LA DOMUS AUREA TORNA A SPLENDERE NEL SEGNO DI RAFFAELLO E CON UN NUOVO INGRESSO – INAUGURATA A ROMA LA PASSERELLA “AEREA” PROGETTATA DALL’ARCHISTAR STEFANO BOERI CHE PORTA DIRETTAMENTE NELL’AULA OTTAGONA – NELLA SALA LA MOSTRA MULTIMEDIALE “RAFFAELLO E L’INVENZIONE DELLE GROTTESCHE”. LA STAR DELL'ALLESTIMENTO RESTA LA STATUA CICLOPICA DELL'ATLANTE FARNESE ARRIVATO DAL MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI… - VIDEO

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Maria Rosaria Spadaccino per il “Corriere della Sera - ed. Roma”

 

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La Domus Aurea riapre con un nuovo ingresso che ci fa entrare direttamente nella sua stanza più preziosa: la Sala Ottagona, dove Svetonio racconta (in Vita di Nerone ) fosse il memorabile salone per banchetti «rotondo e che ruotava su stesso».

 

È la prima immagine che arriva ai visitatori di Raffaello e la Domus Aurea. Le invenzioni delle grottesche , la mostra curata da Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo con Stefano Borghini e Alessandro D'Alessio, promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa, «nata in collegamento con la grande esposizione su Raffaello alle Scuderie del Quirinale, che era centrata sul rapporto con Roma e l'antico, ma non parlava delle grottesche proprio perché il tema era stato lasciato alla Domus - spiega Farinella -

 

L'obiettivo è raccontare una storia che inizia alla fine del 1400, quando Pinturicchio, Signorelli e altri scendono nella Domus e scoprono questo mondo sepolto senza sapere che era la reggia di Nerone, ma restano abbagliati dagli affreschi che vengono immediatamente denominati "grottesche", proprio perché scoperti in una grotta».

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Poi, Raffaello intorno al 1515 grazie allo stimolo di Giovanni da Udine scende, le scopre e le reinventa completamente creando i primi ambienti all'antica. Per la sua riapertura (la mostra era prevista lo scorso anno per i 500 anni dalla morte dell'Urbinate) c'è una splendida novità: un portone che si apre nel parco e attraverso una passerella sospesa fa entrare direttamente nel cuore della Domus. Un ingresso, disegnato dall'architetto Stefano Boeri, realizzato all'interno di una delle gallerie che Traiano fece costruire quando decise di ricoprire di terra la Domus per realizzare le sue terme.

 

 «Si trattava di superare una pendenza molto importante - spiega Boeri - il risultato è un viaggio nello spazio e nel tempo attraverso cui vedremo anche i resti degli impianti termali».

 

La Domus Aurea «è un luogo stupendo ma adesso dobbiamo rendere stupendo anche il fuori: c'è un problema che si chiama Colle Oppio, vediamo chi gestirà l'amministrazione comunale di Roma noi siamo pronti anche come Parco del Colosseo a prendere in gestione il parco di Colle Oppio», dice il ministro della Cultura Dario Franceschini intervenuto alla inaugurazione.

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«Questo giardino - aggiunge - dovrebbe essere uno dei luoghi da collegare al Parco del Colosseo in tutto il suo splendore e non invece nel degrado che in alcune parti è davvero imbarazzante e non si concilia con la bellezza della Domus Aurea e del Colosseo».

 

DUE PASSI IN CIELO E LA DOMUS AREA TORNA A SPLENDERE

Laura Larcan per “il Messaggero”

 

Entrare nella Domus Aurea diventa un'esperienza dei sensi. Una discesa graduale a colmare un dislivello vertiginoso di quasi dieci metri. La luce (e l'afa) restano alle spalle. Di fronte, il ventre in penombra del Colle Oppio che avvolge di pungente umidità. Le volte titaniche della Galleria traianea sulla testa, tutt' intorno l'affaccio su pareti millenarie.

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La passerella pedonale facilita una passeggiata aerea lungo due tornanti panoramici. La struttura in lamiera d'acciaio nera e resina bianca di elegante minimalismo e leggerezza tecnologica appare scolpita da sofisticati giochi di luce a led. Due passi in cielo e l'approdo di questo volo tra le rovine imperiali è nella leggendaria Aula Ottagona, capolavoro architettonico della Reggia di Nerone (realizzata tra il 65 e il 68 d.C.).

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Eccolo il nuovo ingresso alla Domus Aurea attraverso la Galleria III (costruzioni di Traiano che seppellirono la dimora neroniana sotto la scure della damnatio memoriae), mai vista prima. Siamo in via del Serapide, dove la storia si riscrive per questo gioiello sotterraneo che torna visibile dopo il lockdown con un nuovo percorso ideato dalla direttrice del parco archeologico del Colosseo Alfonsina Russo, e realizzato dall'archistar Stefano Boeri (suo il famoso Bosco verticale di Milano), e inaugurato ieri dal ministro della Cultura Dario Franceschini.

 

stefano boeri stefano boeri

«Una passerella per entrare nella Sala Ottagona rappresentava un'occasione straordinaria per riportare all'attenzione della città una delle realtà più suggestive della storia e dell'architettura romana - commenta Stefano Boeri - L'intervento che abbiamo progettato si insinua tra le rovine, le sfiora, ma rimane completamente autonomo e autoportante rispetto alle murature esistenti - sottolinea l'architetto - Il rispetto per la realtà in cui si inserisce ci ha spinto a dedicare una particolare attenzione alle procedure di costruzione in un ambiente tanto delicato.

 

La scelta di realizzare un intervento leggero regala così ai fruitori uno spazio immersivo, un'occasione unica per osservare le rovine dall'alto, da vicino e addirittura di attraversarle». La Galleria III, come ricorda l'archeologo Alessandro D'Alessio, ha regalato fior di scoperte negli ultimi anni: «Liberata dagli strati di terra, ha restituito un sistema di vasche termali e una cisterna».

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L'ARCHEO-SHOW

 E la famosissima Aula Ottagona diventa cuore-palcoscenico della mostra su Raffaello e l'invenzione delle grottesche (fino al 7 gennaio 2022), evento concepito per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte del Divin pittore, e poi rimandato per l'emergenza Covid. Uno spettacolo, meglio una mise-en-scene multimediale, curata dalla Russo insieme a Vincenzo Farinella, Alessandro D'Alessio e Stefano Borghini (con la produzione di Electa), per un concetto nuovo di mostra: un racconto digitale non didascalico ma evocativo firmato dallo studio Dotdotdot.

 

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Se la star dell'allestimento resta la statua ciclopica dell'Atlante Farnese arrivato dal Museo Archeologico di Napoli, l'Aula Ottagona e le cinque sale radiali si accendono e si animano come teatro di installazioni hi-tech, per rievocare il momento della scoperta delle grottesche della Domus Aurea da parte di Raffaello, ma anche di tanti maestri del Rinascimento come Pinturicchio e Signorelli, che tra la fine del 400 e il primo decennio del Cinquecento, si calarono nel ventre del Colle Oppio, in quella grotta di meraviglie per gli occhi e l'anima che si svelava alla luce delle torce. Lungo il perimetro, i virtuosismi digitali raccontano anche la fortuna nei secoli delle Grottesche. LE

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RISCOPERTE

Ecco che dal globo di marmo dell'Atlante sembrano originarsi immagini astrologiche che si proiettano sulla volta dell'Aula Ottagona, ruotando come una volta celeste (e evocare l'ipotesi di un originario meccanismo rotante della sala).

 

Dalle stelle all'acqua, le proiezioni digitali lasciano esplodere le cascate liquide che duemila anni fa impreziosivano la sala-ninfeo. E qui compare ora una copia della statua del Laocoonte (a evocare il capolavoro originario, custodito oggi ai Musei Vaticani, perché acquistato subito dopo la scoperta nel 1506 da Giulio II).

 

COLOSSEO ALFONSINA RUSSO COLOSSEO ALFONSINA RUSSO

Per la Domus Aurea si tratta davvero di un appuntamento storico. Il nuovo sistema di visita diventa permanente (anche dopo la mostra). «Il percorso si arricchisce di novità - annuncia Alfonsina Russo - Diventano visitabili nuovi ambienti prima non visibili, esponiamo reperti rinvenuti nei depositi tra statue di Muse e elementi architettonici, e un nuovo sistema di illuminazione consentirà di cogliere tutte le decorazioni pittoriche». Dalla Sala di Achille a Sciro a quella di Ettore e Andromaca».

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