richard mosse

CLIC! UN MARZIANI A BOLOGNA - DOVE FINISCE LA VERITÀ? DOVE INIZIA LA FINZIONE? AL MAST DI BOLOGNA RICHARD MOSSE E I DUBBI AMLETICI DEL FOTOREPORTER NEL XXI SECOLO. LA SERIE "INFRA", REALIZZATA NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO TRA IL 2010 E IL 2012. E LA SERIE SULL’OCCUPAZIONE IRACHENA DEI PALAZZI IMPERIALI DI SADDAM HUSSEIN DA PARTE DEI SOLDATI AMERICANI…

Gianluca Marziani per Dagospia

 

09. of lilies and remains congo serie infra

Il vostro marziano riprende il giro nomade tra mostre che mappano l’Italia, cercando quei segni terrestri con cui ampliare il mio dottorato sul carattere artistico che avete sviluppato nel corso dei secoli, producendo risultati genetici che stupiscono le popolazioni aliene degli altri sistemi solari.

 

Mi colpisce quel modo solamente vostro di legare la vita all’arte, ad esempio quando i fotoreporter documentano le tragedie di guerra con una capacità magistrale di cogliere l’essenza pittorica dietro la morte. E’ un fattore che non ha paragoni, solo voi carezzate l’orrore e la violenza con amorevole cura estetica, una sacralità che in un certo senso riabilita la morte dal suo dovere genetico, innalzandola tra le luci straordinarie del mondo, rendendo onore allo sguardo che sublima il dramma con abiti metafisici.

 

08. yayladagi refugee camp hatay province turkey serie heat maps

Il ragionamento sul senso del fotoreportage in tempi pandemici e digitali si è acuito al MAST di Bologna tra le stampe dell’irlandese RICHARD MOSSE, uno di quei fotografi che s’interrogano sul rapporto tra verità e finzione, natura e artificio, realismo e fantasia. Pensiamo alla serie Infra, realizzata nella Repubblica Democratica del Congo tra il 2010 e il 2012.

 

11. souda camp chios island greece serie heat maps

Per questi scatti l’autore ha usato la Kodak Aerochrome, una pellicola da ricognizione militare sensibile ai raggi infrarossi (per stanare i nemici mimetizzati ma ormai è fuori commercio). Il risultato, registrando la clorofilla nella vegetazione, è quello di trasformare le geografie della morte in un tripudio di rosa e rossi accesi, come se ci trovassimo dentro le foreste di Avatar o in qualche paesaggio onirico tra Lewis Carroll e Terry Gilliam.

 

Lo stesso Mosse racconta: “Volevo inserire questa tecnologia in una situazione critica per sovvertire le convenzioni delle narrazioni mediatiche ormai cristallizzate, mettendo in discussione la modalità con cui siamo autorizzati a dare forma a questo conflitto dimenticato…” L’impatto superficiale dell’immagine è lo stesso dell’aurora boreale: un’improvvisa colorazione stupefacente, un flusso straordinario e cullante che, in realtà, nasconde fenomeni atmosferici di terrificante violenza.

 

12. kosovo kosova ii podujevo republic of kosovo

I paesaggi congolesi sembrano l’idillio di un eden geografico, un paesaggismo naturale che evidenzia l’anomalia ma che, pian piano, inizia a mostrarci l’orrore di un maleficio inquinante, la devianza dalla tavolozza naturale alle colorazioni di un trip acido, perverso, distruttivo. Dentro quel rosa succoso osserviamo il pantone della morte al lavoro, un’essenza acrilica che oggi Ingmar Bergman potrebbe usare per un remake de “Il settimo sigillo”,  colorando la spiaggia degli scacchi durante la più grossa sfida odierna: quella tra mondo analogico e universo digitale, intelligenza umana e intelligenza artificiale, religione e scienza al tempo degli algoritmi. 

 

Sotto il titolo DIsplaced (a cura di Urs Stahel) si leggono quattro parole: migrazione, conflitto, cambiamento climatico. Sono i tre lati di un triangolo narrativo con cui Richard Mosse ingloba alcuni luoghi sensibili sul Pianeta Terra, oggetto di metodiche riflessioni fotografiche che sconfinano nel linguaggio video. Nel 2009, ad esempio, realizzò il ciclo Breach, una serie sull’occupazione irachena dei palazzi imperiali di Saddam Hussein da parte dei soldati americani.

13. pool at uday's palace salah a din province iraq serie breach

 

Qui non è il colore a spiazzare ma la relazione tra figure e contesto: le scene di quiete tra soldati in pausa nascondono una follia che è la stessa lotta al terrorismo, una guerra di colpevoli senza colpa e innocenti senza innocenza, l’ennesima distruzione che alimenta la prossima costruzione, dentro un delirio di nemici funzionali e amici disfunzionali, dove non si capisce più la fine del bene e l’inizio del male.

 

Mosse ha un dono prezioso che è quello di trasfigurare il reale nel suo doppio mimetico e atmosferico, usando i trucchi ottici dell’immagine emozionale, cogliendo le nature sensibili della vista, catturando lo sguardo attraverso i suoi spostamenti semantici. Una volta avvinghiato lo spettatore al codice visivo, inizia ad agire il metabolismo concettuale delle immagini, quel lavoro silente che scava sotto le apparenze, dentro le cause invisibili, lungo i filamenti morali che guidano la disciplina nomade del fotoreporter.

16. platon congo serie infra

 

La mostra e il catalogo evidenziano proprio le trasformazioni del reportage fotografico ai tempi dei social media. Molte questioni un tempo consolidate oggi prendono forme complesse che incarnano il gigantismo mediatico in cui siamo immersi. Sarebbe assurdo vincolare un linguaggio digitale ai modelli del Novecento, altrettanto assurdo non sfruttare il potenziale espressivo che la tecnologia regala alle arti visive.

 

Oggi la fotografia incarna lo strumento collettivo per eccellenza, un mezzo popolare che lo rende, per paradosso, lo strumento più ambiguo per chi cerca verità univoche e certezze granitiche. Il fotoreporter deve per forza distinguersi nell’oceano di basse definizioni e software di semplificazione: e allora serve più che mai un imprinting d’autore purissimo, quel quid iconografico che circuita la fotografia nel codice delle grammatiche personali e spiazzanti, riconoscibili nel loro unicum processuale.

14. vintage violence congo serie infra

 

Un modus sintattico e teorico che qui digerisce influenze concentriche, in arrivo dalla pittura di paesaggio e dal cinema fantasy, dai maestri del colore come William Eggleston e dagli sguardi panoramici dell’arte cinese. Questo e molto altro dietro la qualità rigorosa con cui Richard Mosse trasforma il mondo a immagine e somiglianza dell’invisibile.

19. still from incoming #2706. come out (1966) xxxi congo serie infra05. come out (1966) v congo serie infra01 lost fun zone congo serie infra02. tel sarhoun camp beeka valley lebanon serie heat maps03. dionaea muscipula with mantodea equador serie ultra18. sawmill jaci parana state of rondonia brazil serie tristes tropiques

Gianluca Marziani

 

04. mineral ship state of para brazil serie tristes tropiques

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...