SERIE A ALLO STADIO TERMINALE - LA RIDUZIONE DELLA CAPIENZA AL 50% SCATENA IL CAOS TRA I CLUB, COSTRETTI A RIMBORSARE UNA PARTE DEI BIGLIETTI VENDUTI - PER ROMA-JUVE ERANO PREVISTI 42MILA SPETTATORI, CHE SARANNO RIDOTTI A 30MILA. COME FARANNO A SCEGLIERE CHI FAR ENTRARE? TIRERANNO A SORTE?

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Guido De Carolis per www.corriere.it

 

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Il Covid corre e lo sport torna indietro. Le capienze degli stadi saranno consentite al massimo al 50%, mentre al 35% per gli impianti sportivi al chiuso. Gli stadi torneranno al vecchio sistema già dal 6 gennaio, giorno di ripresa del campionato con la prima partita del girone di ritorno della serie A. 

 

Si scende così dall’attuale 75% a metà della capienza degli impianti e con il pubblico seduto a scacchiera per garantire la distanza minima. Misure inevitabili, considerata l’impennata di casi positivi in tutto il Paese. La capienza al 75% era stata decisa l’11 ottobre scorso, allora ci si augurava un aumento fino al 100% in tempi brevi, dopo tre mesi si deve di nuovo scendere alla metà dei posti.

 

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Il virus non risparmia club e calciatori che pure vivono protetti e supercontrollati, con tamponi ogni due-tre giorni. In Italia va ancora meglio rispetto ad altri stati europei. Nella Premier League inglese sono tante le partite rinviate, in serie A finora nel girone d’andata è rimasta indietro soltanto Udinese-Salernitana. 

 

In Francia dal 3 gennaio gli eventi all’aperto non potranno avere più di 5.000 spettatori, in Germania dal 28 dicembre gli stadi sono senza pubblico, in Spagna si è scesi al 75%, in Inghilterra al momento non esistono limitazioni per la presenza: impianti aperti al 100%. Per entrare allo stadio in Italia sarà necessario essere vaccinati e sarà obbligatorio indossare la mascherina Ffp2.

 

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Molti club sono appena tornati al lavoro dopo le vacanze di Natale, le società corrono ai ripari seguendo protocolli ancora più rigidi rispetto a quelli degli ultimi mesi. Prima di rientrare tamponi per tutti, la Fiorentina li ha fatti addirittura in drive-in per minimizzare il rischio di contagi. L’Inter chiede ai suoi giocatori di cambiarsi da soli, nelle proprie camere nel centro tecnico di Appiano Gentile e di fare la doccia lì. 

 

In serie A al momento la situazione è sotto controllo, mentre in serie B e in LegaPro ci sono situazioni con focolai diffusi: la Triestina ha registrato 18 positivi. In serie A la percentuale di giocatori vaccinati è del 98%, per tutti varrà l’obbligo del green pass rafforzato: i no vax non potranno più prendere parte a nessuna attività agonistica, poiché non sono previste deroghe per i professionisti. 

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Di fatto è una sorta di obbligo al vaccino, perché non potendo prendere parte a sport di squadra senza il green pass rafforzato chi non è vaccinato non può svolgere attività agonistica (quelle dei professionisti lo sono) con i compagni.

 

La riduzione della capienza ha portato sette club di serie A a sospendere la vendita dei biglietti per le partite interne di gennaio. Si tratta di Atalanta, Bologna, Inter, Juventus, Lazio, Napoli e Roma. 

 

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La nuova restrizione costringerà molti club a rimborsare una parte dei biglietti venduti: per Roma-Juve, ad esempio, sono stati staccati 42mila tagliandi (compresi gli abbonati), ma la capienza al 50% fa scendere gli spettatori a 30mila, quindi un’eccedenza di 12mila posti. L’Atalanta ha fermato la vendita dei tagliandi per la sfida dell’Epifania con il Torino in programma alle 16.30 al Gewiss Stadium di Bergamo. Per tutti i club da valutare se rimborsare i biglietti o altre formule di indennizzo.

 

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