shot sage blue marilyn andy warhol achille bonito oliva

“ABO” SALE IN CATTEDRA E INCHIODA AL MURO I MANIACI DELL'ARTE – ‘’PER IL COLLEZIONISTA LE OPERE DIVENTANO LA POSSIBILITÀ DI UN'AVVENTURA VISSUTA PER INTERPOSTA PERSONA - L'ESIBIZIONE ORDINATA DELLE OPERE NELLA CASA PRIVATA È L'OSTENTAZIONE INFANTILE DI CHI SI ILLUDE DI AVER RIPARATO LA PERDITA ATTRAVERSO IL DENARO-FALLO - IL COLLEZIONISTA HA INVIDIA DELL'ARTISTA, DELLA FANTASIA-PENE E CERCA DI EVIRARLO MEDIANTE IL  COLLEZIONISMO..."

Achille Bonito Oliva  per Robinson - la Repubblica

achille bonito oliVA 6

 

Il museo è un'istituzione che esegue la sua espropriazione in nome di un'astratta collettività che dovrebbe così usufruire della contemplazione socializzata e pubblica dell'arte. In realtà essa funziona per nome e per conto di un mandante che è la classe egemone che detiene tutto il potere, anche quello di produrre e aggiornare i significati di un linguaggio, doppio rispetto a una realtà che già manipola.

 

il collezionista samuel west

Il mercato e il collezionismo sono mossi da istanze private e di accumulazione economica, di promozione culturale e di identificazione con l'opera. Il collezionismo agisce in nome di un amore per l'arte che la feticizza e la privilegia al di sopra di altri oggetti della produzione.

Il collezionista assegna all'artista il primato ed il compito di produrre significati specializzati, ottenuti cioè attraverso l'impiego di tecniche e linguaggi che appartengono al sistema e alla storia dell'arte.

dicaprio collezionista

 

Ma se non è possibile psicoanalizzare il mercato, per la sua impersonalità strutturale, è invece possibile analizzare a livello delle motivazioni profonde, il comportamento del collezionista, individuato nella persona di chi accumula opere e oggetti d'arte. In realtà il collezionista proietta e delega la propria creatività all'artista che la gestisce e la oggettiva in forme che, dietro un compenso economico, ritornano al delegante.

il collezionista di helly nahmad

 

Il collezionista è colui che rinuncia ad esercitare le proprie pulsioni profonde e segrete e accetta una vita bidimensionale, senza rischi, in cui le opere diventano la possibilità di una avventura, che egli non può e non vuole correre, e l'impossibilità divenuta reale, vissuta per interposta persona.

 

Se l'arte è produzione del desiderio, di impossibili possibilità, produzione di inconscio (come dicono Deleuze e Guattari), allora il collezionismo è la copia del desiderio, irrisolto e divenuto nostalgia, coltivata attraverso l'artificiale accumulazione di opere d'arte.

 

00 achille bonito oliva

L'attaccamento libidico e sacrale del collezionista ai propri oggetti corrisponde all'attaccamento del bambino alle proprie feci, risarcimento e gratificazione per un'impotenza procurata, proprio, dalla delega della propria creatività. Le opere diventano la coniugazione di un'esistenza che crede nella frantumazione del lavoro e dell'attività produttiva.

vettor pisani

 

All'arte viene assegnato un valore inizialmente astratto e, successivamente, concreto che si identifica con la singola opera. Privatizzare l'opera significa la possibilità di introiettare detto valore, quello della creatività, e riparare la perdita iniziale. Significa, per il collezionista, ritrovare una fittizia unità che la sua iniziale delega gli aveva fatto perdere.

 

dago e achille bonito oliva

La collezione, l'esibizione ordinata delle opere nella casa privata o nel museo, in cui vengono accolte spesso le collezioni private, è l'ostentazione infantile di chi si illude di aver riparato la perdita attraverso il denaro-fallo. Il denaro diventa il prolungamento di un eros interdetto, deviato dal suo esercizio diretto e risolto, mediante la contemplazione, in voyeurismo che si accontenta della rassicurante e statica presenza dell'oggetto, al posto di una pratica della processualità: perché l'arte è un processo creativo, dell'arte.

 

Il collezionista, con il suo comportamento, ha contraddetto il luogo comune che lo vuole innamorato delle belle forme, della universalità e immortalità dell'arte. Nell'ambito della cosiddetta avanguardia, egli è disposto a tutto, colleziona anche l'effimero. Il collezionista di Duchamp aveva già, all'inizio del secolo, comprato dall'artista l'aria di Parigi, custodita in una ampolla.

 

babitz duchamp partita a scacchi

Con la produzione dell'anti-form, arte processuale, body-art, arte concettuale e land-art, egli si accontenta di tesaurizzare anche i detriti, materiali volgari e deteriorabili, fino alle scatole di merda di Manzoni, le foto del mongoloide di de Dominicis e dell'incesto di Vettor Pisani.

 

Perché il collezionista ha investito l'artista di un potere egemone, quello di una produzione immaginativa che tutto giustifica e promuove a valore: il corpo dell'artista e i suoi dintorni sono, per lui, il tempio dell'arte.

merda d'artista piero manzoni

 

Egli, il collezionista, ha invidia dell'artista, della fantasia-pene e cerca di evirarlo mediante l'accattivante proposta del collezionismo. Il collezionismo diventa il luogo narcotico in cui egli sposa, nel ruolo femminile, l'immaginazione maschile di chi è riuscito a procreare, adottandone alla fine l'opera-prole. Si instaura allora un rapporto fondato sul desiderio inconscio, da parte del collezionista, di eseguire una sorta di rito cannibalesco, quello di mangiare attraverso l'opera colui che si è mostrato più potente e sottile.

Bonito Oliva by Ducrot

 

Da qui il collezionismo che accetta ogni sfida, di collezionare tutto, anche sé stesso, di catalogare l'impalpabile, l'odore, il rumore e il fumo del sigaro di Duchamp.

La copia del desiderio nasconde allora il desiderio di non essere copia, l'impulso di non accettare l'azione per interposta persona e a provare nostalgia per un ruolo interdetto. Così il collezionista adopera l'arte come una macchina di Roussel: prova il brivido di una realtà fantasmatica diversa, il conforto e il privilegio di uno spettacolo.

BONITO OLIVA 33

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…