giuseppe conte beppe grillo

VOLANO GLI STRACCI NEL M5S! GRILLO IN UNA LETTERA SFANCULA CONTE: "VALUTO DI SOTTOPORRE LE TUE MINACCE AGLI ORGANI DEL MOVIMENTO. E' IN CORSO UN TENTATIVO DI DEMOLIRE I PRESIDI DEMOCRATICI DEI 5 STELLE" – CECCARELLI: “GIÀ QUANDO PEPPINIELLO È DIVENTATO CAPO, IL FONDATORE C’ERA RIMASTO MALE. GRILLO MISE SUBITO ADDOSSO A CONTE ROCCO CASALINO, CHE LO TELEGUIDAVA COME UN BURATTINO, ANCHE CON SUCCESSO. L’UOMO FORTE NEL QUALE 'L’ELEVATO' AVEVA RIPOSTO LE SUE ASPETTATIVE ERA IN REALTÀ IL GIOVANISSIMO GIGINO DI MAIO” - IL MISTERIOSO CONTRATTONE DA 300 MILA EURO L’ANNO A GRILLO

GIUSEPPE CONTE VS BEPPE GRILLO

(ANSA)  "Accusarmi di una visione padronale del movimento non è altro che lo specchio delle intenzioni di altri. Al contrario, ribadire l'importanza di certe regole equivale a difenderne i suoi valori democratici". Lo scrive Beppe Grillo in una lettera a Giuseppe Conte pubblicata sul Foglio.

 

"Le ragioni per cui è in corso un tentativo di demolire i presidi democratici del movimento sono peraltro ben note, e non rispondono certo ai suoi valori democratici, ma agli interessi di pochi", continua la missiva in cui Grillo chiosa: "Mi riservo di valutare il da farsi, eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti" del M5s.

 

LOTTA CONTINUA TRA GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO - MEME BY EDOARDO BARALDI

"Caro Giuseppe, mi scrivi accusandomi per l'ennesima volta - dopo averlo fatto più volte pubblicamente - di avere una visione padronale del movimento e contraria suoi valori democratici.

 

La verità è che, al contrario, ho sempre inteso tutelare i valori democratici su cui il movimento è stato fondato. Dunque, se proprio vogliamo parlare di atteggiamenti contrari ai valori democratici del movimento, questi sono da trovare nelle manovre striscianti con cui si sta tentando di demolirne i presidi, invocando ipocritamente un presunto processo democratico, che, come sai bene (ma fingi di non sapere) non può prescinderne", inizia la lettera.

GIUSEPPE CONTE VS BEPPE GRILLO - MEME IL GIORNALONE - LA STAMPA

 

"Vorrei però tenermi alla larga dal girone in cui alcuni di voi sembrano essere sprofondati, per condurvi lungo la natural burella e farvi rivedere le nostre prime stelle, partendo dagli inizi del movimento, che nasce innanzitutto per realizzare una democrazia più autentica e vicina ai cittadini", continua.

 

"In un mio post recente ho ricordato che Gianroberto e io abbiamo voluto prevenire i rischi delle altre forze politiche, che tendevano a sclerotizzarsi e alienarsi dai cittadini. Il limite del doppio mandato nasce proprio dalla volontà di prevenire questi rischi.

 

Dunque, sostenere che l'insindacabilità di certe regole sia incompatibile con i valori democratici del movimento è non solo un ovvio controsenso, ma è addirittura un ribaltamento della realtà, che rivela, viceversa, le reali intenzioni di chi invece vorrebbe metterle in discussione.

 

Sicché, accusarmi di una visione padronale del movimento non è altro che lo specchio delle intenzioni di altri. Al contrario, ribadire l'importanza di certe regole equivale a difenderne i suoi valori democratici. Tant'è vero che nessun'altro fondatore di una forza politica ha mai avuto il coraggio, l'altruismo e la fantasia di non porsi al suo vertice, ma solo di ritagliarsi un ruolo di garanzia, come abbiamo fatto Gianroberto e io".

 

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE

"Concludo rispondendo alla tua minaccia di sospendere gli impegni assunti dal movimento nei miei confronti, questa sì indegnamente strumentale e indebita, essendo essi strettamente legati alle funzioni che ho svolto e continuo svolgere per il movimento.

 

Nella mia qualità di "elevato" mi astengo dal scendere così in basso rispondendo a tono, ma mi limito a osservare che gli impegni di manleva sarebbero comunque dovuti, a prescindere da un impegno contrattuale in tal senso, mentre i miei "compensi" - che in realtà, come sai, coprono anche i costi d'ufficio della funzione che svolgo per il movimento - sono non solo congrui per la mia funzione e i relativi costi, ma lo sono a maggior ragione nel momento in cui è in corso un tentativo di stravolgere l'identità e i valori del movimento", prosegue il garante che conclude invitando Conte "piuttosto, a rispondere quanto prima alle mie richieste di chiarimenti sul processo che porterà alla assemblea 'costituente' del prossimo ottobre".

conte e beppe grillo a roma alla manifestazione del m5s

 

GRILLO-CONTE

Filippo Ceccarelli per la Repubblica – Estratti - https://www.repubblica.it/politica/2024/09/17/news/grillo_elevato_conte_scontro_m5s-423504412/

 

 

C’eravamo tanto amati, ma forse no. Grillo e Conte, il Fondatore e il Successore, più che amati si erano finora tollerati, e poi affidati e insieme diffidati, a tratti ignorati, quindi sbeffeggiati e minacciati anche, lungo una gamma di sentimenti che bene o male rendono il senso delle relazioni politiche in tempi poveri di ideali e progetti.

 

correnti nel m5s

C’eravamo tanto amati, dunque, e magari ultimamente addirittura odiati, ma alla fine arriva il giorno in cui i rattoppi, i patti e i contratti non reggono più, la litigata divampa e l’edificio crolla: è destino delle comunità carismatiche,

 

(...) il Movimento cinque stelle non è stato solo carismatico, ma anche e debitamente messianico e a suo modo perfino apocalittico assegnando a se stesso una sorta di onnipotenza, sognandosi al centro di scenari arditi, prefigurando una salvezza universale.

 

Conte Grillo

(...) Poi, più prosaicamente, le elezioni del 2018 incoronarono il M5S primo partito e spuntò fuori – non si è mai capito bene da dove - l’Avvocato del Popolo dal bel ciuffo e dall’eloquio democristoide. Subito Grillo gli mise addosso Rocco Casalino, che molto a suo modo sapeva il fatto suo e che, detto in parole povere, lo teleguidava come un burattino, anche con successo.

 

L’uomo forte nel quale il Fondatore aveva riposto le sue aspettative era in realtà il giovanissimo Gigino Di Maio, cui un po’ le contingenze e molto le convenienze avevano dato poteri mostruosi. Conte lo sapeva benissimo, ma da Palazzo Chigi si ritagliò un ruolo “istituzionale” (...9

conte grillo

 

(...)

Seguirono sviluppi che non resteranno nell’albo d’oro della storia politica, ma trovano sintomatica sintesi in una foto dei due attorno a un tavolo – da pranzo, ma in quel caso senza vivande - al mare.

 

Era il classico compromesso. Il carisma, infatti, non è eterno e tra scontrini, espulsioni, avvocati, doppi mandati e personaggi pazzeschi il fideismo messianico da un bel pezzo era andato a farsi benedire. Ma è comprensibile e anche umano che l’Elevato continuasse a voler buttare un occhiuto sguardo su quelle vicende come chi nel bene e nel male aveva dato vita a quella creatura allo sbando.

 

conte e beppe grillo a roma alla manifestazione del m5s

Al posto dell’immateriale ecco allora che Conte, ben consapevole di quanto Grillo fosse simile alla figura di Arpagone, l’Avaro di Moliere, offrì al Fondatore, in qualità di “innovation hunter”, cacciatore di novità sul piano della comunicazione, la concretissima materialità di un misterioso contrattone da 300 mila bombi l’anno.

 

Al che il perfido Gigino osservò che Grillo aveva “300 mila buone ragioni” per smettere di fare troppo lo schizzinoso rispetto a Conte che gli stava “portando via l’argenteria”. Siccome siamo tutti esseri imperfetti, se ne può dedurre che così vanno a finire le vicende carismatiche. Uno da una parte, uno dall’altra; in mezzo resta un triste ricordo – se mai qualcuno abbia tempo e voglia di tenerlo a mente.

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE Conte Grilloconte e beppe grillo a roma alla manifestazione del m5s conte grillo di maioBEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE 3

GIUSEPPE CONTE VS BEPPE GRILLO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…