mexican geniuses frida kahlo diego rivera

È UNA DISCOTECA O UNA MOSTRA D'ARTE? A LONDRA L'ESPOSIZIONE “MEXICAN GENIUSES” SU FRIDA KAHLO E DIEGO RIVERA SEMBRA UNA CAOTICA DISNEYLAND PIENA DI EFFETTI (PIÙ O MENO) SPECIALI, CON MUSICA A PALLA (GENERE MARIACHI) E REALTA' VIRTUALE – RIELLO: “IL SENSO DELL'OPERAZIONE DOVREBBE ESSERE: ATTIRARE I ‘GIOVANI D'OGGI’ (SOTTINTESO: ‘IGNORANTI & SUPERFICIALI’) ALLA STORIA DELLE BELLE ARTI. È DI SICURO UN SISTEMA PER UN FURBO MERCHANDISING SULLA FAMOSISSIMA KAHLO E TRARNE UN LUCROSO PROFITTO”

Antonio Riello per Dagospia

 

mexican geniuses 12

Frida Kahlo (1907-1954) il cognome deriva dal babbo che era di origine tedesca) non è solo una stimata pittrice surrealista Messicana della prima metà del XX Secolo. E’ anche (e soprattutto) una riconosciuta icona mondiale del femminismo. Una leggenda della Modernità ed un’eroina immensamente popolare. Il suo celebre volto ha quasi lo status di una sacra reliquia: uno dei volti più noti e riconoscibili del circo mediatico che tutto risucchia, elabora, propone e ripropone.

 

Una specie di Santa laica il cui culto indiscutibile è come fosse stato stabilito direttamente dalla Congregazione Vaticana delle Cause dei Santi. Non si è mai per davvero capito se la devozione assoluta di cui gode sia più legata alla qualità sua produzione artistica (i miracoli) o alle tribolazioni narrate nelle sue innumerevoli biografie (il personalissimo lungo martirio: una lunga e dolorosa invalidità ne segnò infatti pesantemente l’esistenza). Last but not least: anche i numerosi racconti di croccanti avventure (di sapore eterosessuale e omosessuale) che la riguardano hanno aiutato a costruirne l’inossidabile mito.

 

Diego Rivera foto ritratto

Diego Rivera (1886-1957) muralista e pittore Messicano fu un pugnace militante del Partito Comunista. Il suo lavoro ebbe grande risonanza non solo in Messico (“L’Epopea del Popolo Messicano” del 1929 è ancora un must per chi visita la capitale). Lavorò anche negli Stati Uniti. Celebre la sua opera murale del 1934 al Rockefeller Center di New York che scatenò polemiche e che alla fine fu rimosso (ci ficcò un ritratto di Lenin e il committente, John D. Rockefeller Jr, non gradì: fece ricoprire l’opera, dopo averlo comunque pagato).

 

Sposò ben due volte la Kahlo, figura dotata di una personalità decisamente più forte di lui. A quest’uomo sanguigno, infedele, egocentrico e non sempre di facile carattere viene comunque riconosciuto di aver dedicato gli ultimi anni della sua vita alla missione di rendere noto, in ogni modo possibile, il talento di Frida. Sia come sia, oggi (con l’eccezione di pochi addetti ai lavori) ci si ricorda di lui principalmente, sottostimandone l'impegnata ricerca, come “il compagno della Kahlo”.

 

 

Frida Kahlo Diego_Rivera 1932

A Londra, in una zona orientale a Sud di Greenwich, nell’area dei Docks, viene proposta una “Immersive Experience” dal titolo “Mexican Geniuses”. Sì, una cosa dedicata proprio a loro due. Vengono subito un po' in mente quelle tremende “Son et Lumiére” in cui si imbattevano i turisti in visita alle Piramidi in Egitto fino a pochi anni fa. Immaginatevi una specie di rumorosa e caotica discoteca - stile Disneyland - piena di effetti (più o meno) speciali. O meglio, se preferite, rimanendo a Londra, assomiglia vagamente a Madame Tussauds: una cosa approssimativamente trash e costosina (19.90 Sterline con la riduzione “over 60”).

 

Dopo una discreta e meritevole parte introduttiva sulla Storia e Cultura del Messico si entra in un ambiente dove riproduzioni di oggetti, mobili e suppellettili fanno immaginare come potrebbe essere stata la casa della coppia. Inevitabilmente parte la musica a palla (genere Mariachi) seguita da interminabili racconti (questi solo in cuffia) sulla sua vita privata della coppia.

 

mexican geniuses 01

Precedute dall’apparizione (piuttosto drammatica, appunto stile miracolo) dell’ologramma dell’artista improvvisamente compaiono dal buio delle gigantografie dei suoi quadri, abbastanza sgranate e a volte pure fuori fuoco. Va ricordato che il formato medio delle opere della Kahlo è in genere abbastanza ridotto, quindi l’operazione risulta assai discutibile anche sul piano filologico. Immancabilmente c'è anche un po' di Realtà Virtuale (va riconosciuto: questa peraltro è la parte meglio riuscita).

 

Detto questo, del povero Rivera c’è davvero poco da vedere: viene assimilato ad un comprimario quasi inutile, decorazione domestica o poco più. Ma in verità per le vicende dell’Arte delle Americhe Diego Rivera è stato molto più significativo della Kahlo la cui opera, vista in una prospettiva storica, rimane piuttosto una interessante curiosità. Dispiace dirlo certo, ma è così. Alla faccia dei Kahlofii più sfegatati.

 

mexican geniuses 02

Questo Circo Barnum tecnologico dell’Arte è una iniziativa confezionata da Brain Hunter, una società che ha sede in Messico ma opera in tutto il Mondo, da Dubai alla Spagna e naturalmente anche negli USA. Prima di arrivare a Londra Mexican Geniuses è già stata Toronto, Dallas, Chicago, Boston, Los Angeles. Il suo scopo apparente (e dichiarato) è quello di avvicinare i giovani all'opera dei due artisti attraverso l’elettronica. Per capirci quel tipo di pubblico meno avvezzo a frequentare i musei che le discoteche. Il suo senso dovrebbe essere: una mostra divulgativa per attirare i "giovani d'oggi" (sottinteso: “ignoranti & superficiali”) ai piaceri e alla Storia delle Belle Arti.

 

antonio riello

Forse sì. Forse anche no. E’ di sicuro un pretestuoso sistema per organizzare un furbo merchandising sulla famosissima Kahlo e trarne un lucroso profitto. Va ricordato, dettaglio non economicamente trascurabile, che (essendo lei morta nel 1954) fra meno di 2 anni legalmente tutti gli attuali copyright che riguardano la sua immagine si esauriranno. In altre parole chiunque potrà commercializzare qualsiasi cosa che la riguardi senza pagare alcun diritto di utilizzo.

 

Quanto alla divulgazione, sempre benvenuta naturalmente, c’è modo e modo di farla. Le Arti Visive, come la Musica, hanno ovviamente bisogno e urgenza, oggi più che mai, di essere veicolate alla massa dei nuovi pubblici figli della civiltà digitale. I parametri estetici di questo processo sono ovviamente in costante mutamento.

 

mexican geniuses 10

Ma l’intensità e la qualità dell’esperienza artistica per essere percepite hanno comunque bisogno di concentrata attenzione ed è tremendamente difficile che ciò accada senza il contesto giusto. E’, molto probabilmente, una questione di tempi, silenzi e riflessione. Difficilmente le luci stroboscopiche e il merchandising possono da sole funzionare: non è di sicuro comperando qualche gadget-scemenza con la faccia o la firma dell’artista che si può comprendere un percorso creativo-esistenziale. Sembra più un goffo tentativo, se così possiamo chiamarlo, di "propaganda culturale 3.0".

 

A dispetto di un ottimo ufficio stampa che ne ha abilmente pompato le qualità, non vale insomma la pena di gettare tempo e denaro per questo tipo di “immersione”. Meglio, almeno per il momento, in attesa di tecnologie più adatte (forse un giorno il Metaverso, chissà….), cercare di vedere le loro opere dal vero. 

mexican geniuses 04

 

L'alternativa potrebbe essere leggersi con calma qualche bel libro sui nostri due eroi. Ad esempio Taschen Verlag ha pubblicato un catalogo esaustivo sui murales di Rivera con testi di Luis-Martin Lozano e anche un magnifico librone sull’opera della Kahlo con testi di Luis-Martin Lozano, Marina Vàquez Ramos e Andrea Kettermann. Per chi non ama leggere: il docu-film "FRIDA. VIVA LA VIDA" di Giovanni Troilo (2019) può essere, almeno per iniziare, una saggia e valida opzione.

mexican geniuses 08

 

ANTONIO RIELLO - ART EXPLORER Frida Kahlo Diego_Rivera 1932 murales de diego rivera

 

frida kahlo merchandising 20220728 130213

  

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…