banfi l'allenatore nel pallone

IL VERO ROMANZO DELL’ESTATE? IL CALCIOMERCATO – DAGLI INCONTRI TRA L’AVVOCATO E ACHILLE LAURO SU UNO YACHT A CAPRI PER DISCUTERE DELLA CESSIONE DI SIVORI AI CEFFONI DI ANCONETANI A FERLAINO, QUELLO DELLA CAMPAGNA ACQUISTI ESTIVA È UN PALCOSCENICO SUL QUALE SI ESIBISCONO TUTTE LE VARIETA’ UMANE: PRINCIPI (RAIMONDO LANZA DI TRABIA), CANAGLIE, CAPITANI D’INDUSTRIA, SPIE – LE MINACCE DI RAPIMENTO DI SAVOLDI E IL CONTRATTO DI RIJKAARD NASCOSTO NELLE MUTANDE DI BRAIDA… - VIDEO STRACULT

Andrea Schianchi per Sportweek-la Gazzetta dello Sport

 

trapattoni gianni agnelli

Principi e capitani d’industria, comandanti e semplic iparvenu, ricchissime canaglie e poveracci che giocano a fare i potenti: il mondo del calciomercato è da sempre un gigantesco palcoscenico sul quale si esibiscono tutte le varietà umane,n essuna esclusa,perdar vita a un avvincente romanzo d’avventura.

 

agnelli il documentario hbo 5

Perché in esso,proprio come nelle pagine di Robinson Crusoe, c’è la commedia e c’è la tragedia (entrambe opportunamente dosate), ci sono i soldi (tanti, il motore ditutto), c’è l’inganno e c’è l’astuzia, e alla fine, a seguire bene la trama, si scopre anche il colpevole. Sul finire del 1930, per esempio, le squadre italiane cercano l’affare al di là dell’oceano. La Juventus della famiglia Agnelli mette gli occhi su un veloce ala destra brasiliana: Pedro Sernagiotto, detto Ministrinho, cioè “piccolo ministro”, per la bassa statura. Gioca nella Palestra Italia, non ancora Palmeiras, e i dirigenti bianconeri si accordano con i colleghi di San Paolo per il trasferimento. Tutto fatto, il prezzo è giusto (20 mila lire) e Sernagiotto s’imbarca su un transatlantico con destinazione Italia.

RAIMONDO LANZA DI TRABIA

 

Durante il viaggio, però, due emissari del Genoa, loschi figuri, avvicinano Sernagiotto, gli parlano del Grifone e lo convincono a firmare un contratto. Così, quando sbarca proprio al porto di Genova, i dirigenti della Juve scoprono l’inganno. Sernagiotto è formalmente bianconero ma, poiché si è legato anche al Genoa con quella firma inaltomareviene squalificatoper un anno dalla Federcalcio.

 

foto guardian spogliatoi roberto baggio gianni agnelli

Pochi anni dopo per un giocatore nasce addirittura un caso di Stato. Il12 settembre 1935 il caporal maggiore Annibale Frossi,fante della Gran Sasso, è sullamotonave Saturnia nel porto di Napoli: mancano poche ore alla partenza per l’AfricaOrientale.Adelchi Serena, reggente del Partito Nazionale Fascista, ordina: «Il caporal maggioreFrossiAnnibaledeve scendere».

 

E di persona spiega all’incredulo soldatino che, anziché andare a combattere inEtiopia, giocherà nella squadra dell’Aquila che l’aquilano Serena vuole portare a una trionfale promozione. La Serie A, per il gerarca Serena, sarebbe ciò che l’Impero è per ilDuce: gli andràmale,nonostante l’ingaggio del soldato Frossi per il quale al Padova (società di appartenenza) non viene versata una lira.

ACHILLE LAURO

 

RAIMONDO LANZA DI TRABIA

D’altronde, è un affare di Stato. Nel Dopoguerra il calciomercato diventa la vetrina delle vanità e l’Hotel Gallia di Milano, a due passi dalla Stazione Centrale, il centro attorno a cui ruota tutto l’universo del pallone. Tre sonoipersonaggi chemanovrano le scene: il principe Raimondo Lanza di Trabia, proprietario del Palermo; Paolo Mazza, presidente della Spal; e Gipo Viani, allenatore e poi direttore sportivo, che tutti chiamano lo Sceriffo per i modi sbrigativi e per una certa somiglianza con JohnWayne.Il Principe ama ricevere i dirigenti delle squadre rivali in una suite all’ultimo piano del Gallia: li accoglie in vestaglia e li liquida in pochi minuti. Ama la vita,lo champagne e le donne. Ha sposato l’attrice Olga Villi alla quale, dicono i maligni, ha voluto fare un regalo speciale: il mediano Fuin, bravo giocatore che, senonfunzion a nel Palermo, può sempre palleggiare nel giardino della sua villa.

 

ACHILLE LAURO GIOVANNI LEONE

LO SCERIFFO E IL COMANDANTE Lo Sceriffo è tanto furbo al tavolo da poker quanto durante le trattative. Si sussurra che, nella sua azienda agricola a Nervesa della Battaglia, faccia marchiare le mucche con il nome dei giocatori venduti. Mazza usa la furbizia contadina per non cadere nelle trappole del mercato e per non farsi troppo abbagliare da quel mondo di milionari. Una volta, però, anche lui se la vede brutta. Estate del1953, deve cedere il portiere Ottavio Bugatti al Napoli del Comandante Achille Lauro.I due si accordano sul prezzo: 55 milioni di lire.

 

Ma Lauro non stacca l’assegno: semplicemente scrive «pagare 55 milioni» su un pacchetto di sigarette Turmac e lo consegna a Mazza. «Non ti preoccupare, domani vai in banca e incassi. Mi conoscono...». Mazza passa una notte da incubo, la mattina presto si sveglia, corre agli sportelli della Banca Commerciale e lì scopre che la firma di Achille Lauro, anche se fatta su un pacchetto di sigarette, vale quanto una cambiale: soldi incassati.

ACHILLE LAURO SIVORI

 

L’ASTUZIA DELL’AVVOCATO C’è sempre Achille Lauro al centro del palcoscenico nell’estate del 1965. La Juve deve liberarsi di Omar Sivori perché l’allenatore Heriberto Herrera non lo vuole vedere. E così l’avvocato Agnelli, che aveva definito Sivori «un vizio», si convince a trattare la cessione di uno dei suoi campioni preferiti. Per discutere del passaggio del Cabezon al Napoli l’Avvocato sceglie una location alla moda: l’alto mare al largo di Capri. Qui, su uno yacht, parla con Achille Lauro e raggiunge un’intesa sulla base di 90 milioni di lire. Ma siccome vendere Sivori, per lui, è come privarsi di un’opera d’arte, alza la posta, gioca d’azzardo, finge di voler trattenere l’argentino. Lauro abbocca emette sulpiatto anche l’acquisto di due motori  Fiat per la sua flotta navale. A quel punto, ottenuto ciò che vuole, l’Avvocato dice sì.

elliott dunga anconetani

 

Il primo ad avere un’autentica rete di osservatori e informatori, tirapiedi e portaborse, è Italo Allodi.Costruisce il Mantova di Mondino Fabbri, soprannominato il Piccolo Brasile, è l’architetto della Grande Inter diMoratti e della Juve che negli Anni 70 domina la scena italiana. Nell’estate del 1967, però, anche lui deve inchinarsi alla furbizia di un collega più astuto: Gioacchino Lauro, presidente delNapoli.

 

Allodi,per contodell’Inter, sta trattando l’acquisto di Dino Zoff dalMantova e duella colMilan.Mancanopochiminuti alla finedel calciomercato, la folla dei tifosi riempie il piazzale davanti al Gallia, è ormai mezzanotte e nessun acquisto viene annunciato: allora Zoff rimane al Mantova? Cinque minuti dopo, sventolando una raccomandata spedita poco prima e alzando un calice di champagne verso l’esterrefatto Allodi, Lauro fa sapere che Zoff giocherà nel Napoli. Mentre Inter e Milan litigavano, lui ha piazzato il colpo.

 

romeo anconetani pisa cesena

LO SCAMBIO DI PERSONA Nel 1973 il romanzo si fa violento. Corrado Ferlaino vuole a tutti i costi il centravanti Giorgio Braglia della Fiorentina e riesce a concludere l’acquisto. In quel periodo, però, i giocatori sono gestiti, diciamo così, da mediatori e furbacchioni che sulle loro spalle sifanno i soldi. Uno di questi è Romeo Anconetani, non ancora presidentedel  Pisa. Saputodelpassaggio di Braglia al Napoli, si precipita furibondo verso Ferlaino e gli molla tre ceffoni gridando: «Braglia è mio, tu non  devi  permettertidi  trattare imiei giocatori!».

 

Ferlaino incassa e sale in camera, Anconetani si siede su un divano a sbollire. Un suo collaboratore si avvicina e chiede: «Perché ti sei arrabbiato con Ferlaino?». «Ha preso Braglia, che è nostro. Non può farlo!». E il collaboratore: «Braglia? Ma noi non abbiamo nessun Braglia. Forse ti sei confuso con Braida...». Anconetani sbianca, si fa dare carta e penna dal portiere dell’albergo e scrive le sue scuse aFerlaino pregando che gli vengano recapitate immediatamente.

romeo anconetani pisa cesena 1

 

TANTI SOLDI PER SAVOLDI A metà anni Settanta l’Italia è in ginocchio: crisi economica, proteste di piazza, rapimenti, omicidi. Sono gli anni di piombo, eppure l’allegromondo del calcio sembra non accorgersi di nulla: spende e spande come se nulla fosse. E si arriva a toccare l’apice del paradosso quando il Napoli acquista dal Bologna il centravanti Beppe Savoldi, valutato 2 miliardi di lire: è il colpo più costoso del mercato, se ne parla anche all’estero. Il presidente partenopeo Ferlaino e quello degli emilianiLucianoConti si trovano per siglare l’accordo, ma qualcosa s’inceppa. «Ecco qui la cifra. Firmi?» domanda Ferlaino. «Non ho gli occhiali» si giustifica Conti e, grazie a quella banale scusa, prende tempo. Il fatto è che gli sono arrivate minacce pesanti: «Se vendi Savoldi, rapiamo tutta la tua famiglia».

 

ferlaino maradona

Solo dopo aver ottenuto dalla Questuraun’adeguata protezioneConti si convince a cedere (e a incassare). Tre anni più tardi, maggio 1978, entrano in azione gli agenti dei servizi segreti.Non quelli veri, ma quelli del calciomercato:i solitiinformatori, che a volte millantano e a volte dicono la verità.C’è in ballo la comproprietà di Paolo Rossi tra il Vicenza e la Juve: il nuovo che avanza sfida il vecchio potere.Unaspia,rimastasemprenell’ombra, la sera prima di scrivere la cifra dentro la busta sigillatadalla ceralacca,telefona aGiussiFarina,presidente del Vicenza, e gli dice: «Scrivi due miliardi e 600 milioni, la Juve mette due miliardi e mezzo». Farina esagera e scrive 2 miliardi, 612 milioni e 510 mila lire. Solo quando aprono la busta della Juve, e la cifra è 875 milioni, Farina ha il sospetto di essere stato fregato.Che la spia fosse juventina?

ferlaino maradona

 

TRE FATTORINI GHANESI Quando, nel 1980, riaprono le frontiere, la pacchia, se possibile, aumenta.Giocatori che,inpochigiorni,viaggiano da una parte all’altra del mondo, magari dopo una breve sosta inunPaese terzoper risolverequalche problemino fiscale. Tutto legale, per carità.Il maestro di queste operazioni è Luciano Moggi. Anche se non sempre gli va bene: nel 1982, da d.s. del Torino, acquista Safet Susic che però ha già firmato con l’Inter e l’affare salta.Nel1994, da d.g. della Juve, tenta il colpo con Luis Figo.Il Parma si è accordato con il giocatore, allora Moggi va direttamente allo Sporting Lisbona e conclude l’affare conil club portoghese.

 

La Uefa decreta che entrambi i contratti sono validi e vieta aFigoditrasferirsiinItaliaper almeno due anni. Nel 1992, per conto del Torino di Gian Mauro Borsano,Moggi fa spese in Ghana. Acquista tre minorenni: Gargo, Kuffour e Duah. Le regole impediscono l’affare e lui aggira l’ostacolo:fa assumere i ragazzi come fattorini dell’azienda di Borsano inattesa che le acque si calmino. Gli007federalipescanoifurbetti con lemaninellamarmellata e annullano l’operazione.Vameglio,moltomeglio, ad Adriano Galliani e Ariedo Braida che nel 1988 volano a Lisbona per acquistare Frank Rijkaard.

 

braida e galliani

Una volta firmato l’accordo, si accorgono che davanti alla sede dello Sporting si è radunata una folla che non pare avere buone intenzioni: contesta la cessione dell’olandese e agita i bastoni Nel 1988, dopo aver chiuso per Rijkaard al Milan, devono quasi scappare dalla sede dello Sporting Lisbona. E Braida addirittura s’infila il contratto firmato dentro le mutande. delle bandiere. Così i due chiedono gentilmente dove siaun’uscita secondaria e, prima di imboccarla, Braida compie il gesto decisivo: infila il contrattodiRjikaardappena firmatonelle mutande, «così è al sicuro». E poi via all’aeroporto prima che i portoghesi ci ripensino.

 

 

BANFI L'ALLENATORE NEL PALLONE

 

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO