tennis tra i balconi

UNA VOLÉE IN FACCIA AL CORONAVIRUS - IN LIGURIA DUE GIOVANI ATLETE GIOCANO A TENNIS TRA I BALCONI - NATO NELL'EGITTO DI RAMSES III, IL LOGGIATO È DIVENTATO UNA RIBALTA: DA GIULIETTA E ROMEO A MUSSOLINI FINO AD OGGI. AI TEMPI DEL COVID, IL BALCONE E’ UN PALCOSCENICO SENZA SIPARIO: SI CANTA, SI BALLA, CI SI STENDE AL SOLE. E C'E' ANCHE CHI, PER NOIA O PER DILETTO, SCOPRE DI AVERE IL POLLICE VERDE… - VIDEO

 

Caterina Maniaci per Libero Quotidiano

 

tennis tra i balconi

Dal balcone Giulietta salutava il suo Romeo, in quel di Verona. Peccato che non fosse autentico, come tutta la storia che non ha precisi riscontri - e del resto al tempo in cui Shakespeare scriveva la sua commedia, sembra che in Inghilterra il balcone fosse del tutto sconosciuto, dato che il clima inclemente non lo contemplava - ma i veronesi sono riusciti a farne un' icona amata in tutto il mondo e capace di attirare milioni di turisti.

 

Da un balcone Mussolini ha proclamato l' entrata in guerra dell' Italia nel 1940 e sempre da un balcone, anche se più esattamente si tratta di un loggiato, si affaccia il nuovo Pontefice appena eletto, dopo il Conclave.

 

tennis tra i balconi

Questo angolo della casa, che, ammettiamolo, abbiamo spesso ignorato, lasciandolo agli appassionati di giardinaggio o ai fanatici del sole a tutti i costi, ora più che mai appare alla ribalta. Anzi, diventa la ribalta.

 

Dai balconi, nelle prime settimane di reclusione forzata, si è ballato e cantato, si sono organizzati aperitivi e incontri galanti, poi, mano a mano, la voglia di cantare e ballare è andata scemando, ma i balconi lentamente si stanno trasformando in micro stabilimenti balneari: si tirano fuori sdraio e asciugamani, ci si stende al sole in ciabattine e costume, si fa finta, insomma, di essere già in vacanza.

 

In realtà si rimane sempre nel solito balcone, che ora appare come un dono del cielo, trasformato in luogo da cui continuare a guardare il mondo, sia pure da lontano.

 

balcone ramses III

Così nasce spontaneo chiedersi chi ha avuto l' idea impagabile di far nascere questo spazio che tanta parte ha avuto nella storia, nell' arte e nella vita sociale. Bisogna andare indietro nel tempo, fino al 1218 a.C., sulle rive del Nilo. Regna il faraone Ramses III, illuminato e amante delle cose belle. A Luxor ha creato un palazzo meraviglioso, con una innovazione particolare: ha una sporgenza verso l' esterno al centro della facciata. Da qui il faraone sovrintende alle cerimonie di corte. Può essere ammirato, e può controllare, dall' alto, la situazione.

 

babilonesi e persiani Dall' Egitto dei faraoni i balconi si diffondono: a Babilonia diventano famosi i giardini pensili che sono una modifica colorata e fascinosa della "sporgenza rientrata" di egiziana memoria. E poi in Persia, in Grecia, e a Roma, dove si costruiscono loggiati di legno sopra i Fori imperiali, per permettere alla gente di assistere agli spettacoli. Nel mondo arabo diventano più ristretti, l' unico angolo da cui le donne possono guardare quel che succede fuori dalle mura di casa. Per via delle influenze arabe anche in Spagna, in Andalusia in particolare, e in Sicilia, i balconi diventano un elemento architettonico dominante.

balcone giulietta e romeo

 

Si diffondono in tutt' Italia e dunque non possono rimanere fuori dallo sguardo degli artisti. Compare nei quadri e nei progetti degli architetti rinascimentali. Raffaello ne progetta uno destinato a diventare un capolavoro assoluto, quello di palazzo Pandolfini a Firenze. I balconi sono protagonisti nella pittura ottocentesca, tra Macchiaioli (come non ricordare Le ricamatrici di Adriano Cecioni, 1865-1866) e Impressionisti, come testimoniano Caillebotte, Manet...

 

In Italia, durante le passioni e gli impeti risorgimentali, i balconi vengono addobbati con il tricolore. Nelle ultime settimane, insieme ai panni da stendere, sono ricomparse le bandiere, sventolate dai balconi al ritmo dell' inno. Scatti d' orgoglio patrio e bucati a parte, i balconi ora ritrovano anche, la loro antichissima origine di giardini pensili. La Coldiretti, infatti, rileva che c' è stato un boom di fiori e piante riapparsi in terrazza, ma anche di semi, piantine e fertilizzanti per allestire centinaia di orti domestici. Sei italiani su dieci hanno scoperto di avere il pollice verde (o almeno presumono di averlo) e si rifugiano tra gerani e basilico.

tennis tra i balconibalcone piazza venezia

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…