andrea botto tunnel brennero ghella

CLIC! OGNI BUCO E' GALLERIA - CINQUE FOTOGRAFI SONO ENTRATI NEI TUNNEL REALIZZATI NEL MONDO DALLA STORICA AZIENDA GHELLA – ANDREA BOTTO IMMORTALA LA DEFLAGRAZIONE DEGLI ESPLOSIVI NEL TUNNEL DEL BRENNERO, LE FOTOGRAFIE DI ALESSANDRO IMBRIACO DEI NUOVI TUNNEL CHE CORRONO SOTTO LA BAIA DI SYDNEY EVOCANO ATMOSFERE RICONDUCIBILI ALL’ESPLORAZIONE SPAZIALE… - IL LIBRO

Gabriele Neri per Domenica – Il Sole 24 ore

 

andrea botto tunnel brennero

Essere dentro a un tunnel ma saperne coglierne le suggestioni, le sfide e le potenzialità. Parliamo di gallerie scavate nella roccia, non di psicoanalisi, anche se è questione di punti di vista. In questo caso gli occhi sono quelli di cinque bravi fotografi e i tunnel sono immani opere di ingegneria sotterranea: così possono nascere memorie dal sottosuolo come le campagne fotografiche dei grandi cantieri internazionali di Ghella, azienda specializzata nel settore fin dalla metà dell' Ottocento.

alessandro imbriaco sydney metro city.

 

La dinastia dei Ghella comincia infatti con Domenico, classe 1837, che dalle cascine milanesi si dirige a Marsiglia - a soli 13 anni - per lavorare come minatore; poi in Egitto, dove si sta ultimando il Canale di Suez, e infine a Istanbul per realizzare il Tünel di Galata. È il figlio Adolfo a proseguire le sue gesta, e da quel momento l' attività dei Ghella sarà una staffetta tra azzardi tecnologici ed eventi legati alla geopolitica mondiale. Col sogno di realizzare gallerie sempre più ardite, Adolfo - che parla francese, cinese e russo - passa dalle miniere d' oro australiane alle fumerie d' oppio asiatiche (lavora per la Chemins de Fer de l' Indochine); da Hong Kong (costruisce il tunnel di Beacon Hill, dopo che cinque imprese prima di lui avevano fallito) alla Russia zarista e all' Italia, dove partecipa al traforo del Sempione e ai delicati scavi per la metro di Roma a fianco del Colosseo.

andrea botto brennerooslo ghella

 

Si potrebbe continuare fino alle fondamenta del World Trade Center a New York, ma la storia dell' azienda è limitata a uno solo dei sei volumi editi da Quodlibet, che si riallacciano alla tipologia del libro fotografico aziendale facendo tuttavia sublimare il fine documentaristico in un progetto più ampio. Per il curatore (Alessandro Dandini de Sylva) uno dei riferimenti è Électricité, commissionato nel 1931 dalla compagnia elettrica di Parigi, per cui Man Ray interpretò la magia della luce artificiale attraverso celebri rayografie.

 

consorzio ghella

Gli altri cinque volumi sono assegnati ad altrettanti interpreti che affrontano in maniera libera il non facile compito di immortalare un vuoto. Rispetto a una parte consistente della fotografia dell' ingegneria, che prende come soggetto un manufatto di cui si sottolinea l' assemblaggio o la scala mastodontica (si pensi alle sequenze della Tour Eiffel o dei grandi ponti in costruzione), la restituzione fotografica delle voragini di Ghella deve individuare sguardi laterali o complementari per sopperire alla penuria sotterranea di riferimenti, saltando dall' urbanistica al microscopio.

 

atene marina caneve

Negli scatti di Alessandro Imbriaco troviamo ad esempio i graffi incisi sulla corazza delle talpe - bestie meccaniche alte come un palazzo e lunghe oltre 150 metri - che sbriciolano la roccia rossa, quasi marziana, di Sydney. Per scavare il tunnel di base del Brennero si usa invece un metodo old school, ovvero l' esplosivo, raccontato dagli scatti di (nomen omen) Andrea Botto, che da anni fa ricerca sul tema. Il suo sguardo rievoca leggende e conoscenze ancestrali legate ai vulcani; qui la serie fotografica diviene la cronaca di una performance, quella del «fochino» o brillatore di mine che allestisce la deflagrazione. Difficile cogliere quel momento: è necessario applicare principi di esplosivistica alla fotografia e viceversa, oltre che costruire un rifugio in cemento per proteggere la camera.

di roccia fuochi avventure sotterraneebeacon hill tunnel, hong kong, china, 1907 archivio ghella

 

Le fotografie restituiscono anche la semiotica di queste viscere artificiali, un indecifrabile (per noi) codice di segnali simili a pitture rupestri, fatto di numeri, frecce, ideogrammi che parlano una lingua ermetica ma precisa che permette ai suoi adepti di orientarsi. Possiamo immaginare il successivo e più democratico universo di lettere e numeri che guiderà le masse, magari bello come le grafiche di Massimo Vignelli per la metro di New York. Ma qui siamo ancora in una dimensione pre-estetica, che ricorda piuttosto le immagini della Stazione spaziale internazionale scattate da Paolo Nespoli, in cui analogamente migliaia di razionalissimi congegni - fili, tubi, pulsanti, spie, luci, bulloni, colori, segnali di pericolo - diventano disordinate decorazioni necessarie.

 

francesco neri hanoi pilot light metro line

Gli sguardi insistono poi sul negativo e sul contrasto: quello tra la natura vergine (foreste di conifere sopra al Tunnel di Oslo) e quanto accade sottoterra, oppure tra l' impersonalità della tecnica e i primi piani degli operai. Se per Fabio Barile l' assenza dell' uomo indaga la «temporalità diversa» del pianeta, in cui «l' essere umano ha un ruolo marginale», per Francesco Neri operai e passanti sono l' unità di misura del disordine urbano di Hanoi, con le tracce del cantiere sovrapposte ad alberi secolari e quotidianità. Si svela così la dimensione del tempo promessa da tali strutture. La geologia e l' ingegneria si trasformano in archeologia grazie ai reperti rinvenuti ad Atene nei cantieri della metro, ritratti da Marina Caneve come indizi della caducità dell' opera umana: le infrastrutture sembrano eterne ma - vedi le tragiche immagini del Ponte Morandi collassato - sono anch' esse soggette a invecchiamento e morte.

marina caneveatene metro 11

 

Scavare, insomma, è un' arte pericolosa ma potenzialmente feconda: non solo in senso letterale (atto di violenza originaria sul mondo, è un' operazione necessaria per piantare i semi del futuro) ma anche nel modo indicato da questi fotografi, impegnati a scalfire l' immagine della tecnica per decomporla in non scontate stratigrafie estetiche e concettuali.

fabio barile oslo follo line 3fabio barile oslo follo line 2oslo tunnel 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…