CLIC! DAI TAROCCHI AI REPORTAGE DI GUERRA NEI BALCANI E IN AFGHANISTAN. UN LIBRO RACCONTA VITA E ARTE DI PINO SETTANNI – LA TOTEMICA SCIARPA ROSSA AL COLLO DI MASTROIANNI E AVVOLTA ATTORNO AL VISO DI MONICELLI – “È UNA SCIARPA CHE MI AVEVA REGALATO GUTTUSO, E CHE PER ME È COME UNA SORTA DI FIRMA ULTERIORE DI ALCUNE MIE FOTOGRAFIE” - ALLA PRESENTAZIONE ALLA CASA DEL CINEMA DI ROMA CELLI, DE MASI E FABIANO FABIANI...

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CELLI, DE MASI E FABIANI ALLA CASA DEL CINEMA

Gianfranco Ferroni per https://www.veritaeaffari.it/

 

mario monicelli foto pino settanni mario monicelli foto pino settanni

La presentazione alla Casa del Cinema Che ci facevano Pier Luigi Celli, Domenico De Masi e Fabiano Fabiani alla Casa del Cinema di Roma, lunedì sera? Erano stati chiamati da Archivio Luce Cinecittà per la presentazione del volume “Pino Settanni – Il sogno infinito. Una biografia”, per ricordare una vita trascorsa tra cinema e pittura, il primo vero ricordo di un genio della fotografia italiana, per le firme di Lorella Di Biase e Monique Gregory Settanni, per le edizioni Archivio Luce Cinecittà e Marsilio Arte.

 

Settanni (1949 – 2010) è stato un grande autore della fotografia italiana, tra i più originali e creativi, di un’arte che per un quarantennio ha fatto viaggiare nei territori della pittura, del cinema, del reportage.

 

Oggi il valore di Settanni appare indiscutibile, per attestazioni di critica e occasioni espositive. Mancava solo il riconoscimento organico al complesso di un’opera eclettica, vivace, spiazzante: dal realismo delle foto del Sud degli anni settanta, ai ritratti del protagonisti del cinema, dall’esplosione creativa dei suoi Tarocchi e dello ‘zodiaco’ al ritorno alla realtà con i memorabili reportage di guerra nei Balcani e in Afghanistan.

pino settanni cover pino settanni cover

 

Nel libro non mancano le “testimonianze” di compagni di viaggio come Pupi Avati, Carlo Verdone, Giuliana De Sio, Cesare De Seta, Vittorio Sgarbi. Senza dimenticare Celli e De Masi. Fabiani, classe 1930, già alla guida della Rai come Celli, è un recordman delle presenze negli appuntamenti culturali, e non poteva mancare nemmeno a questo incontro.

 

Il volume è il primo della collana dedicata ai grandi fotografi del Luce, voluta dal presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia.

 

 

SETTANNI

Estratto dell'articolo di Valeria Arnaldi per “il Messaggero”

 

Una sciarpa rossa. Mossa dalla brezza del mare al collo di Marcello Mastroianni. Avvolta intorno al viso a farne cornice, nel ritratto di Mario Monicelli. Posta sulle spalle di Nino Manfredi, come fosse la cappa di un film in costume. E così via, creando una narrazione nella narrazione.

marcello mastroianni foto pino settanni marcello mastroianni foto pino settanni

 

«È una sciarpa che mi aveva regalato Guttuso, e che per me è come una sorta di firma ulteriore di alcune mie fotografie», diceva Pino Settanni, illustrando uno dei segreti dei suoi ritratti più noti. Al suo sguardo è dedicato il libro Pino Settanni. Il sogno infinito. Una biografia di Lorella Di Biase e Monique Gregory Settanni, edito da Archivio Luce Cinecittà e Marsilio Arte (248 pagine, 28 euro), che include testimonianze di Pupi Avati, Carlo Verdone, Vittorio Sgarbi.

 

LA COLLANA

Pagina dopo pagina, il volume, che oggi sarà presentato alla Casa del Cinema dalle autrici con la presidente di Archivio Luce - Cinecittà Chiara Sbarigia (che firma anche uno dei testi), ricostruisce vita e arte di Settanni, tra i più grandi nomi della fotografia italiana, in un viaggio tra ricordi e interviste che si fa primo titolo - e modello - di una collana sui grandi fotografi e sui fondi dell'Archivio Luce. «Il fondo di Settanni è di quasi settantamila scatti dice Sbarigia - l'ultima acquisizione è di quest' anno, sono immagini dell'Afghanistan e schizzi per i Tarocchi. Faremo presto una mostra.

monica guerritore foto pino settanni monica guerritore foto pino settanni

 

La collana proseguirà con un libro ogni anno». Classe 1949, Settanni, scomparso nel 2010, ha sentito presto la vocazione per la fotografia e vi si è dedicato fin da ragazzo, spaziando dalle foto del Sud degli anni '70 al lavoro con Renato Guttuso - «è stato l'incontro della vita», rimarca Di Biase - dai tarocchi ai reportage di guerra nei Balcani e in Afghanistan. Nel mezzo, i ritratti dei grandi del cinema.

 

È proprio nella Roma in fermento degli anni 70 che ha trovato la sua chiave per leggere il mondo, in una intensa ricerca della luce interiore di ogni soggetto. Più ancora, dell'anima. «I ritratti gli hanno fatto ottenere la grande fama - dice Di Biase - ha raccontato i personaggi della cultura degli anni Settanta e Ottanta. La sua maestria si vedeva già da giovane, nelle foto dei contadini in Puglia, Basilicata, Calabria: trovava sempre l'attimo rivelatore della persona.

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