vettel 3

VETTEL NON LASCIA, RADDOPPIA: "NON SMETTO, DEVO VINCERE IN FERRARI" (CIAO CORE!) – IL PILOTA DELLA ROSSA, 4 VOLTE CAMPIONE DEL MONDO IN F1, SMENTISCE LE VOCI DI RITIRO: "IL TEAM È LIBERO DI CACCIARMI QUANDO VUOLE PERÒ IO SONO CONTENTO DELLA FERRARI. IL CAMPIONATO E’ ANCORA LUNGO MA LA MERCEDES E’ PIU’ FORTE" – E POI HAMILTON, MARCHIONNE, LECLERC E SCHUMACHER PADRE E FIGLIO…

vettel

Stefano Mancini per “la Stampa”

 

Primo, smettetela di dire che si ritira. «Ho una missione: vincere con la Ferrari». Sebastian Vettel giura fedeltà alla causa. I malumori, l' aria scocciata, la delusione per i risultati avevano insinuato il sospetto che la sua carriera, dopo quattro Mondiali vinti in gioventù, fosse a un capolinea.

 

«Falso, non ho mai detto nulla del genere» si racconta dalle rinnovate terrazze vip del circuito di Montreal, due piani sopra i box. Le è piaciuto il restyling dell' autodromo? «Mi piacevano di più i tendoni, perché sembrava di essere in campeggio». Se non gliel' hanno scritta, è una battuta perfetta per alimentare il dualismo con un Lewis Hamilton sempre più incollanato, tatuato, cool. Mentre uno frequenta i migliori party di Manhattan, l' altro pensa ai picchetti per montare una canadese.

 

vettel 3

Che cos' è questa storia di un suo addio a fine stagione?

«Posso ritirarmi quando mi pare, così come il team è libero di cacciarmi quando vuole.

Però io sono contento della Ferrari e spero che la Ferrari sia soddisfatta di me. Ho fame di successi».

 

Dove trova la motivazione, anno dopo anno?

«Penso a vincere con questa macchina rossa».

 

Solo questo?

«Le pare poco?».

Diciamo che a volte non sembra entusiasta.

«Non so chi lo dica, ma non mi sembra corretto giudicare una persona se non la si conosce da vicino. Se scendo dalla macchina senza aver trovato il giusto feeling alla guida, probabilmente sembrerò scontento. Se finisco una gara senza raggiungere il risultato che meritavo, di nuovo non sarò felice. Quest' anno non ne ho ancora vinta una, l' obiettivo alla fine è sempre quello: se lo fallisci, ci sarà qualcuno che sorride più di te».

hamilton bottas vettel

 

Il primo giorno di test in Spagna lei lo definì quasi perfetto. Che cosa è successo da lì in avanti?

«Le condizioni erano diverse, il clima più freddo. Conosco bene il circuito di Montmelò e ho dei riferimenti precisi in testa: la macchina rispondeva benissimo. A Melbourne, abbiamo cominciato a faticare. Abbiamo capito i punti deboli della macchina, la sfida è correggerli per migliorare. Inutile girarci intorno: abbiamo tre gare per tornare a battere la Mercedes. L' arbitro del nostro lavoro sarà il cronometro».

 

Essere in ritardo in classifica porta a correre più rischi?

«Dipende. Rischi ne prendo sempre quando cerco di spremere il massimo dal mezzo che guido. La Mercedes è più forte, dobbiamo capire come mai, però non è certo sufficiente un copiaincolla o una mano di vernice grigia per diventare altrettanto veloci».

vettel

 

Ha senso pensare ancora al campionato?

«Il campionato è lungo, io ora penso al Gp del Canada».

Avrà pure un obiettivo più a lungo termine.

«Sogno sempre di vincere il titolo, è il motivo per cui sono qui. Ma non è questo l' aspetto rilevante: il primo passo è ottimizzare i risultati di ogni gara. Esistono aree in cui siamo deboli e su cui stiamo lavorando».

 

Il circuito di Montreal è favorevole alla Ferrari?

«Come tracciato sì, esalta alcuni nostri punti di forza, ma l' asfalto è molto liscio: questo rende più difficile scaldare le gomme. Mi aspetto comunque un buon fine settimana».

 

Che cosa chiede alla Ferrari?

E la squadra che cosa si aspetta da lei?

«Non c' è bisogno di fare domande, sappiamo che cosa aspettarci l' uno dall' altra: il massimo».

Marchionne disse che Vettel è un pilota tedesco con un carattere latino.

vettel

«Il passaporto è una cosa, il carattere un altro, su questo sono d' accordo. Le emozioni sono parte della vita quando fai qualcosa che ti appassiona. Se non amassi il mio lavoro, non vedreste reazioni. Invece, se le cose vanno male mi arrabbio parecchio».

 

Leclerc le ricorda un po' il Vettel al debutto in Red Bull?

«No. Non è corretto fare confronti, perché ogni persona è diversa».

 

Dei suoi 8 compagni di squadra, quale è stato il più difficile da battere?

«Di nuovo, non è un discorso corretto. In Formula 1 hai sempre compagni competitivi, con caratteristiche e qualità diverse».

 

Come ha reagito alle critiche ricevute nel 2018?

vettel

«Dipende da chi critica. Chi ti sta vicino conosce le cose, ma gli altri? Se uno ti incrocia in aeroporto e ti dice che i tuoi occhiali sono orribili, chissenefrega».

 

A che punto della carriera ha deciso di salire in Ferrari?

«Quando ero bambino facevo il tifo per Schumacher e la F1 era un sogno così bello e lontano che ancora non pensavo a realizzarlo. Quando ho debuttato non avevo nessuna ambizione, perché già ero entusiasta dell' ambiente in cui mi trovavo. La Red Bull mi ha dato la possibilità di entrare in F1, di cominciare questo viaggio incredibile, di vincere gare e poi campionati. Nel 2014 ho capito che c' era di più e ho sentito che era il momento di cambiare».

 

Qual è il suo ultimo ricordo di Schumacher in pista?

vettel

(lunga pausa) «Quando ho gareggiato con lui è stato speciale. Però sono stati momenti che non ho apprezzato abbastanza. Solo quando perdi una cosa ti rendi conto del suo valore. Continuo a pregare per lui: è un amico dopo essere stato un idolo. Suo figlio Mick cresce molto bene, ha i valori giusti. La tristezza è che il padre non possa essere qui a vederlo: ne sarebbe orgoglioso».

vettelvettelmonza incidente vettel hamilton 3vettel 4SCHUMACHER E LA MOGLIE CORINNAil debutto di mick schumacher in bahrein 4mick schumacheril debutto di mick schumacher in bahrein 10leclercvettel 1vettelvettel 6vettel hamiltonvettelvettelvettelmonza incidente vettel hamilton 1hamilton vettelvettelvettel stewarthamilton vettelvettel

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…