marino bartoletti

LO VEDI, ECCO MARINO - "DALLA SCRISSE DI BASKET SUL MIO GIORNALINO: SOSTENEVA DI ESSERE STATO UN POTENZIALE GRANDE CESTISTA" – MARINO BARTOLETTI MEMORIES: “MIO NONNO FECE DA GUARDIA DEL CORPO AL GIOVANE BENITO MUSSOLINI QUANDO ERA ANCORA SOCIALISTA E LO SALVÒ DA UN COLPO DI SCIABOLA DI UN CARABINIERE A CAVALLO. PER TUTTA LA VITA RESTÒ CONVINTO DI AVER CAMBIATO LA STORIA D'ITALIA” – L'ARRESTO NEL 1981 DOPO UN BRASILE-ARGENTINA, FABIO FAZIO SCELTO COME CONDUTTORE DI ‘QUELLI CHE’ PER IL RIFIUTO DI FO, IL MATRIMONIO DI MARADONA E L’ANATEMA DEL MAGO OTELMA DOPO LA BOCCIATURA A SANREMO

Filippo Maria Battaglia per “La Stampa” - Estratti

 

marino bartoletti

Ha seguito da inviato dieci Olimpiadi e altrettanti Campionati del mondo di calcio, ma se gli si chiede di scegliere tra lo sport e Sanremo, Marino Bartoletti non ha dubbi: «Il Festival – risponde secco –. Peraltro ci sono un po'di cose in comune: in entrambi devi avere talento, in entrambi ti batti per un applauso e la vittoria all'Ariston è assimilabile a uno scudetto». E proprio a Sanremo è dedicato il suo nuovo romanzo Il festival degli dei (Gallucci), in uscita martedì, quinto di una saga in cui il «Grande Vecchio» (Enzo Ferrari) incontra nel «Luogo» (l'aldilà) sportivi, attori, giornalisti.

 

Stavolta tocca ai cantanti. Al Festival lei ha fatto anche il selezionatore.

«Due volte, l'ultima con Pippo Baudo, nel 2008. Arrivarono più di 300 testi, tra cui quello del mago Otelma. Dopo la bocciatura, lanciò un anatema. E in effetti quell'edizione non andò benissimo».

 

A chi deve la passione per la musica?

«A mio padre: suonava nelle prime orchestre del liscio romagnolo. Conservo ancora i suoi strumenti, sono tra le cose più importanti della mia vita».

 

Faceva il sarto, come sua madre.

marino bartoletti con idris

«Sì, grazie al loro lavoro la televisione arrivò a casa nel 1957.

Mamma era stanca di non saper cosa rispondere alle clienti che le chiedevano di confezionare il vestito indossato la sera prima da Nilla Pizzi».

 

(...)

 

Molta musica e molto sport. E a scuola?

«Feci lo Scientifico perché era il più vicino a casa, poi iniziai Medicina perché i miei ex compagni erano iscritti lì. Alla fine mi laureai in Legge, ma già dopo le prime lezioni andai a bussare al Resto del Carlino. E fondai un giornalino di pallacanestro».

 

Si chiamava Pressing.

«Facevo tutto: il direttore, l'inviato, il fotografo. Avevo anche una terza pagina. Chiesi un articolo a Luciano Bianciardi, che leggevo sul Guerin Sportivo: me ne scrisse uno, bellissimo, in cui chiamava la pallacanestro "palla al corbello"».

 

Ma è vero che per quel giornale scrisse anche Lucio Dalla?

maradona bartoletti

«Accettò a patto che non modificassi nulla. Sosteneva di essere stato un potenziale grande cestista, lui che era alto un metro e mezzo trattabile. Lo ringraziai, qualche mese dopo ci rincontrammo. "Come va il tuo giornalaccio? ", mi chiese. E io: "Non so se riesco a fare gli ultimi numeri, non ho i soldi". Dopo un concerto, decise di regalarmi l'incasso».

 

Grazie alla sua rivista conobbe anche il telecronista Aldo Giordani.

«Fu lui che mi invitò ad andare a Milano. Venni ammesso così al sacro soglio di Gianni Brera, allora alla guida del Guerin Sportivo».

 

Di cui lei 15 anni dopo sarebbe diventato il direttore. Come andò l'incontro?

«Era il giorno in cui compiva 52 anni: mi sembrò vecchissimo. Disse solo: "Tel chi" ("Eccolo qui", ndr), poi si rimise a scrivere sulla sua "Lettera 22"».

 

Poco dopo la portò al Giorno, per cui seguì i Mondiali del 1978 in Argentina.

gullit bartoletti maradona

«Una mattina, a Buenos Aires, mi chiamarono dalla reception dell'albergo: "C'è un commissario che vuole parlarle". Salii sulla macchina senza conoscere la destinazione. Iniziai a spazientirmi, mi risposero: "L'aspetta Venusta Mussolini"».

 

Mussolini?

«Era la cugina di primo grado di mio nonno Armando, trasferitasi lì nel dopoguerra. La famiglia di mio padre era originaria di Predappio, mio nonno fece da guardia del corpo al giovane Benito quando era ancora socialista, poi gli tolse il saluto. Prima però, nel 1911, lo salvò da un colpo di sciabola di un carabiniere a cavallo. Si tagliò il tendine della mano e per tutta la vita restò convinto di aver cambiato la storia d'Italia».

 

A proposito di Sud America: ci tornò per il Mundialito del 1981 e la arrestarono.

«Dopo un Brasile-Argentina finito a scazzottate. Venne colpito un tenente dell'esercito: pensando che fossi stato io, mi diede uno spintone. Da sangue romagnolo, ricambiai. Mi liberarono solo dopo l'intervento dell'ambasciata».

MARADONA LA MOGLIE MARINO BARTOLETTI GIANNI MINA

 

In quella partita segnò anche Maradona. È lì che lo vide la prima volta?

«No, lo conobbi al raduno dell'Argentina al Mondiale di tre anni prima. Diego non aveva ancora 18 anni e, anche se non convocato, era aggregato. Di lì nacque una bella amicizia».

 

È stato l'unico giornalista invitato al suo matrimonio insieme a Gianni Minà.

«Nel 1989. C'era il gotha della politica, della finanza, dello spettacolo. E poi c'era un tavolo con una dozzina di ragazzi, vestiti dimessi. Erano i suoi compagni d'infanzia, sopravvissuti all'inferno della sua terra, Villa Fiorito».

 

Negli stessi mesi fondò la redazione sportiva di Mediaset. Il talento che ricorda con più affetto?

«Alberto D'Aguanno, se ne è andato troppo presto. Ma il ricordo più divertente di un'assunzione riguarda Guido Meda. Stava facendo il militare e si presentò vestito da ufficiale di cavalleria, con tanto di stivaloni».

 

Poi tornò in Rai. Come nacque l'idea di "Quelli che il calcio"?

marino bartoletti idris fabio fazio

«Sin da piccolo io non ascoltavo la radio: la guardavo, e grazie a quelle parole vedevo partite bellissime. Per questo ero convinto che Tutto il calcio minuto per minuto potesse diventare anche una trasmissione tv. Nel 1993 incrociai l'allora direttore di Rai3, Angelo Guglielmi, e gli diedi due cartelle con l'idea del programma».

E lui?

«Mi disse: "Non capisco molto di questa cosa, basta che facciamo più del 3%". Ritagliai per me e Carlo Sassi il ruolo di playmaker, il problema è che mancava il frontman».

 

Pensaste subito a Fabio Fazio?

BARTOLETTI VIALLI

«Prima chiamammo Gianni Morandi, Andrea Mingardi, Gaspare e Zuzzurro. Tutti dicevano di no, poi spuntò il nome di Fabio. Un suo rivale, per paura che lo facessero fare a lui, propose Dario Fo».

 

E come andò?

«Partimmo per Spoleto, dove recitava "Mistero buffo". Ci ascoltò. Poi, dopo una lunga attesa, Franca Rame disse: "Il mio Dario, una stronzata così, non la farà mai". Alla fine, Guglielmi accettò Fazio».

 

Jannacci si convinse subito a riadattare la canzone "Quelli che" per la sigla?

MARINO BARTOLETTI

«Sì, ma a pochi giorni dall'inizio non avevamo ancora il nastro. Lo sollecitammo, ci disse: "È in portineria". Scoprimmo che a casa sua non c'era né il nastro né la portineria. Ogni settimana quella sigla sarebbe stata montata in modo diverso da quel genio di Paolo Beldì».

marino bartolettimarino bartoletti 1marino bartoletti 1BARTOLETTI QUELLI CHEguccini bartoletti sarrimarino bartoletti 5volpi pizzul bartoletti de laurentiisbartoletti pantanibartoletti maradonabartoletti faziobeppe viola marino bartoletti

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...