finale internazionali

TUTTI AL FORO! DA BEBE VIO A BRUNO VESPA, DA FIORELLO A LAURA MORANTE, DA PADOAN FINO A ANNA FALCHI, ECCO CHI SI E’ GUSTATO IERI LA FINALE DA URLO TRA NADAL E DJOKOVIC: MANCAVA SOLO MARK CALTAGIRONE! - LE PAROLE DI RAFA DOPO AVER VINTO A ROMA PER LA NONA VOLTA: “IL SEGRETO E’ SCENDERE IN CAMPO SENZA LAMENTARSI SE LE COSE NON VANNO PER IL VERSO GIUSTO” (UNA STOCCATA A FEDERER CHE SI ERA LAMENTATO DELLE RIGHE SCIVOLOSE?) - 'DJOKO' NON CERCA ALIBI –  VIDEO

 

 

Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia

Gianluca Cordella per il Messaggero

 

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Gli Internazionali Bnl d' Italia, come un anno fa, sono ancora del fenomeno di Manacor. Un campione che resta sempre fuori dalla corsa all' etichetta di Goat - greatest of all time - della racchetta ma che, se si parlasse solo di terra rossa, troverebbe quella stessa etichetta persino riduttiva per spiegare la sua grandezza. Il Centrale del Foro Italico celebra lo spagnolo, campione per la nona volta all' undicesima finale giocata, e lo rigenera in una stagione che finora era stata totalmente avara di trofei da sollevare.

 

Aveva sognato di mettere le mani sul suo 18° Slam a Melbourne, ma Djokovic aveva altri piani. E allora si è rifatto nei Masters 1000, dei quali da ieri è recordman assoluto: 34 trionfi, staccato il solito Nole che resta fermo a 33. In attesa della prossima sfida che allungherà ancora la rivalità più incredibile della storia del tennis. 54 testa a testa in ogni angolo del mondo, su ogni superficie, che al momento vedono il serbo avanti 28 successi a 26.

 

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Epperò, nonostante Nadal contro Djokovic sia ormai un classico del tennis di tutti i tempi, il confronto riesce incredibilmente a regalare spunti inediti ogni volta. L' ultimo prima di ieri, la già ricordata finale degli Australian Open, si era chiuso con un 6-3 6-2 6-3 in favore del numero uno del mondo che era un unicum. Mai infatti Nadal aveva perso così nettamente la finale di un Slam. Anche l' ultimo atto degli Internazionali 2019 entrerà nella storia della supersfida. È un inedito assoluto, infatti, il 6-0 con cui Rafa ha dominato il primo parziale. In tutte le sfide precedenti, per la mostruosità di 142 set giocati, il cappotto era l' unico esito mai verificatosi, da una parte e dall' altra.

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 «Il tennis è uno sport semplice». La frase ha il copyright di Rafa Nadal. L' ha usata in conferenza stampa alla vigilia della semifinale contro Tsitsipas per spiegare che, alla fine, per vincere o perdere una partita non devi inventarti chissà che cosa. Devi solo riuscire a farlo. Tutto giusto. Il problema è che, al contrario, su quel «devi solo riuscire a farlo» pesano tutte le variabili del mondo. Come, ad esempio, le motivazioni. Non che Djokovic ieri non ne avesse, ma lo spagnolo ne aveva troppe di più.

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In fin dei conti, Nole in questo 2019 il suo lo ha fatto, vincendo il Major Down Under. E lo stesso torneo romano, con il solo raggiungimento della finale, è stato per lui un successo. Logiche della classifica Atp e dello scarto dei punti: Rafa ha vinto per due anni di fila e resta lì, Nole, che nel 2018 si è fermato in semifinale, porta a casa più punti e allunga sullo spagnolo in classifica mondiale. Altra variabile: il cammino nel torneo o la stanchezza accumulata, fate voi. Nadal ha impiegato cinque ore circa per andare in finale.

 

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A Djokovic è servita una mezzoretta in più solo per avere ragione della terribile sequenza argentina Juan Martin Del Potro - Diego Schwartzman. E, come se non bastasse, entrambe le battaglie sono arrivate in orari proibitivi: contro DelPo all' 1.30 della notte tra venerdì e sabato, Schwartzman lo ha impegnato fino alle 23.30 di sabato sera. Per un atleta significa rompere la routine massaggi, cena, sonno e allenamento il mattino successivo.

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Nole lo sa bene ma è un signore e non lo dice. «Non voglio parlare di questo, Rafa ha fatto una grandissima partita» risponde a Diego Nargiso durante la cerimonia di premiazione. E Nadal non può che rendergli omaggio: senza l' orgoglio di Nole più che una finale sarebbe stato un massacro sportivo. E tornano in ballo le motivazioni: il 6-0 è stato uno schiaffo per Djokovic, pur se esausto. Il 6-4 successivo è stato il set dei nervi e di un campione gladiatore che poi, sì, si è arreso alla stanchezza. «Roma per me è un' emozione, sono contento che la prima vittoria dell' anno sia arrivata qui», le parole di Rafa. Ma la vittoria più importante è sempre la prossima. E il «ci vediamo a Parigi» che si rivolgono a distanza sa tanto di incipit per il prossimo capitolo della storia.

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