Articolo di Brett Sokol per “The New York Times”, pubblicato da “la Repubblica”
Traduzione di Anna Bissanti
heroes & monters jean michel basquiat
Il persistente interesse per la vita e le opere di Jean-Michel Basquiat non dà cenno di volersi attenuare, che si tratti di frizzanti vendite di magliette a tema per 29,99 dollari da Gap, del grande afflusso di pubblico che visita le ultime mostre dedicate all'artista o di tele vere e proprie battute all'asta, come quella di due settimane fa aggiudicata per 85 milioni di dollari. Adesso, per coloro che si interessano a tutto quello che riguarda Basquiat, si aggiunge anche l'Fbi.
andy warhol jean michel basquiat
L'unità dell'agenzia incaricata di indagare sui reati legati alle opere d'arte (Art Crime Team) sta conducendo un'inchiesta per appurare l'autenticità di 25 dipinti esposti al Museo d'arte di Orlando in Florida e attribuiti a Basquiat, su mandato di una citazione federale e l'opinione di molti periti e critici a conoscenza della situazione.
museum of art orlando, florida
Il museo e i vari proprietari hanno affermato che le opere esposte nella mostra Heroes & Monsters: Jean-Michel Basquiat furono recuperate in un deposito abbandonato di Los Angeles nel 2012. Le opere erano in buona parte inedite prima dell'inaugurazione della mostra a febbraio.
Un articolo pubblicato sul New York Times ha sollevato interrogativi sulla loro autenticità, riferendo di un designer che in passato aveva lavorato per la Federal Express e ne aveva riconosciuto i caratteri tipografici su un pezzo di cartone che, a quanto pare, sarebbe stato usato da Basquiat per dipingervi sopra, ma che di fatto sarebbero stati adottati soltanto nel 1994, sei anni dopo la morte dell'artista.
I proprietari dei dipinti e il direttore e amministratore delegato del museo, Aaron De Groft, dicono che le opere sono sicuramente attribuibili a Basquiat, e a conferma di ciò riportano le dichiarazioni di periti d'arte internazionali commissionate dai proprietari. La presidente del consiglio di amministrazione del museo, Cynthia Brumback, ha avallato ufficialmente la dichiarazione di De Groft.
Gli agenti speciali dell'Fbi hanno interrogato molti professionisti in campo artistico e legati al mondo del design, prestando particolare attenzione alle opere esposte e ai loro proprietari originari, che in passato in altre interviste avevano detto di voler cercare di vendere i dipinti.
Tra le persone al centro di queste inchieste c'è anche De Groft: a dirlo sono due impiegati del museo che hanno chiesto di restare anonimi perché il loro superiore ha minacciato di licenziare chiunque tra il personale del museo parli con i media dell'argomento. Dal canto suo, De Groft non ha voluto rispondere e commentare le indagini dell'Fbi. In una comparizione a giudizio spedita all'Oma in data 27 luglio 2021, l'Fbi ha chiesto di avere accesso a "qualsiasi" comunicazione intercorsa tra i dipendenti del museo e i proprietari delle opere «attribuite all'artista Jean-Michel Basquiat».
L'Fbi si è rifiutata di rilasciare commenti sulle indagini in corso. Secondo gli esperti del Putnam Fine Art and Antique Appraisals, che hanno valutato i dipinti per conto dei rispettivi proprietari, se fossero autentici Basquiat varrebbero cento milioni di dollari.
Non è chiaro nello specifico su che cosa verta l'inchiesta dell'Fbi e chi possa essere coinvolto. Senza dubbio, in caso di vendita intenzionale di falsi d'autore riconosciuti tali si sarebbe in presenza di un grave reato federale.
untitled (self portrait or crown face ii) basquiat
De Groft e i proprietari dei 25 dipinti hanno detto che sono stati realizzati su pezzi di cartone trovati da Basquiat alla fine del 1982, rovistando in giro quando viveva e lavorava in uno studio dietro la casa di Los Angeles del commerciante d'arte Larry Gagosian. I suddetti hanno riferito che le opere furono poi vendute da Basquiat per 5.000 dollari allo sceneggiatore televisivo ormai scomparso Thad Mumford, che li chiuse in un deposito e se ne dimenticò per 30 anni, fino a quando il magazzino è stato sequestrato per omesso pagamento del canone di locazione ed è stato messo all'asta nel 2012. (Gagosian ha detto di ritenere «molto improbabile lo scenario di questa versione»).
mostra di basquat al museum of art di orlando, florida
Il presunto tesoro del commerciante d'arte fu acquistato per circa 15 mila dollari dall'antiquario William Force e da Lee Mangin, commerciante in pensione. Un terzo proprietario è l'avvocato Pierce O' Donnell di Los Angeles che nel 2016 ha rappresentato Amber Heard nel divorzio da Johnny Depp e Angelina Jolie nel divorzio da Brad Pitt. In seguito, O' Donnell ha maturato un interesse per sei delle 25 opere e ha assunto una squadra di periti, parecchi dei quali gli hanno detto che le opere sembravano autentiche.
Buona parte dei retroscena sulle origini dei dipinti si basa perlopiù sulla parola di Mangin e di Force che, secondo quello che risulta dai fascicoli delle forze dell'ordine, sarebbero stati entrambi condannati sotto diversi nomi a varie pene detentive per traffico di sostanze stupefacenti. L'inverno scorso, in un'intervista Mangin ha detto che dopo aver acquistato i dipinti con Force nel 2012, i due incontrarono Mumford a Los Angeles a pranzo.
Fu in quella occasione che, a quanto pare, Mumford raccontò loro i dettagli dell'acquisto da lui effettuato nel 1982 di 25 dipinti di Basquiat, e l'incontro fu così memorabile che Mumford batté a macchina una poesia per commemorare la vendita e in cima al foglio di carta per stampante ad aghi sulla quale fu riprodotta mise il nome Basquiat. De Groft ha incluso la poesia nella mostra allestita presso il museo, a ulteriore riprova dell'autenticità dei dipinti.
«Quella poesia è una sorta di ricevuta; fa riferimento alle opere; fa riferimento alle scritte che compaiono nei dipinti; fa riferimento a quei tempi» ha detto nel corso di un'intervista rilasciata l'inverno scorso. Molti amici e parenti di Mumford, però, sono tutt' altro che convinti, e non soltanto perché Mumford non ha mai manifestato alcun interesse per l'arte contemporanea, figurarsi per l'acquisto di opere di Basquiat. Pare, infatti, che Mumford non sapesse nemmeno battere a macchina.
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