montino pallotta

LO STADIO DELLA ROMA? A FIUMICINO - IL PIANO B DI PALLOTTA CHE PER IL NUOVO IMPIANTO PARE CHE ABBIA GIA’ SPESO UNA CIFRA INTORNO AI 93 MILIONI: A VEDERLI FINIRE TUTTI NELLA PATTUMIERA NON CI PENSA PROPRIO – IL SONDAGGIO CON IL SINDACO PD ESTERINO MONTINO…

Sergio Rizzo per “la Repubblica”

 

pallotta raggi

Se non è il classico piano B, un po' gli assomiglia. Per lo stadio della Roma calcio gli americani hanno già speso una barca di quattrini: 93 milioni, dicono. E a vederli finire tutti nella pattumiera non ci pensano proprio. Ecco perché nelle scorse settimane è stato sondato Esterino Montino, il sindaco pd di Fiumicino.

 

Scopo del sondaggio: appurare la disponibilità del suo Comune a ospitare lo stadio destinato invece a Tor di Valle se l'estenuante trattativa con il Campidoglio dovesse per una qualche ragione naufragare.

 

Esterino Montino

Il fatto è che la seconda conferenza dei servizi si è conclusa ormai più di un anno fa. Esattamente l'11 giugno 2018. Ma la convenzione che dovrebbe sbloccare l' operazione, un investimento da 1,2 miliardi sborsati dai fondi americani in cordata con il presidente della Roma calcio James Pallotta, ancora non c' è. Il percorso si arricchisce di ostacoli a ogni passaggio.

 

L'ultimo è il concetto di "contestualità". Il Comune dice che lo stadio non può aprire prima del completamento delle opere di potenziamento della linea Roma-Lido.

 

Quelle opere però non dipendono da chi realizza lo stadio, bensì dalle Ferrovie: cui peraltro il costruttore contribuisce con 45 milioni. E di mezzo c' è anche la Regione. Come si combinano le due cose?

 

baldini pallotta

Ma anche tralasciando gli intoppi burocratici, ci sono sempre le incognite politiche. Per dare il via libera definitivo allo stadio serve la ratifica della variante urbanistica da parte della Regione di Zingaretti, ma anche un voto del consiglio comunale grillino della capitale.

 

Dove la tempesta giudiziaria che ha investito il costruttore Luca Parnasi e il superconsulente della sindaca Raggi, Luca Lanzalone, non è stata una passeggiata di salute. E c' è un segnale che fa capire quanto la corda sia tesa. La Roma calcio ha chiesto un parere alla giurista Luisa Torchia, già consigliera dell' ex premier Romano Prodi, nell' eventualità in cui si dovessero verificare i seguenti due fatti: che il Campidoglio revochi la dichiarazione di interesse pubblico per il progetto dello stadio, confermata il 14 giugno 2017 dal consiglio comunale a maggioranza 5S, o che lo stesso Comune blocchi la ratifica finale della conferenza dei servizi che ha già approvato il progetto. Facendo saltare l' operazione.

PALLOTTA BALDINI

 

Quel parere è un modo per mettere le mani avanti. E com' era ovvio sostiene che il Comune a questo punto non può tirarsi indietro. Ma gli investitori americani scalpitano e la società di Pallotta ha così pensato anche a un paracadute: quello di Fiumicino, in un'area dove la ferrovia corre parallela all'autostrada per l' aeroporto. Infrastrutture già esistenti e un' amministrazione pronta ad accoglierli a braccia aperte.

 

pallotta baldini

Sette anni ci sono voluti per arrivare a questo. Sette anni, tre sindaci e un commissario prefettizio. Sette anni e ben due conferenze dei servizi. Con in più la defenestrazione di un assessore, Paolo Berdini, che era fieramente contrario all' aumento delle cubature. Cacciato via proprio da chi non aveva invece voluto «le Olimpiadi del mattone».

 

Tutto comincia il 19 aprile 2012, amministrazione Alemanno. Con una sollecitazione pubblica sui giornali, la Roma comunica che sta cercando un' area per fare lo stadio. Arrivano 86 offerte, ma alla fine la scelta si riduce alle tre considerate più buone. La migliore in assoluto è nel quartiere Collatino. Proprietari sono i costruttori Gianni, eredi di Anacleto Gianni che fu anche presidente della Roma. Ha però un difetto: misura solo 13 ettari. La seconda in graduatoria è più grande ed è nella stessa zona. Fa capo a una società del Tesoro, Fintecna. Ma anche qui i problemi non mancano: l' area è sbilenca e tagliata in due dalla strada.

 

JAMES PALLOTTA

In più la società è pubblica e dovrebbe fare un bando. La terza scelta è Tor di Valle, che è dei proprietari dell' ippodromo ormai in stato di completo abbandono. Lì sopra ci ha messo gli occhi Sandro Parnasi, il padre del Luca finito nei guai. Vuole farci un centro residenziale tipo Milano 2. Ma non ha difficoltà a cambiare idea e accordarsi con la Roma.

Grazie anche al fatto che le sue pendenze con Unicredit potrebbero essere sistemate dando alla banca uno dei due grattacieli progettati dall' architetto americano Daniel Libeskind.

 

L' operazione assume dimensioni enormi per le compensazioni dovute ai necessari investimenti in opere pubbliche a carico del privato: un milione di metri cubi. E diventa un caso. C' è chi sospetta una speculazione sfacciata con la scusa dello stadio. È la consigliera comunale Virginia Raggi, che dice: «La delibera di pubblica utilità dello stadio a Tor di Valle? Magari la ritiriamo e lo facciamo da un' altra parte. Tor di Valle allo stato attuale appare un' operazione speculativa».

stadio roma

 

Ma il Comune guidato da Ignazio Marino ci ha messo il timbro. E se il commissario Francesco Paolo Tronca se ne tiene alla larga, Virginia Raggi da sindaca non può farlo. Ben presto inizia la demolizione del vecchio progetto. Berdini gli fa la guerra, aiutato anche da un vincolo dei Beni culturali sul vecchio ippodromo che spunta dopo tre anni. I grillini però sbandano e la logica del compromesso prevale.

pallotta

 

Via l' assessore insieme ai grattacieli e a quello che si può eliminare. Ma lo stadio va fatto. Si approva il progetto, la seconda conferenza dei servizi sembra andare liscia come l' olio. Senonché, due giorni dopo il tempo fissato per le eventuali osservazioni, arrestano Luca Parnasi, che ha ereditato l' affare dal padre Sandro, morto due anni prima, e Lanzalone. I magistrati si affannano a chiarire che il progetto dello stadio non è coinvolto. Ma da quel momento si procede a passo di lumaca. Con gli oppositori che non demordono.

«Spero che lo stadio si faccia da un' altra parte», parola di Roberta Lombardi, capogruppo grillina alla Regione. Neanche due mesi fa.

esterino montinomonica cirinna esterino montinostadio olimpico romastadio della romaesterino montinoROMA STADIO TOR DI VALLEstadio olimpico romapallotta

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)