silvio berlusconi e adriano galliani del monza

CON IL SUO MONZA SURREALE E BELLISSIMO BERLUSCONI CI RIPORTA AGLI ANNI '80 – BOTTURA: “ASSISTIAMO A QUESTO CLONE IN MINORE DEL MILAN CON UNA SPECIE DI SORRISO. QUASI LO TIFIAMO. SEGUIAMO OGNI COLPO DI MERCATO COME AL LUNA PARK” – IL BOTTO PESSINA - GALLIANI: "DZEKO? LO VOLEVAMO GIÀ 11 ANNI FA. ICARDI? INUTILE SMENTIRE LE VOCI DI MERCATO”. E QUELLO SPONSOR, MOTOROLA, CHE CI RIPORTA ALLA MILANO DA CHI-AMARE…

Luca Bottura per “la Stampa”

 

Non si esce vivi dagli anni Ottanta, cantavano gli Afterhours.

BERLUSCONI A MONZA

Ma solo perché sottostimavano Silvio Berlusconi.

Che non solo quella decade ha originato, altroché edonismo reaganiano, ma è pure riuscito a farne un format di successo.

 

Acquistato dai Sarkozy, dai Trump, dai Boris Johnson. Che però a un certo punto hanno ceduto, sono scivolati sulla strada dell'opportunità, del rapporto causa-effetto, delle promesse tradite, delle fondamenta di cartapesta, dell'opinione pubblica ostile. Che lui, invece, ha continuato a sedurre. Sospeso tra palco e realtà, nel suo mondo a colori in cui salire al Quirinale o in Serie A hanno la stessa valenza: un monumento in vita, naturalmente equestre, e la prosecuzione di un'epopea infinita. Proprio come i processi cui giammai si presentò.

 

samuele birindelli al monza

La parabola del Monza calcio ha qualcosa di surreale e bellissimo. Somiglia alla sontuosa serie di Domenico Procacci sul team azzurro che nel '76 vinse la Coppa Davis - "Una squadra" - laddove si incontrano il maestro di tennis di Mussolini, pariolini anonimi, accenti da Banda della Magliana, un'umanità estrema che tutto comprende e tutto giustifica: scazzi, talento, trionfi, rancori, auto-indulgenza, felicità a momenti. Una vita difficile, ma mica poi tanto. L'Italia di sempre. Le sue contraddizioni.

 

Il Dna di un popolo che pensa di vivere ne "Il Sorpasso" di Dino Risi ma è convinto che a 'sto giro il camion in senso opposto non ci sarà. A volte succede.

matteo pessina al monza 3

 

Berlusconi però è contemporaneo. Quel "tutto" è in diretta ma sempre uguale, proprio come le sue tv. Ci rassicura. Se non invecchia lui, almeno dentro, ché ormai fuori pare una Sagrada Familia semovente, anche noi rimaniamo sospesi.

 

Così, assistiamo a questo clone in minore del Milan con una specie di sorriso. Quasi lo tifiamo. Seguiamo ogni colpo di mercato come al luna park, come se fossimo ancora ai tempi in cui Canale 5 trasmetteva il Mundialito violando le leggi vigenti. Commentato da un cronista svizzero. Chiudiamo gli occhi, sentiamo lui e Adriano Galliani parlare dei traguardi biancorossi a venire, e siamo di nuovo in quegli anni. Anzi: Gli Anni.

Stessa strada, stesso posto, stesso bar. La canzone suona, ma la voce non è di Manuel Agnelli. È di Max Pezzali.

 

In più, c'è un elemento che il Berlusconi politico ha sempre frequentato pochissimo: la realtà. Quando si tratta di pallone, diventa un'Ambra Angiolini d'epoca: promette e mantiene.

alessio cragno al monza 1

E ci appartiene, gli apparteniamo. Dacché nel 2018 è passato nelle sue mani, mani grandi, mani senza fine, il Monza ha sfondato i 100 milioni di investimento. Non c'è giorno in cui i biancorossi non inseguano, e raggiungano, una grandeur che sembra parente di epoche ancora precedenti: quando i mulini erano bianchi e i presidenti dapprima ricchi e scemi, poi un po' meno ricchi. E basta.

Leggenda vuole che il Dorian Gray di Arcore fosse interista, in gioventù. Ed è vero che a vederlo così, col suo mecenatismo acrobatico, somiglia più ad Angelo Moratti che a un qualunque presidente rossonero.

 

BERLUSCONI FESTA MONZA

Tolto forse Felicino Riva. Resta un dato: per la sua seconda passione invincibile, la Fifa, sta spendendo persino di più che per la prima. Perché insieme al pallone acquisisce ciò che ha sempre inseguito: non il potere, ma il consenso. Anzi: l'amore indiscriminato, quello che solo un tifoso può dare. Il Monza di Berlusconi e Galliani è parente della Edilnord, delle crociere in cui Confalonieri torturava Charles Trenet, di quell'epoca gioiosa e feroce, senza neanche un Dell'Utri che zompetta sinistro, a poca distanza ideale, sui campi della Bacigalupo. C'è il sole in tasca e la capacità di venderlo. Di affittarlo. Di farne manifesto politico anche al di là dello Stato di necessità. Maiuscolo.

 

BERLUSCONI FESTA MONZA

Arriveranno, forse, anche, Dzeko o Icardi, dunque Wanda Nara, dunque il pastiche tra l'immaginario sportivo di Silvio e quell'altro. Intanto c'è Matteo Pessina che aveva davanti a sé qualunque squadrone europeo e invece s' è fatto convincere a fare il capitano a casa sua. Per soldi e per amore, appunto. E c'è, sottaciuta, la speranza di tornare a San Siro a sgambettare il Milan. A chiudere il cerchio disegnato sbolognandolo ai cinesi. Anche quello, col compasso. Berlusconi pensa di essere Berlusconi, e questa è la sua forza. Alla propria immanenza, ci crede eccome. Ma la vuole circondata dalla riconoscenza altrui. Per questo ha risarcito il fratello Paolo, che ne fu scudo umano durante Mani Pulite, issandolo alla presidenza del club.

 

galliani e berlusconi

E, a differenza che per il giornale di famiglia, senza neanche una legge che glielo imponesse. Per questo le maglie del Monza le produce chi fabbricò quelle del Milan invincibile, come a tracciare una sorta di continuum estetico con la Coppa dalle grandi orecchie. Anche lei. Per questo persino lo sponsor, annunciato ieri, viene diritto dai tempi in cui Mediaset si fece partito e diventò patrone ti monto: Motorola. Era, ai tempi, IL telefonino. Una conchiglia leggerissima, uno status symbol da ostentare, mentre noi mortali ancora esibivamo cellulari in ghisa. Una Milano da chiamare, diciamo. Poi arrivò Steve Jobs col suo touch screen e dei Motorola si persero le tracce.

 

galliani berlusconi

Finché, poco tempo fa, se lo sono comprato i cinesi della Lenovo. Adesso pensateci: un oggetto in apparenza desueto, che abbelliamo con la nostalgia, assurto a nuova vita coi denari del capitalismo rosso. Più che uno sponsor, un'autobiografia. Il cui prossimo obiettivo sarà la parte sinistra della classifica. Ma solo per poterla accusare più da vicino di essere la solita comunista. Mentre noi continueremo a specchiarci in lui. Qualcuno entusiasta, qualcuno affranto. Tutti, inevitabilmente, italiani.

la festa per il monza in serie a 4GALLIANI BARBARA BERLUSCONIgalliani berlusconiGALLIANI BERLUSCONI 13BERLUSCONI GALLIANIBERLUSCONI GALLIANI 3la festa per il monza in serie a 5

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…