alessia orro

IL SILENZIO NON E’ D’ORRO (ALESSIA) – “RAGAZZE, DOVETE DENUNCIARE GLI STALKER”, LA PALLAVOLISTA AZZURRA RACCONTA L’INCUBO DURATO 4 MESI- IL MAZZO DI ROSE, I MESSAGGI SPINTI E QUELLA VOLTA IN ALBERGO… - “UN UOMO CHE METTE COSI’ PAURA A UNA RAGAZZA MI FA SCHIFO. HO CAMMINATO PER GIORNI GUARDANDOMI LE SPALLE, SPIANDO DALLE TAPPARELLE LE MACCHINE PARCHEGGIATE SOTTO CASA. MI ALZAVO DAL LETTO PER…”

Serena Gentile per la Gazzetta dello Sport

 

Alessia Orro

Non ce la fa Alessia Orro a ripetere cosa le scriveva nei messaggi quell' uomo che per 4 mesi le ha messo paura. Fa ancora male. Probabilmente per qualche tempo, entrando al PalaYamamay, la regista dell' Italia e della Uyba si girerà a guardare gli spalti, ancora terrorizzata dall' idea di vedere Angelo Persico seduto lì, in terza fila, a fissarla. Ma ha avuto il coraggio di denunciarlo (e farlo arrestare), come ieri ha trovato la forza di parlarne ai giornalisti.

 

Cosa che non è facile e non può esserlo a 21 anni. Ma se da una parte Alessia vorrebbe cancellare in fretta questa brutta storia e tornare solo a giocare, dall' altra sa che raccontarla fa bene a lei («sfogarsi alleggerisce») e a tante altre ragazze, che come lei affrontano le attenzioni malate di uomini che non sono uomini, ma stalker. «Bisogna chiedere aiuto anche se fa paura», ripete più volte. Lui, il 52enne di Novara fermato martedì di ritorno da Olbia dove aveva seguito Alessia e le Farfalle impegnate in amichevole e che ieri avrebbe detto al Gip di «essere dispiaciuto, pronto a non farlo più, ma di aver agito da innamorato», invece le fa schifo.

 

Alessia, come stai: il cuore è tornato a battere a una frequenza normale?

«Ora sto meglio, decisamente meglio. Sono stati mesi di paura e ansia, ma ora sono sollevata, felice che sia finita. Anche se so che non è finita ancora».

 

Quando è iniziata e quando hai capito che quelle attenzioni non erano normali?

Alessia Orro

«Era fine maggio, ha iniziato a scrivermi sui social, pensavo fosse un tifoso. Ma ha iniziato a seguirmi, fissarmi, me lo ritrovavo ovunque. E i complimenti sono diventati pesanti, poi minacce. Mi cercava con profili diversi e senza mai farsi vedere, l' ho bloccato più volte, 6 o 7 almeno. Speravo bastasse ma no.

Speravo che finita l' estate con la Nazionale, me ne fossi liberata.

E invece quando l' ho rivisto qui, al primo allenamento a Busto, ho capito che era solo l' inizio... E avevo ragione. L' ho denunciato».

 

È stato quello il momento più difficile?

«Ce ne sono stati tanti in cui lui ha tirato fuori il peggio, ma sì per me quello è stato il più difficile: quando l' ho rivisto qui sono andata nel panico, mi hanno portata via, piangendo.

Stava iniziando tutto di nuovo».

 

Quando e dove l' hai incontrato per la prima volta?

Alessia Orro

«Il giorno del mio compleanno, il 18 luglio, ero in ritiro con la Nazionale ad Alassio: si è presentato con un mazzo di rose. Non sapevo chi fosse, non sapevo fosse l' uomo dei messaggi, ho collegato dopo...

quando ha iniziato a scrivermi che era in albergo, che voleva vedermi: e c' era davvero, a due camere dalla mia».

 

E cosa hai fatto?

«Ho buttato le rose nel cestino e ho raccontato tutto alle mie compagne. Poi ho chiamato il mio fidanzato».

 

Non sarà stato facile neanche per lui, come per i tuoi.

«Non lo è stato, ma ci siamo affidati alle forze dell' ordine, al Commissariato di Busto, che ringrazio. Non dovevamo cadere nelle provocazioni».

Parlare è stata l' alzata migliore.

«Non bisogna fare l' errore di chiudersi, restare soli può essere molto pericoloso. Bisogna chiedere aiuto. Denunciare».

 

Ma non ti sfiora in momenti così la paura di non farcela?

«Mollare non mi appartiene, ma è vero che non so cosa avrei fatto senza le mie compagne, le persone che amo e la società: mi hanno protetta, non mi hanno lasciata sola. Mai. Mentre giocavo o mi allenavo c' era sempre qualcuno che invece di guadare il campo, teneva d' occhio quel signore perché non mi avvicinasse. Alla fine di ogni allenamento c' è sempre stato chi mi ha accompagnato a casa. La forza me l' hanno data loro, li ringrazierò sempre, mi sento fortunata tante altre ragazze non lo sono».

Alessia Orro e la sorella

 

Hanno fatto squadra, hanno alzato un muro intorno anche con l' aiuto dei capi delle tifoserie storiche di Busto. Cambierà il tuo rapporto con loro?

«Con i tifosi di Busto no, con chi non conosco sì. Ci penserò dieci volte ora prima di rispondere a un messaggio».

 

Come si fa ad andare in campo concentrate con uno stalker che ti fissa in tribuna?

«Provi a non pensarci, a concentrarti sulla partita, ma quella agitazione lì la senti, non posso nasconderlo».

Certe prove fortificano.

Alessia Orro

«Pensi sempre che a te certe cose non possano capitare, ed invece eccomi qui. Mi sento più forte. So come affrontare certe situazioni».

 

Paura, angoscia, rabbia, vergogna: cosa ti è rimasto addosso di questa brutta storia?

«Lo schifo, un uomo che mette a disagio così una ragazza, che le mette paura, mi fa schifo. Ho camminato per giorni guardandomi le spalle, spiando dalle tapparelle le macchine parcheggiate sotto casa, alzandomi dal letto a controllare che la porta fosse chiusa bene. Ho avuto paura e ancora ne ho. Di rivederlo.

"Penso solo a te", mi diceva.

Sembrava ossessionato. E se non gli passa? C' è ancora un processo da affrontare».

L' avvocato di Persico ha chiesto i domiciliari, oggi il Gip di Busto Nicoletta Guerrero dovrebbe decidere se concederglieli.

Alessia OrroAlessia Orro

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”