the girl in the fountain anita ekberg monica bellucci

LA TRUCE VITA DI ANITONA: PIU’ CHE UN TUFFO NELLA FONTANA, LE SAREBBE SERVITO UN BAGNO NELLA VASCA DI LOURDES - DALLA DOLCE VITA DI VIA VENETO ALLA CASA DI CURA DI ROCCA DI PAPA, UN DOC RACCONTA ASCESA, BEVUTE, SCOPATE E DECLINO DI ANITA EKBERG (INTERPRETATA DA MONICA BELLUCCI), LA PRIMA SEX SYMBOL "DIVORATA DALLA SUA STESSA ICONA" –  LA STORIA CON AGNELLI (“LA GRANDE AVVENTURA SENTIMENTALE DELLA MIA VITA”), L'INCONTRO CON QUASIMODO E L’ODIO PER "LA DOLCE VITA": “QUEL FILM MI HA ROVINATO LA VITA” – VIDEO

 

Estratto dell'articolo di Fabiana Giacomotti per "il Foglio"

 

anita ekberg

“Quando mi hanno proposto questo documentario su Anita Ekberg mi sono domandata: perché io?“, osserva Monica Bellucci, con quella voce soffice e cremosa che non è cambiata con gli anni e che è parte integrante del suo status di seduttrice. Se lo chiede anche in un passaggio del film, “The girl in the fountain”, la ragazza nella fontana, che verrà presentato fra pochi giorni al Festival di Torino e che poi uscirà nelle sale per tre giorni, secondo la nuova scansione distributiva che si è data questo genere cinematografico molto in ascesa anche sulle piattaforme.

 

 

(..) Sulla scheda di produzione si legge anche del contributo della Regione Lazio, che suona un po’ come un risarcimento tardivo verso la Ekberg quando, ridotta in povertà, chiese il supporto economico previsto per i casi come il suo dalla legge Bacchelli e le venne negato perché non aveva mai preso la cittadinanza italiana. “Mi sono appassionata alla storia di Anita”, dice Bellucci: “In particolare, alle riflessioni che suscita sulla condizione delle donne nell’industria del cinema”. Noi spettatori la seguiamo nella sua progressiva scoperta della vicenda umana della Ekberg, oltre quella maledetta fontana dove l’abbiamo lasciata nel 1960.

 

Ci piaceva saperla lì, con la cascata di capelli biondi a bagnarsi per sempre sotto la cascata d’acqua in quella specchiatura di simbologie sessuali donnesche; ci rassicurava vederla muoversi con lo strascico del vestito di Fernanda Gattinoni sul braccio (dettaglio: la sartoria ne realizzò due modelli, in caso la scena si fosse dovuta ripetere e così non fu, ma l’abito che viene mostrato adesso nelle esposizioni è comunque una riproduzione in un velluto molto contemporaneo e molto leggero). Wikipedia, sempre ottima sugli elenchi, mostra che, dopo “La Dolce Vita”, quella donna incapace di gestire il successo che le era zampillato addosso partecipò a quasi altri quaranta film.

 

the girl in the fountain 8

Molti delle vere schifezze d’accordo, ma davvero troppi perché il mondo ne abbia notati giusto due, “Boccaccio 70” e “l’Intervista”, sempre Fellini, dimenticando perfino la sua partecipazione ai “Clown” che passò sulla Rai la sera di Natale del 1970 e dove Anita interpretava se stessa, già sciupata, già gonfia, perché gli svedesi reggono bene l’alcol, come dice un’amica nel filmato, ma non è che alla lunga la bottiglia non lasci tracce.

 

the girl in the fountain 7anita ekberg in Cicciabomba

La Ekberg morì nel gennaio del 2015, in una casa di cura a Rocca di Papa. La villa dove abitava ai castelli e dove andava a trovarla Gianni Agnelli, la “grande avventura sentimentale della mia vita”, come trovò finalmente il coraggio di dire alla morte dell’Avvocato e come, in fondo, tutti sapevano e ogni tanto perfino il solertissimo ufficio stampa Fiat non si curava di smentire, sapendo che per anni lui si era occupato anche economicamente di lei, era stata svaligiata e poi aveva subito un incendio. Marco Giusti andò al funerale e scrisse - lo dice anche nel doc - che del mondo del cinema non si era presentato nessuno. Molti erano semplicemente già morti; per molti lo era già anche lei. “Divorata dalla sua stessa icona”.

anita ekberg

 

the girl in the fountain 6

Jacobbi l’aveva conosciuta cinque anni prima a Roma cioè nel 2010, alla serata di presentazione della Dolce Vita restaurata con i soldi di Gucci, cioè all’epoca della direzione creativa di Frida Giannini che oggi nessuno nomina più, nemmeno nella chiosa testuale di “House of Gucci” che non è prodotto da Gucci ma dove gli sceneggiatori passano lo stesso a pié pari da Tom Ford ad Alessandro Michele, dieci anni di lavoro azzerati in una damnatio memoriae collettiva che ha dell’incredibile.

 

Ricorda adesso Paola che quel donnone bistrato, pesante, appoggiato al bastone, la colpì molto: “Era devastata. I fotografi le chiesero di mettersi in posa davanti al manifesto originale del film. Lei lo fissò e, con una voce da strega, gracchiò beffarda: “Chi è quella lì?” Odiava quel film, diceva che le aveva rovinato la vita”.

the girl in the fountain 5

 

Lo disse anche a Salvatore Quasimodo quando, nel 1962, la rivista Tempo gli chiese di curare una serie di incontri con i grandi personaggi del momento (Mina e Luchino Visconti, Claudia Cardinale e Alberto Moravia; quello con Anita venne racchiuso due anni dopo in un sontuoso volume fotografico di Paolo Di Paolo ristampato dalla Ghibli nel 2015). Il poeta di Modica si recò molto compiaciuto a conoscere la diva del momento, che lo accolse su una terrazza di Noto in una giornata quasi estiva, cercando tenacemente l’esposizione al sole: “Le piace l’estate, vero? Ha ragione”, concesse lui: “La primavera è retorica”. Lei, che non conosceva ancora bene l’italiano: “Retorica? Cos’è la retorica?”. E Quasimodo, sornione, in affondo: “E’ una figura primaverile”.

 

the girl in the fountain 4

Nonostante l’impasse linguistico e quel siciliano attempato che, certo per figure ed eleganti ellissi, ma un po’ ci provava, Ekberg uscì benissimo dal colloquio, sapendo cogliere ogni spunto per tentare di ribaltare la propria immagine pubblica di sirena sfasciafamiglie. Affermò di avere avuto solo tre uomini, di amare la vita domestica e il cibo frugale, come si conveniva insomma a una donna famosa ma onesta finita nel boom economico italiano e desiderosa, almeno in quel momento, di restarci. Bellucci prova a riprendere quel dialogo, imitando la voce di Anita, in un gioco di rimandi fra vero e falso, fra filmati storici e ricostruzioni: “Io stava sotto contratto in America, mio produttore non voleva che io faccio La Dolce Vita, allora io liberarmi di questo contratto”, e pare sorridere, ma si torce le mani.

 

Anita Ekberg - Suor Omicidithe girl in the fountain 3

La Ekberg non era una scoperta di Fellini: miss Svezia 1950, approdata a Hollywood con la protezione di Howard Hughes, aveva vinto un Golden Globe nel 1956 come attrice emergente per “Hollywood o morte” di Frank Tashlin, certo non un film indimenticabile ma che la presenza del potentissimo Dean Martin rendeva tale e che infatti l’aveva portata al centro della ribalta.

anita ekberg la dolce vita 2

 

Erano seguiti altri film senza importanza, un ruolo in Guerra e Pace di King Vidor e poi un “sandalone”, “Nel segno di Roma”, girato nella nuova Mecca del Cinema, Roma, dove Anita interpretava la regina Zenobia con l’eye liner steso ad ala di rondine. Fellini l’aveva notata lì: centotre-cinquantotto-novantatre, circa un metro e settanta di altezza, amministrati con oculatezza. Negli studios hollywoodiani era nota come “l’iceberg”. Nell’ Italia già soggiogata dalle gemelle Kessler sarebbe subito diventata la “prepotente bionda bellezza svedese”, cioè un concentrato di cliché da letto.  “Preferisce che non era così”, e l’avrebbe ripetuto fino alla fine: uno, dieci, vent’anni dopo. Nel 1978 la intervista Maurizio Costanzo a Bontà Loro ed è già entrata nel modello Norma Desmond di Viale del Tramonto:

the girl in the fountain 2

 

Una volta ero grande. “Io e Fellini abbiamo costruito insieme questo personaggio”. Resta da capire, e non lo sapremo mai, perché quella donna che poteva avere tutto, e che sciocca non era, sia finita nelle mani di due mariti attaccabrighe come Anthony Steel e Rick Van Nutter (“è arrivata a Roma l’attrice Anita Ekberg, celebre ai tavoli di via Veneto per i continui sganassoni del marito”, annuncia garrulo un cinegiornale di fine Anni Cinquanta, cioè degli anni del matrimonio con “l’uomo dalla pistola d’oro”),e si sia lasciata scivolare nella Dolce Vita fino a trasformarla in realtà dalla figura retorica che voleva essere...

 

ANITA EKBERG FRED BUSCAGLIONE 11

La villa ai castelli è finita alla badante della Ekberg, che pare abbia vuotato il sacco su cose molto fantasiose, di certo inconfutabili, e dunque non compare nel documentario. Nel giardino staziona in via permanente la roulotte di una famiglia rom.

salvatore quasimodo 5the girl in the fountain 11

 

the girl in the fountain 10the girl in the fountain 1

 

the girl in the fountain 9anita ekberg gianni agnelli

fabio testi anita ekberg4 anita ekberg sulla scalinata di trinita dei monti in piazza di spagna ph barillariflaiano fellini anita ekberganita ekberg la dolce vitaanita ekberg la dolce vita 2angelo frontoni anita ekberg ugo tognazzifederico fellini bacia anita ekberganita ekberg 4 anita ekberg in bikinianita ekberg younganita ekberg 8antonio gerini anita ekbergfederico fellini con giulietta masina e anita ekberganita ekberg 9anita ekberg by helmut newtonLUCHERINI ANITA EKBERGanita ekberganita ekberg

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?