TUTTO IN 90 MINUTI - LA VOLATA DA INFARTO PER LO SCUDETTO SI CHIUDE STASERA: AL MILAN SERVE UN PUNTO, UN PUNTO SOLTANTO, CONTRO IL SASSUOLO A REGGIO EMILIA, SEMPRE CHE L'INTER BATTA LA SAMP A SAN SIRO - L’ALLENATORE DEI ROSSONERI PIOLI PROVA A MANTENERE LA CALMA: “BASTA FARE CIÒ CHE SAPPIAMO, SENZA PENSARE SIA GIÀ FATTA” - INZAGHI, TECNICO DEI NERAZZURRI, METTE LE MANI AVANTI: “È UNA GRANDISSIMA ANNATA, INDIPENDENTEMENTE DA COSA SUCCEDERÀ…”

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1 - PIOLI CONOSCE LA STRADA GIUSTA: «DOBBIAMO ESSERE I MIGLIORI ANCHE STAVOLTA, COME SEMPRE»

Carlos Passerini per il “Corriere della Sera

 

stefano pioli foto mezzelani gmt011 stefano pioli foto mezzelani gmt011

Un punto, un punto soltanto. Lo scudetto è così vicino che sembra di toccarlo. L'entusiasmo è alle stelle, il Milan e i suoi milioni di tifosi sparsi per il globo ora vogliono a tutti i costi quel tricolore che manca da undici anni, troppi, ma Stefano Pioli sa bene che non è ancora finita ed è ciò che va ripetendo da giorni ai suoi ragazzi, nella pace di Milanello, dove anche ieri erano in centinaia fuori dai cancelli per sostenere la squadra nell'ultimo assalto: quel punto bisogna ancora andarlo a prendere, stasera a Reggio Emilia, dove il suo Diavolo si troverà di fronte un Sassuolo giovane e sfrontato che venderà carissima la pelle, pur non avendo più reali obiettivi di classifica.

 

Giusto così. Il tecnico rossonero non ha mai vinto un titolo in carriera, ma sembra avere le idee chiare su ciò che il suo Diavolo deve e soprattutto non deve fare oggi al Mapei per scalare quell'ultimo centimetro che manca: «Basta fare ciò che sappiamo, senza pensare sia già fatta».

 

stefano pioli e simone inzaghi stefano pioli e simone inzaghi

I rossoneri hanno a disposizione due risultati su tre, sempre che l'Inter batta la Samp. Ma la verità è che puntare al pareggio sarebbe una pessima idea, soprattutto perché una delle certezze che questa stagione ha consegnato è che i piccoli diavoli, per tattica e mentalità, sanno giocare solo e soltanto per vincere.

 

stefano pioli con messias stefano pioli con messias

«Siamo stati i migliori sino ad oggi, dobbiamo esserlo anche all'ultima partita» ha messo in chiaro l'allenatore, che a Milano si sta trovando benissimo, fra la casa in zona Conciliazione e le passeggiate a CityLife e Porta Nuova, ma che per quei soliti scherzi del destino si troverà stasera a giocarsi la partita della vita a quaranta chilometri dalla sua Parma, dove tutto è cominciato.

 

stefano pioli stefano pioli

Sua madre vive ancora lì. «È lei a ricordarmi sempre che non ho mai vinto un trofeo» ha raccontato in un'intervista. Ci siamo, Stefano: oggi è il giorno buono.

 

Reggio Emilia, sempre per quella storia del destino, può essere la chiusura di un cerchio: è lì che nel luglio di due anni fa Pioli venne meritatamente riconfermato da Elliott dopo la strepitosa cavalcata post lockdown, quando il progetto Rangnick stava già prendendo forma, ed è lì che adesso c'è da scrivere il capitolo chiave del racconto.

 

milan inter milan inter

Non l'ultimo, perché la storia di Pioli al Milan è destinata a durare, non solo perché a novembre gli è stato rinnovato il contratto fino al 2023, ma perché anche RedBird - prossimo proprietario del club - è intenzionato a confermarlo.

 

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Oggi al Mapei potrebbero esserci Paul e Gordon Singer di Elliott. «Ho sempre dormito bene prima delle partite, mentre dopo ho sempre dormito poco. Domani sera mi auguro di dormire pochissimo» ha sorriso il Normal One, che dice di vedere i suoi ragazzi «tranquilli come sempre» e che per questo motivo non ha intenzione di cambiare strategie: niente discorsoni da film, niente pugni sul cuore, niente metafore belliche, che non è neanche il momento. Basta la classifica appesa ai muri di Milanello, basta il rito del pranzo collettivo.

 

milan inter 2 milan inter 2

Per il resto, motivazioni extra non servono: la possibilità di vincere lo scudetto più imprevisto di sempre, nonostante almeno due o tre squadre nettamente più attrezzate, basta e avanza.

 

In attacco partirà titolare Giroud, malgrado in settimana ci fosse un po' di preoccupazione: sta benissimo. Ibrahimovic è invece ancora a mezzo servizio, il ginocchio si gonfia, ma in questi giorni s'è confermato l'immenso leader che in due anni ha portato il Diavolo a un punto dallo scudetto. Anche ieri ha ribadito ai suoi giovani compagni come la pensa: «Se volete essere ricordati nella storia del Milan, questo è il momento».

 

2 - GRIGLIATA E GIORNI DI RIPOSO, INZAGHI NON CAMBIA LE REGOLE: «VEDIAMO COME VA A FINIRE»

Guido De Carolis per il “Corriere della Sera

 

Libertà. Di credere fino in fondo in uno scudetto sulla carta impossibile. Simone Inzaghi non ha mai smesso di inseguire il sogno, è stato il primo a coltivarlo da quando è arrivato all'Inter la scorsa estate, è l'ultimo ad arrendersi.

 

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«La squadra ha fatto una settimana come le altre, sappiamo che ci sono questi ultimi 90 minuti da giocare alla grande contro la Samp per non avere rimpianti, sapendo che non dipende da noi, ma dobbiamo fare 84 punti e poi vedremo quel che accadrà».

 

Una settimana come le altre in casa Inter, ma poi non tanto. Libertà è stata la parola chiave della stagione. A ogni intervista i giocatori rispondevano di sentirsi più liberi con Inzaghi rispetto a Conte, nel modo di giocare e vivere l'approccio alle partite.

 

Il tecnico non è mai stato un generale, ci ha sempre tenuto a rimarcare che si può vincere anche senza usare il pugno duro. La sua avventura nerazzurra l'ha impostata così, nel segno del dialogo.

 

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«Il paragone con Conte mi dà poco fastidio. Normale ci sia, ma non gli do peso. Il campo deve dare i giudizi. È una grandissima annata, indipendentemente da cosa succederà. La serata di gennaio per la Supercoppa e la vittoria della Coppa Italia fanno venire la pelle d'oca».

 

La settimana dell'ultima fatica non è stata diversa, due giorni di riposo, una grigliata ad Appiano, il discorso alla squadra: credeteci, ci sono già passato quando ero alla Lazio, ci davano tutti per spacciati e poi ci fu Perugia. La sintesi delle parole di un allenatore nato per dialogare.

 

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Gli resta l'ultimo grande salto da compiere: lo scudetto. Ha vinto coppe, il titolo però ti fa entrare in un circolo ristretto. Sarebbe uno choc e una svolta conquistarlo all'ultima giornata, nel modo più inatteso, il 22 maggio la data del Triplete di Mourinho.

 

A Inzaghi manca solo lo scudetto per dirsi davvero un vincente. «Come immagine della stagione sceglierei una foto a colori, non in bianco e nero come pensavano tutti all'inizio. Abbiamo vinto coppe, espresso gioco, siamo tornati agli ottavi di Champions. Ci stiamo giocando lo scudetto all'ultima giornata. So come eravamo partiti e quali erano gli obiettivi, sapevamo che l'anno non era semplice».

 

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Lo ha vissuto intensamente, a suo modo. Con il vice Farris, fido scudiero, sempre al fianco, un po' l'ha milanesizzato dopo i 21 anni passati a Roma con la Lazio. La moglie Gaia Lucariello, i figli più piccoli Lorenzo e Andrea (l'altro è Tommaso), sempre con lui al Parco Sempione, nei giorni di riposo. L'appartamento in centro, in Corso Garibaldi a Brera, gli amici di una vita, tra cui l'ex laziale e milanista Oddo.

 

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La vigilia della partita scudetto è così simile al suo avversario Stefano Pioli, un altro senza scudetti sul petto. Inzaghi è stato una rivelazione per l'Inter, la capacità di prendere una squadra orfana di due campioni come Hakimi e Lukaku, cui si è aggiunto l'addio di Eriksen, l'ha rimodellata nel gioco e nelle abitudini.

 

Il presidente Steven Zhang ne ha apprezzato il carattere senza spigoli, l'allineamento totale a proprietà e dirigenza. Gli è stato sempre vicino, anche ieri ad Appiano dove si è presentato per non far mancare il suo appoggio.

 

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L'Inter ripartirà da Inzaghi. La prossima settimana il primo rinnovo sarà il suo, insieme fino al 2024. Poi verranno gli altri, Handanovic e un ultimo tentativo si farà per Perisic: «Spero nella fumata bianca».

 

L'attesa di Inzaghi è tutta per vedere come va a finire. «Siamo andati oltre le aspettative, c'è ancora l'ultimo momento e voglio viverlo nel migliore dei modi». Con la libertà di crederci.

 

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