ancelotti de laurentiis

LA SQUADRA MAGGIORMENTE PEGGIORATA DELLA SERIE A? IL NAPOLI - 13 PUNTI IN MENO RISPETTO A SARRI MA NESSUNO CRITICA ANCELOTTI. FORSE PERCHE’ C’E’ ANCORA IN BALLO L'EUROPA LEAGUE MA SE NON VINCE SARÀ L'ENNESIMA STAGIONE "ZERO TITULI" E ANCHE PER 'RE CARLO', STRACOCCOLATO FIN QUI DA DE LAURENTIIS E DAI MEDIA, ARRIVERANNO LE PRIME BORDATE...

Lorenzo Vendemiale per www.ilfattoquotidiano.it

 

ancelotti de laurentiis

Se si chiamasse Eusebio, magari sarebbe addirittura stato vicino all’esonero, come è successo a Di Francesco alla Roma, crocifisso per colpe non sue. Se si chiamasse Stefano, magari la società avrebbe fatto un duro comunicato di delusione sugli ultimi risultati, come ha appena fatto la Fiorentina con Pioli. Se si chiamasse Luciano, la dirigenza starebbe già programmando la prossima stagione con un altro tecnico, come fa l’Inter per il post-Spalletti. Per sua fortuna si chiama Carlo, Ancelotti di cognome: l’allenatore delle tre Champions League e delle vittorie in tutta Europa, il maestro del bel gioco con cui è un piacere parlare di calcio, signore indiscusso dentro e fuori dal campo. Sarà per questo che nessuno lo critica, anche se il campionato del suo Napoli è un mezzo fallimento.

 

ROMA NAPOLI

Il suo ritorno è stato molto importante per la Serie A. A Napoli da quando è arrivato sono tutti in un brodo di giuggiole: il presidente De Laurentiis non fa altro che parlare di aprire cicli pluriennali, i tifosi sono innamorati persi del suo gioco, la duttilità tattica, la capacità di sfruttare la rosa col turnover. A sentir loro, sembra la miglior stagione del Napoli da chissà quanti anni a questa parte. Non è proprio così.

 

 

 

Quest’anno il Napoli è la squadra maggiormente peggiorata di tutta la Serie A: -13 punti rispetto al 2017/2018. Soltanto il derelitto Chievo Verona, ultimissimo e praticamente già retrocesso, ha un confronto più negativo con lo scorso anno, e neppure di tanto (-15, togliendo i 3 di penalizzazione). Le grandi delusioni del campionato, cioè il Bologna (-8), la Roma (-9), persino Fiorentina e Lazio (-11), hanno comunque un saldo migliore del Napoli. Che un anno fa di questi tempi con Sarri si giocava lo scudetto (e quasi lo vinceva, se non fosse stato per il famoso e controverso finale di Inter-Juve), oggi vivacchia al secondo posto, staccato venti punti dalla vetta.

 

ancelotti de laurentiis

La squadra è praticamente la stessa: in estate non è stato toccato nulla, se ne sono andati Reina e Jorginho (più Hamsik a gennaio), sono arrivati Meret e Fabian Ruiz. Equilibri invariati. L’unico vero cambio è stato in panchina: via (per giunta in malo modo) Sarri, ecco Ancelotti. Ed è questa la differenza. Certo, non è semplice prendere una squadra che aveva già toccato il suo apice: probabilmente è la stessa ragione per cui ha lasciato Sarri. Ancelotti ha dovuto smontare una macchina quasi perfetta e ricostruirla in maniera diversa ma con gli stessi pezzi: per strada così si sono persi molti punti, e in verità anche tanto spettacolo perché quel Napoli era una gioia per gli occhi. Ancelotti, però, è indietro anche rispetto al primo anno di Sarri (-3 punti), in cui comunque la squadra era rimasta a lungo a contatto con la Juventus. Insomma, i confronti col passato cominciano a farsi pesanti. Eppure nessuno si lamenta.

 

 

AURELIO DE LAURENTIIS CARLO ANCELOTTI A CAPRI IN BARCA

Forse perché c’è sempre la coppa: l’Europa League (che non è la Champions, dove gli azzurri hanno buttato via una qualificazione possibile in un girone impossibile) è un grande obiettivo e rappresenta una chance concreta di tornare a vincere qualcosa di importante a distanza di decenni. O forse, semplicemente, ci sono certi allenatori che godono di quella che si dice “buona stampa”. Uno, tanto per fare un esempio, è Roberto Mancini, trattato con i guanti in nazionale, molto più dei suoi predecessori, anche nei suoi primi difficili mesi.

 

Ancelotti fa parte della stessa schiera, ed in più è amatissimo dai tifosi. Non è un rimprovero, semmai un merito: ci vogliono anche recensioni positive e il giusto clima d’armonia intorno per costruirsi una grande carriera. Con il suo prestigio, la sua tranquillità, la sua autorevolezza Ancelotti fa passare in secondo piano la classifica; è come se il suo nome desse una percezione diversa di una stagione fin qui deludente. Nel calcio, però, alla fine contano solo i risultati, che non gli sono mai mancati: per questo il suo Napoli deve per forza vincere l’Europa League. Altrimenti anche per lui arriveranno le critiche. Nonostante si chiami Carlo Ancelotti.

ancelotti de laurentiisancelotti de laurentiisnapoliROMA NAPOLI

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO