inzaghi allegri

ULTIMA CHIAMATA PER ALLEGRI E INZAGHI: NEL PROSSIMO TURNO IL PRIMO PUNTO DI SVOLTA DELLA STAGIONE! OLTRE ALLA SUPERSFIDA AL VERTICE TRA ATALANTA-NAPOLI E AL DERBY DI ROMA, C’E’ JUVE-INTER: IN QUESTO MOMENTO LA LORO DISTANZA DAL NAPOLI È DI 10 E 8 PUNTI - ALLEGRI NON HA ALTERNATIVE ALLA VITTORIA, PENA IL DEFINITIVO SLITTAMENTO DELL'OBIETTIVO STAGIONALE AL POSTO CHAMPIONS. E NEMMENO L'INTER HA GRANDI MARGINI…

Paolo Condò per “la Repubblica”

 

simone inzaghi e max allegri

La più imprevedibile delle stagioni si arricchisce di un nuovo capitolo, con la fuga decisa del Napoli in corrispondenza delle frenate altrettanto brutali di Milan e Lazio. Se la caduta casalinga della squadra di Sarri, perfetta la scorsa settimana nel difficile test di Bergamo, esce dal nulla (brava la Salernitana, che gioca sempre, ma la Lazio veniva da sei gare senza gol subiti), il Milan è arrivato alla trappola di Torino in debito di ossigeno.

La sua natura di squadra forte fa sì che in ogni partita, anche quelle peggio interpretate, riesca a procurarsi le occasioni per chiuderla.

 

Proprio in apertura Leao ha sbagliato due chance colossali, e lo spreco si è incrociato con l'assenza di Maignan, non nuova ma della quale il Milan si era accorto soltanto a Londra: passi per l'1-0 di Djidji, ma il raddoppio di Miranchuk chiama in causa Tatarusanu. Svagato davanti e dietro, il Milan paga così un down - mentale prima che fisico - frutto del periodo assai stressante: mercoledì si gioca la qualificazione agli ottavi di Champions, avrebbe avuto bisogno di un impegno nel quale investire il 70% delle energie.

torino milan juric

 

Non una trasferta a casa Toro, quindi, che finalmente spezza l'incantesimo delle grandi: Juric non ne aveva ancora battuta una. Interessante anche se mal riuscita la scelta di Pioli di provare una terapia d'urto sul dormiente De Ketelaere: ma il belga, lanciato in campo sullo 0-2 in una situazione obiettivamente disperata, è rimasto in sonno.

TORINO MILAN

 

Dopo che una giornata priva di scontri diretti ha prodotto sconquassi così pronunciati, aumenta la curiosità per il prossimo turno, che ne conterrà tre a partire dal duello al vertice di sabato fra il Napoli e quella che è tornata a essere la sua rivale meno lontana (ci sono 5 punti di distanza, parlare di vicinanza sarebbe improprio): l'Atalanta, riemersa con sicurezza a Empoli. Il posticipo di stasera della Roma, a Verona, finirà di armare il derby della capitale di domenica pomeriggio: entrambe vivranno giovedì un turno di coppa decisivo, la speranza è che lo approccino con la stessa (massima) determinazione.

 

torino milan

Infine, Juventus e Inter domenica sera si guarderanno occhi negli occhi: in questo momento la loro distanza dal Napoli è di 10 e 8 punti. Siamo dalle parti del massimo distacco concepibile per ipotizzare una rimonta da gennaio in poi. La Juve non ha alternative alla vittoria, pena il definitivo slittamento dell'obiettivo stagionale al posto Champions. E nemmeno l'Inter ha grandi margini, malgrado i due punti in più.

 

max allegri e simone inzaghi 2

Anzi, è proprio l'esiguità del suo vantaggio a farci capire come l'opposta percezione che abbiamo delle due squadre sia interamente dovuta alle campagne europee, dove l'Inter ha realizzato un'impresa da copertina mentre la Juve è crollata al di là di ogni alibi. Ma in campionato sono lì, reduci persino da mini- cicli apparentabili: quattro vittorie di fila l'Inter, tre la Juve. La caduta della Lazio ha addirittura consegnato ad Allegri il primato della miglior difesa, il che suona paradossale considerato quanto ha deluso fin qui: ciascuno dei 7 gol subiti ha contato, non ce n'è stato uno superfluo.

 

 

L'Inter attraversa il migliore momento della sua stagione perché la reazione di Inzaghi alla congiuntura di crisi è stata salda: ha puntato su Onana e Dimarco fino a trasformarli in titolari e, arretrando Çalhanoglu, ha trovato la soluzione all'assenza di Brozovic. Ora deve chiedersi quale dei due terzetti sia meglio assortito oppure scegliere di volta in volta: ma la bugia che gli allenatori dicono con la faccia più convincente è quella relativa alla gioia per i problemi di abbondanza. Anche Allegri sabato ha raccontato una balla, quella che per i giovani la maglia della Juve risulti più pesante: o meglio, in assoluto il concetto ci può stare, ma nel relativo di questa fase storica le cose stanno andando all'inverso. Sono i vecchi - alcuni sfiatati, altri mediocri - a soffrire la maglia gloriosa.

 

Tutti i ragazzi sono invece entrati benissimo, a Lisbona come a Lecce. Hanno firmato l'upgrade del ko col Benfica, hanno risolto la gara di campionato. Rimetterli in panchina non vorrebbe dire preservarli dal rischio di bruciarsi, ma proteggere un gruppo ingrigito da un ricambio che ormai è nelle cose.

INZAGHI ALLEGRI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”