alessandra quarto ignazio la russa angelo crespi

COME TI SMONTO IL MUSEO DI BRERA – IL NEODIRETTORE DEL PIÙ IMPORTANTE MUSEO MILANESE, ANGELO CRESPI, È UN TIPINO BEN DOTATO DI ENTRAMBE LE CARATTERISTICHE CHE IL GOVERNO MELONI RICHIEDE AI SUOI FUNZIONARI: È MOLTO FEDELE (A LA RUSSA) MA SOPRATTUTTO È MOLTO INCOMPETENTE – L’INIZIO È DEI PIÙ PROMETTENTI: LICENZIATI I PROFESSIONISTI CHE DA ANNI LAVORANO PER I 'CRIMINI ARCHITETTONICI' DI PALAZZO CITTERIO – NON SODDISFATTO, CRESPI HA PENSATO BENE DI 'LICENZIARE' ANCHE ALESSANDRA QUARTO, NON PROPRIO UNA QUALSIASI…

DAGOREPORT

5 adolf ziegler

"Nostalgia della bellezza. Perché l'arte contemporanea ama il brutto e il mercato ci specula sopra’’: non è un proclama di Adolf Ziegler, il teorico hitleriano dell' 'Entartete Kunst', l'arte degenerata della Germania nazista, ma il titolo di una pubblicazione di Angelo Crespi, il neodirettore del museo di Brera, fortemente voluto dal novello Napoleone della cultura italiana, in forte continuità con l’Imperatore francese - solo per statura fisica, ahimè - Genny Sangiuliano.

 

Alla Pinacoteca di Brera, inaugurata il 15 agosto del 1809 per festeggiare il compleanno del suo creatore Napoleone, è arrivato il bustocco (nativo di Busto Arsizio) Angelo Crespi, un uomo che possiede entrambe le caratteristiche che il Governo Meloni richiede ai suoi funzionari: è molto incompetente ed insieme è molto fedele.

 

4 angelo crespi

Nelle interviste ai giornaloni il bustocco spiega quanto la nomina sia frutto di una lunghissima e onorata carriera nelle più importanti istituzioni culturali milanesi, le snocciola tronfio, Piccolo Teatro, Triennale, Museo della Permanente, Compasso d'Oro, aggiungendo, sempre il Crespi, le presidenze di Palazzo Te e del Museo di Gallarate; peccato che, ancora il Crespi, ometta che siano immancabilmente tutte solo nomine politiche.

 

Infatti, questo nemico giurato dell'arte concettuale e di Duchamp ha veleggiato disinvoltamente tra Lega, Forza e Fratelli d'Italia e per questo ha ottenuto una bella infilata di cariche sparse, un vero e proprio professionista della poltrona, il cui debutto alla ribalta è nel ruolo di consigliere di Sandro Bondi al Ministero dei Beni Culturali.

 

1 pinacoteca di brera

Gode soprattutto della strettissima amicizia del Presidente del Senato, Ignazio Benito La Russa, che, con la nomina di Crespi, dopo il figlio Geronimo al Piccolo Teatro, piazza un altro colpo nella mappa del potere milanese.

 

Crespi come imperativo categorico ha il compito che Gennaro Sangiuliano gli ha affidato: aprire la Grande Brera il prossimo 7 dicembre 2024, per la proverbiale prima della Scala. Nome in codice dell'operazione: 'Prima della Prima' (l'originalità dei titoli tra questi signori è una costante).

 

Per Grande Brera si intende l'agognato progetto di ampliamento del Museo con l'apertura delle sale di Palazzo Citterio, oggetto di un cantiere infinito, infinitamente rimandato e infinitamente costoso.

 

10 ignazio la russa

I preparativi sono dei più promettenti: il Crespi ha convocato una ventina di professionisti che da anni seguono il cantiere di Palazzo Citterio, quello che ospiterà i capolavori delle collezioni d'arte moderna Jesi e Vitale, per annunciare il loro 8 settembre, ‘tutti a casa'. Licenziati, incarico revocato, cantiere interrotto.

 

Un cantiere che prevedeva finalmente gli interventi sul rifacimento delle scale e del giardino. Le scale e il giardino erano stati definiti, a suo tempo, da Philippe Daverio come 'crimini architettonici', le scale 'da condominio di edilizia civile, il giardino 'da stazione ferroviaria'.

 

26 sangiuliano, crespi, la russa brera

A Crespi vanno bene così, non li vuole modificare, probabilmente ci vede del concettuale, ma sorgono due temi sensibili. Il primo è che i venti professionisti licenziati sostengono che il cantiere si sarebbe completato ben prima del 7 dicembre 2024, giorno previsto per la parata meloniana dei La Russa e dei Sangiuliano e quindi non si comprende perché interromperlo.

 

Il secondo insiste sul fatto che l'interruzione si potrebbe configurare anche come 'danno erariale'; infatti il cantiere, oltre ad essersi occupato di interventi assai sensibili come lo smaltimento di amianto, totalizzerebbe al momento dell'interruzione spese già sostenute per oltre 350mila euro

20 alessandra quarto

 

A questo si aggiunga che 'i licenziati' ad oggi non avrebbero ricevuto nessuna comunicazione formale sulla cancellazione della commessa.

Tutto qui? No! Il bustocco Crespi sul Corriere della Sera assicura che i lavori di adeguamento statico proseguono ma sempre i professionisti disarcionati fanno sapere che non è possibile stiano proseguendo, avendoli iniziati loro e non essendo stati richiesti di trasferirli ad altri tecnici.

 

11 pinacoteca di brera andrea mantegna, cristo morto

Crespi però 'tira diritto' e dopo la trionfale visita al cantiere, accompagnato da Ignazio Benito Larussa e Gennaro Napoleone Sangiuliano, ha pensato bene di 'licenziare' anche la direttrice dei lavori del cortile d'onore del Museo di Brera, non proprio una qualsiasi, Alessandra Quarto. Qui la cosa si fa spessa e i milanesi di fronte al bustocco col manganello c’è il rischio che si incazzino davvero.

 

3 gennaro sangiuliano

Spieghiamo bene: Alessandra Quarto è stata vicedirettore di Brera, ha un curriculum da 10 con lode, niente politica, tutto studio e lavoro per intenderci, oggi presiede il museo più intimamente milanese della città, il Poldi Pezzoli e per spirito di servizio, pur avendo moltissimo altro da fare, ha mantenuto l'incarico di direttore dei lavori del Cortile d'Onore di Brera, incarico precedente l'arrivo di Crespi.

 

18 angelo crespi

Tra gli interventi previsti il cantiere avrebbe incluso anche la ripulitura delle statue dei 'milanesi importanti' che popolano il cortile dove al centro trionfa il bronzo di Napoleone del Canova. Crespi, evidentemente non in grado di cogliere alcune sfumature meneghine, ha berciato che della pulitura delle statue lui 'se ne frega', giusto per restare in ‘modalità Ducetta’, non capendo che un cortile rifatto con le statue impolverate è come un mulo con i finimenti da cavallo. 

 

13 meloni, la russa, mattarella, sala, 7 dicembre alla scala palco prima scala ansa

Fatto non trascurabile la pulizia delle statue sarebbe offerta dall’Associazione Amici di Brera, storico luogo di convergenza della borghesia culturale milanese, che supporta da oltre un secolo le attività della Pinacoteca. Per intenderci la Cena in Emmaus di Caravaggio pervenne al museo tramite gli Amici di Brera.

 

Qui l'affare si ingrossa perché è evidente che al ‘teorico dell'arte sana', al ‘censore del concettuale’, all‘Adolf Ziegler varesotto manchino gli elementi di uso di mondo basilari per poter stare in mezzo ai milanesi ed alle persone che i milanesi hanno scelto.

 

Nelle ultime ore però il Crespi ha fatto filotto: giovedì 29 febbraio è arrivato ad addetti ai lavori e giornalisti l'invito ad un evento presso la Pinacoteca di Brera che si svolgerà nella Sala Aldo Bassetti, introdotto dallo stesso Crespi, per il 'Rapporto Civita' su sfide e strumenti per comprendere cultura e scienza.

21 museo poldi pezzoli

 

Sala Aldo Bassetti dicevamo, imprenditore illuminato che ha presieduto la storica associazione Amici di Brera fino al 2020, un signore che, nel 2018, ha donato al Museo 22 opere del pittore Mario Mafai.

Quindi?

Quindi nell'invito la Sala Aldo Bassetti si chiama con il vecchio nome, Sala della Passione, il nome Aldo Bassetti non c’è più.

Solo una svista? Forse… I più attenti “addetti ai livori”sono convinti si tratti di un gesto intenzionale.

 

23 me ne frego 12

Aldo Bassetti era un fiero e sanguigno antifascista, un ferreo sostenitore della necessità di completare gli interventi di Palazzo Citterio, uno che se ci fosse stato da menar fendenti non si sarebbe fatto pregare. E per concludere Brera è, per tutto il ‘900, un simbolo dell’antifascismo e della libertà, i nomi sono quelli di Ettore Modigliani, di Emilio e Maria Jesi, di Lamberto Vitali, di Fernanda Wittgens, infine di Aldo Bassetti.

 

AVVISO AI NAVIGATI:

14 palazzo citterio

se al milanese l tochi la Scala e Brera lui s’incasa e fa la pulverera!

(se al milanese tocchi la Scala e Brera lui s’incazza e fa la polveriera)

15 collezione jesi brera, umberto boccioni22 napoleone bronzo da canova 16 collezione vitali brera, giorgio morandi27 cortile di brera 8 marcel duchamp, fontana24 aldo bassetti25 mario mafai, donazione aldo bassetti 9 sandro bondi30 pinacoteca di brera28 ettore modigliani f sup 2y030 0001263 img 000095960729 fernanda wittgens sommariva17 philippe daverio7 piccolo teatro di milano 19 corriere della sera2 napoleone jacques louis david the emperor napoleon in his study at the tuileries google art project 2

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...