ferragni meme

L'ARTE NON SI FA INFLUENCER - TOMASO MONTANARI CONTRO LA FERRAGNI AGLI UFFIZI (OVVIO): ''NON CE L'HO CON LEI, MA CON IL DIRETTORE CHE LA STRUMENTALIZZA E L'ASSOCIA ALLA VENERE DI BOTTICELLI. IMBARAZZANTI I VIDEO SU TIKTOK'' - SGARBI: ''LA PROMOZIONE VA REGOLATA MA NON È IL DIAVOLO. DOPO IL BAGNO (ILLEGALE!) DELLA EKBERG, LA FONTANA DI TREVI EBBE MOLTI PIÙ VISITATORI. MONTANARI VUOLE CENSURARE PURE FELLINI?''

1 - MONTANARI: "L'ESEMPIO DELL'INFLUENCER NON SERVE AD ATTIRARE I GIOVANI"

Egle Santolini per “la Stampa

 

CHIARA FERRAGNI EIKE SCHMIDT

Tomaso Montanari ha criticato vigorosamente l'operazione. Ha visto i dati resi noti dagli Uffizi sull'afflusso di visitatori nel weekend? Si ricrede?

«Intanto mi stupisco che quei numeri vengano presi per buoni senza verifica. Da mie fonti interne vengo a sapere, peraltro, che ai Musei Vaticani si sarebbe registrato negli stessi giorni il 41% in più, e il 38 al Colosseo. Cosa vogliamo dire? Che quelli avevano invitato Balotelli o Fabio Vacchi? Ma lei se le vede le torme di teenager che assaltano i treni solo per imitare Chiara? Più che di effetto Ferragni parlerei di effetto ripresa dopo il Covid».

 

Tra l'altro, non pare Ferragni la ragione del contendere.

«La considero con la massima simpatia e penso che faccia bene il suo mestiere. Non ce l'ho con lei, ma con il direttore degli Uffizi che la strumentalizza. Ha notato come non ci sia neanche una foto di lei che guarda la Primavera, ma che sia sempre ritratta mentre dà le spalle al quadro?».

 

Be', trattandosi di selfie...

chiara ferragni agli uffizi 3

«Ma è l'oggettualizzazione che fa male: oggetto Ferragni, oggetto Botticelli. E poi quel post degli Uffizi, dove si esaltava l'ideale di bellezza bianca, bionda e diafana».

 

Le hanno dato dell'elitario.

«E io sono tranquillo, perché in tivù ho fatto buona divulgazione. Tutti hanno diritto di parlare d'arte: il punto non è questo. Ma del perché Botticelli per lei sia importante, Ferragni non ci ha detto nulla. Pensi se ci avesse spiegato: le avrei dato un bacio in fronte».

 

La ricerca di un nuovo pubblico può portare a qualche goffaggine?

«Lo Stato non fa nulla per i giovani, i musei come gli Uffizi non fanno nulla. Poi cercano di lavarsi la coscienza in questo modo».

 

Tomaso Montanari

Sempre gli Uffizi sono ricorsi ai microvideo su TikTok.

«Imbarazzanti. I ragazzi avranno pensato: guarda questi che tentano di farci il verso. Trasmettere l'arte ai giovani è complicato, le scorciatoie non servono. Lo dico a ragion veduta, dopo aver scritto un manuale per i licei con Salvatore Settis».

 

Lei ha insistito sul fattore economico dell'operazione.

«Vorrei un po' di trasparenza. Chiunque realizzi un video agli Uffizi deve pagare un caro prezzo. Immagino sia successo anche in questo caso. Visto che si tratta di un'istituzione pubblica, ci dicano quanto è costato».

 

 

2 - SGARBI: "SI CHIAMA PROMOZIONE: VA REGOLATA MA NON È IL DIAVOLO"

Egle Santolini per “la Stampa

 

Vittorio Sgarbi ha difeso fin da subito il gesto di Chiara Ferragni. Sgarbi, il caso Uffizi sembra chiudersi in gloria.

vittorio sgarbi 1

«Ma la questione è sempre stata del tutto inesistente: una polemica onanistica generata dalla visione archeologica e anche privatistica, nonostante lo sbandierato statalismo, di Montanari. Secondo il quale, siccome l'opera d'arte ha un'aura, ne può godere solo lui in privata solitudine».

 

In sostanza?

«In sostanza c'è questa ragazza che ha un gran rilievo nel mondo della moda e realizza del tutto legittimamente un servizio agli Uffizi. Altrettanto lecito sarebbe che ne ricevesse un compenso. Pensi a Dustin Hoffman, che per aver dato la voce a uno spot sulle Marche, e averlo fatto pure male, si prese un milione e mezzo di euro. Ma qui l'esempio più calzante è un altro: Anita Ekberg».

 

La Fontana di Trevi come la Primavera di Botticelli?

«Appunto. La Ekberg come invenzione onirica della fantasia creativa di Fellini, che la mise a bagno nella Fontana di Trevi, tra l'altro compiendo un'azione non consentita che oggi sarebbe bollata con una multa. Da quel momento la Fontana è stata molto più frequentata dai turisti. E allora che cosa ne pensa Montanari? Che Trevi abbia perso di sacralità? Censura anche Fellini?».

anita ekberg la dolce vita

 

I tempi, però, sono un po' cambiati.

«E infatti quello che Fellini impose come un suo sogno qui è diventata un'azione più democratica, con un'influencer che influenza non solo nella moda ma anche nell'arte. Si chiama promozione: va regolata, ma non è il diavolo. Meglio che i ragazzi siano invitati ad andare agli Uffizi, oppure in un orrido ritrovo dove magari finirebbero per drogarsi? Poi, naturalmente, c'è il problema del contingentamento, non solo riferito al Covid, ma anche al fatto che nei musei sovraffollati i quadri si vedono peggio».

 

Anche questo ha dato fastidio: che Ferragni fosse da sola al museo.

«La gente non è mai contenta. Anni fa, alla mostra del Mantegna a Mantova, venne il ministro Rutelli e il museo non chiuse, ma certo si formò un po' di coda. Un turista mi attaccò: dica al ministro di non romperci le scatole e di andare a vedersi le mostre da solo, di notte, come fa lei. Strano, gli ho detto, di solito se la prendono con me proprio per quello».

LUCHERINI ANITA EKBERGchiara ferragni agli uffizi 2chiara ferragni agli uffizi 4chiara ferragni agli uffiziFERRAGNI FERRAGNI UFFIZI 9chiara ferragni agli uffizi 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…