGO”, SULL’ADDIO DI TOTTI: “COSE COME QUELLE DI LUNEDÌ DIMOSTRANO QUANTO AMI LA ROMA MA PURE QUANTO ANCORA NON FOSSE PRONTO PER ASSUMERE UN RUOLO CHE PURE GLI ERA STATO OFFERTO”

Ferdinando Mezzelani per Dagospia

Daniele Autieri per “la Repubblica - Edizione Roma”

 

PALLOTTA BALDINI

Se il fair play delle parole vacilla, quello finanziario non si tocca. A due giorni dalla conferenza stampa di addio alla As Roma di Francesco Totti emerge in modo ancora più nitido l’obiettivo di breve termine della presidenza Pallotta: conti in ordine e fare business. I bilanci confermano che il presidente è dovuto intervenire dal 2011 praticamente tutti gli anni per ricapitalizzare una società dove costi e ricavi non sono quasi mai in equilibrio. Un sostegno finanziario che è costato a Pallotta oltre 260 milioni di euro e che oggi lo spinge a seguire due nuove direttrici strategiche: una finanziaria, l’altra più puramente industriale.

 

JAMES PALLOTTApallotta

La prima passa per il risanamento dei conti, la seconda punta allo stadio di proprietà come un’occasione per recuperare parte del denaro investito. Per capire la fragilità finanziaria della società è infatti sufficiente analizzare l’ultima relazione semestrale, approvata nel marzo scorso. La As Roma ha chiuso il semestre al 31 dicembre 2018 con ricavi pari a 134 milioni di euro (di cui 65 milioni da diritti televisivi), in crescita rispetto ai 123 milioni dello scorso anno. Il dato sembra positivo ma in realtà sconta un indebitamento finanziario netto ben superiore e pari a 196 milioni.

pallotta 8

 

In quest’ottica a poco sono serviti i 76,3 milioni di plusvalenza ottenuti con le cessioni di Alisson, Strootman e Radonjic. La vendita dei gioielli, che apre voragini nei cuori dei tifosi, non copre i buchi del bilancio, in parte responsabili delle rughe più recenti di Pallotta per via dell’indebitamento accumulato con Goldman Sachs, la stessa banca d’affari che sta cercando sul mercato i finanziatori del progetto stadio.

stadio roma

 

Entro il 2022 la Roma dovrà restituire alla banca 230 milioni di euro, un vecchio prestito già ristrutturato nel 2017. Soldi che possono essere recuperati solo con l’aiuto di qualche operazione straordinaria, oppure posticipando la scadenza del debito, un’opzione più facile da far digerire all’istituto con il via libera alla costruzione dello stadio.

 

stadio della roma

Lo stadio diventa quindi essenziale per la società e per lo stesso Pallotta che non vuole mollare la presa senza correre il rischio di dover considerare la Roma come il peggior investimento della sua vita. Ma qui le intenzioni della dirigenza si scontrano con le beghe giudiziarie, esplose sul progetto Tor di Valle, e con l’immobilismo politico della sindaca Virginia Raggi, azzoppata nei consensi e balbettante nelle decisioni da prendere. Una soluzione potrebbe essere quella di spostare il Colosseo del Duemila a Fiumicino dove il sindaco Esterino Montino sembra essere pronto ad accogliere a braccia aperte i nuovi gladiatori insieme al giro d’affari milionario che la struttura garantirà.

 

Lo sa bene Pallotta che conosce alla perfezione gli studi della National Football League statunitense, i primi a dire che la costruzione di stadi di nuova concezione garantisce alle società di calcio un aumento dei ricavi dalla vendita di biglietti pari al 54% e degli introiti pubblicitari del 202%.

 

baldini pallotta

Con questi numeri in testa il 29 marzo scorso la dirigenza della As Roma ha fatto visita all’Al Bayth Stadium, lo stadio che l’italiana Salini Impregilo sta costruendo nei pressi di Doha per i Mondiali di Calcio del 2022. Una visita alla quale ha preso parte anche Mauro Baldissoni. «Lo stadio s’ha da fare»: non esiste alternativa nella mente e nelle tasche del presidente. E qualunque offerta per l’acquisto a saldo di una società ridimensionata viene per ora respinta al mittente. Almeno fino a quando Pallotta non sarà sicuro di poter recuperare il suo investimento.

 

2. LA GENEROSITA’ CHE SERVE

Luca Di Bartolomei per www.ilromanista.eu

 

 

totti luca di bartolomei

A Francesco Totti bisogna voler bene anche quando fa cose come quella di lunedì. Cose che, da un lato, dimostrano quanto ami la Roma e quanto vorrebbe essere sempre a sua disposizione ma che dall'altro dimostrano anche quanto ancora non fosse pronto per assumere un ruolo che pure gli era stato offerto. Penso ad esempio alla vicenda Conte: perché sapere che due altissimi dirigenti abbiano sondato l'allenatore salentino consci delle sue aspettative sul mercato senza ricordare che per quanto fuori dall'obbligo di pareggio di bilancio, la Roma non può operare che entro un disavanzo di 30 milioni a triennio sul pareggio di bilancio, mi lascia molto perplesso.

 

 

totti luca di bartolomei 6

Anche per questo credo che da parte di tutti, ci sarebbe bisogno di molto più amore nei confronti dei tifosi della Roma che stanno soffrendo come bambini quando vedono i genitori che si separano. Più amore ma anche più umiltà. Mi pare infatti che l'ennesimo dramma che stiamo vivendo non possa che avere, dentro Trigoria, molti colpevoli e pochissimi innocenti. La Roma deve essere un'azienda ma non può essere trattata, da nessuno, come una azienda. Cuore e cervello hanno il dovere di camminare insieme magari migliorandosi l'un l'altro.

agostino di bartolomei 19

 

Anche per questo viva Fonseca ma forse le vicende Mister Ranieri e De Rossi andavano gestite in maniera più lungimirante. Anche per questo è stato un errore enorme definire pubblicamente la Roma come una azienda. Le aziende fanno prodotti e servizi. La Roma mi regala emozione ed io la amo. E chiunque la rappresenti, in campo o dietro una scrivania deve avere rispetto di ciò che provo. Deve farla camminare, puntuale come un orologio; ma deve accarezzarla con la dolcezza e il trasporto con il quale un figlio vorrebbe venisse trattato il padre anziano o il figlio ammalato. La Roma è qualcosa che non si possiede ma che si lascerà in eredità.

agostino di bartolomei 5

 

Per questo credo anche che se in questi anni abbiamo avuto una squadra che ha veleggiato - pur senza trofei - tra le prime in Italia e le prime 16 in Europa lo dobbiamo anche a persone come Pallotta, Baldini (sì, proprio Baldini) e Baldissoni. Certo, anche loro hanno fatto errori come tutti quelli che agiscono, prendendosi delle responsabilità. Azioni che se saranno vittorie apparterranno a tutti. Ma delle quali, diversamente, saranno chiamati da soli a sopportarne il peso. A me, quelli che profetizzano l'arrivo di sceicchi o si augurano lo sbarco di bisce e serpentelli, spaventano molto per superficialità e arroganza. Infine due consigli non richiesti: il primo riguarda il generico richiamo al popolo giallorosso alla testa del quale si vorrebbe scacciare questa o quella proprietà.

TOTTI FERILLI Foto Mezzelani GMT.JPG

 

Mi permetto di dire qualcosa di molto pericoloso prima ancora che brutto perché passerebbe ancor di più per un solco fra Roma i suoi tifosi. Pericoloso anche per chi lo agita: perché si può legittimamente ambire ad organizzare cordate e tentare scalate. Ma non così. Il secondo è diretto a Pallotta: Presidente lasci passare un pò di tempo ma poi si faccia un paio di cene romane: una con De Rossi che visto da fuori in società servirebbe tanto ed una con Totti che è un asset formidabile per la Roma nel mondo. Lei, che è un uomo di sport e business, saprà trovare le parole per rammendare uno strappo di, mi auguro, cui presto ci dimenticheremo.

 

 

totti rosella sensipallotta cessionitotti Foto Mezzelani GMT.JPGpallotta baldinistadio olimpico romastadio olimpico roma

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…